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AD AUGENDUM, FIRMANDUM, ET EXORNANDUM SICULORUM GYMNASIUM, CATINÆ IN URBE CLARISSIMA, VETUSTA BONARUM ARTIUM SEDE
Editoriale/2

Nuovo «Bollettino», la scommessa e l'eredità


 
 
01 dicembre 2017
di Mariano Campo

"La nostra Università sempre in prima pagina". È questo il compito che mi è stato affidato dal Magnifico Rettore Antonino Recca e dal Senato Accademico dell'Ateneo, che ringrazio di cuore per la fiducia accordatami. Ed è lo slogan che abbiamo prescelto per annunciare alla comunità accademica e alla città la nascita del "nuovo Bollettino d'Ateneo".

Ho accettato di assumere il ruolo di Direttore responsabile del glorioso Bollettino non perché sia certo di averne al momento le capacità, ma perché sono fortemente convinto che con il contributo generoso di ognuno - la delegata del Rettore e i componenti del Comitato di redazione, innanzi tutto, docenti, studenti e colleghi del personale tecnico-amministrativo, i giornalisti che vi collaboreranno - potrò mettere al servizio del periodico ufficiale del Siculorum Gymnasium la mia quasi decennale esperienza come responsabile dell'Ufficio stampa e contribuire in tal modo a realizzare quotidianamente un organo d'informazione e di circolazione delle idee quanto più capillarmente diffuso e recepito.

Uno strumento pratico ed efficace a disposizione della nostra comunità - una città nella città, ci ripetiamo ultimamente (ma anche una "provincia" nella regione, se pensiamo alla rete ormai fitta di sedi decentrate) -, che ci permetta di leggere ogni giorno di noi stessi e degli altri Atenei, di riflettere e discutere di argomenti che riguardano l'evoluzione del sistema universitario nazionale così come della vita quotidiana delle nostre Facoltà, dei Dipartimenti, dei laboratori e degli spazi studenteschi, di portare alla ribalta temi ed iniziative che spesso stentano a trovare spazio sui mezzi d'informazione cosiddetti "generalisti".

Tutto questo, "specchiandoci" costantemente nelle esigenze e negli auspici dei lettori, che po tranno suggerire spunti di discussione e approfondimento, segnalare iniziative, arricchire direttamente, con la propria scrittura, le pagine del Bollettino. Perfino indirizzare critiche e consigli, si spera dettati da spirito costruttivo.

La scommessa. La carta stampata è nel cuore di molti di noi, perché il rapporto con la pagina scritta di un libro o di un giornale è un'esperienza sempre personale e sempre irripetibile, "romantica" oserei dire. Il nuovo Bollettino abbandonerà la propria abituale veste cartacea, che lo ha accompagnato sin dalla sua fondazione, nel 1995, per assumere l'aspetto di un sobrio giornale on-line.

La scelta di questo epocale passaggio non è stata né facile né indolore, ma quasi imposta dalla necessità di ridurre i costi per la pubblicazione e di aumentare a dismisura i potenziali fruitori della rivista dell'Università. Immagino che molti affezionati lettori rimpiangeranno di non trovare più la propria copia del Bollettino, ancora odorosa d'inchiostro, sul proprio tavolo di lavoro; so che al tempo stesso altrettanti, più adusi forse all'utilizzo del mezzo telematico, si troveranno più a proprio agio con il giornale su Internet, che consente una lettura più rapida e "ipertestuale".

Noi vogliamo rendere un servizio sia agli uni che agli altri, confezionando un giornale in grado di dimostrarsi all'altezza della sua riconosciuta tradizione - immediatamente editabile anche in forma cartacea, oltretutto -, che riesca però, grazie alle nuove tecnologie, ad intercettare i flussi con cui viaggia prevalentemente la comunicazione al giorno d'oggi.

È una scommessa ambiziosa, non ne me lo nascondo; ma confesso che tale difficoltà rappresenta anche gran parte del fascino di questo incarico.

L'eredità. Mi sono accostato all'Università di Catania come giovane collaboratore del Bollettino, nel 1997, su caloroso invito dello "storico" direttore, il prof. Giovanni Toscano. Gli riconosco intanto il merito di avermi sempre incoraggiato e sostenuto nel mio percorso professionale di giornalista, coinvolgendomi nei progetti di comunicazione dell'Università e aiutandomi a conoscere, a interpretare e infine riportare in maniera più approfondita e adeguata i linguaggi e le dinamiche tipici del mondo accademico.

Il suo impegno e la sua passione, che hanno caratterizzato gli oltre dieci anni di vita del Bollettino d'Ateneo fino ad oggi, fungeranno da stella polare per il mio cammino. Analogo ringraziamento va ai past-rettori Enrico Rizzarelli e Ferdinando Latteri, ai direttori amministrativi Nino Domina ed Ettore Gilotta, che, con la loro fiducia, mi hanno aiutato a crescere professionalmente in questi anni, ai miei colleghi e a tutte le persone con cui ho lavorato fianco a fianco, e infine ai miei "maestri" di giornalismo, Giuseppe Mazzone e Gino Banterla, che mi hanno insegnato i rudimenti del mestiere. Non mi dilungo in quelli che potrebbero apparire come convenevoli, ma ci tengo a sottolineare che ogni mio "traguardo" lavorativo lo divido idealmente con tutti loro.

Infine, vi chiedo di consentirmi un inciso personale. L'eredità più grande, che riscopro dolorosamente ogni giorno, mi proviene da mio padre, Giovanni Campo, docente di Pianificazione urbanistica dell'Università di Catania, "morto in servizio" (così come aridamente riporta il suo fascicolo personale) il 5 aprile del 2006.

Da lui ho appreso l'amore per l'università, istituzione che ha prima di ogni altra cosa come sua missione elettiva la formazione e, in generale, la crescita dei giovani, dei cittadini del futuro, di quei "cittadini" di cui parla la Costituzione italiana praticamente in ogni sua piega. Agli studenti, ai suoi studenti, ha dedicato, fuor di metafora, la sua vita; a me, figlio, rimane oggi solo il lascito del suo esempio e il bisogno "testamentario" di tradurlo e ritrovarlo in ogni mia azione presente e futura. Nessuno me ne vorrà, ne sono certo, se ogni mia riga, ogni mia idea, persino ogni mio comprensibile errore, riportati sul Bollettino d'Ateneo, saranno dedicati a lui.
Buona lettura.