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Strumenti della ricerca

Diffondere la cultura scientifica: un cyber museum ed oltre


 
 
01 febbraio 2007
di Mario Alberghina
malber@unict.it
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Gli studi di storia della Medicina in Sicilia non hanno una lunga tradizione. Come ho scritto più volte, sono sporadici e per lo più legati a cultori accidentali, effimeri, per un breve tempo invaghiti delle vicende di un'arte e di una tecnica che vengono da lontano ed evolvono continuamente. Anche la custodia del patrimonio di beni culturali legati alla storia della Sanità, nei diversi aspetti associati alla cura e all'assistenza, neppure è inquadrata in strutture museali attive ed aperte al pubblico. Accade spesso di trovare sparso nei depositi di ospedali ed istituti universitari dismessi molto materiale strumentale e documentario che potrebbe figurare in un museo, quando non si ha la sorpresa di scoprirlo in possesso di molti privati collezionisti. La dispersione è stata favorita dalla necessità di ricercare spazi a nuove strutture, laboratori scientifici e servizi sanitari, e dalle trasformazioni dettate da nuove esigenze funzionali che si adattano alla moderna assistenza e didattica. Nell'ambito delle tre università siciliane e di istituzioni private, mentre esistono collezioni legate a singole discipline scientifiche come la zoologia, la botanica, la mineralogia o la paleontologia, che hanno un valore didattico ed esercitano un forte richiamo culturale sul pubblico, non così appare per l'arte sanitaria.

Eppure in ambito europeo ed extraeuropeo esistono musei e collezioni che suscitano ammirazione e invidia. Un rapido catalogo comprende: Adler Museum of the History of Medicine, Johannesburg; Alabama Museum of the Health Sciences; The Brian Welsh Memorial Museum of Anaesthesia, Newcastle; Cyber Museum of Neurosurgery, Illinois; The National Museum of Health and Medicine, Washington D.C.; Berliner Medizinhistorisches Museum; Deutsches Medizinhistorisches Museum, Ingolstadt; Krankenhaus-Museum, Bremen; London Museums of Health and Medicine; Musée de la Médecine de Bruxelles; Musée de l'Assistance publique-Hôpitaux de Paris; Musée d'Histoire de la Médecine - Université René Descartes Paris V; Musée d'Histoire de la Médecine de l'Université de Zurich; Museo Vasco de Historia de la Medicina y las Ciencias, Bilbao; Semmelweis Museum of Medica History, Budapest; National Museum of the History of Sciences and Medicine, Leiden; Paul Stradin Museum of the History of Medicine, Riga; Museums of The Royal College of Surgeons of England, London; Association Européenne des Musées d'Histoire des Sciences Médicales, Paris.


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In alcune parti d'Italia, i Ministeri dei Beni culturali e della Sanità, oltre alle Regioni, hanno assunto la responsabilità di gestire alcuni musei specialistici, anche di origine universitaria, a carattere nazionale o regionale. Si vedano, ad esempio, il Museo anatomico di Firenze; il Museo delle cere anatomiche di Bologna; il Museo storico dell'Arte sanitaria a Roma, presso l'ospedale Santo Spirito, che ospita opere, preparazioni anatomiche, strumenti ed attrezzature mediche, ricostruzioni d'ambiente; il Museo di Storia della medicina dell'università di Roma "La Sapienza" che ospita strumenti medici, documenti, libri, testi del XIX e XX secolo, fotografie di oggetti esposti; il Museo di Etnomedicina "Antonio Scarpa" di Genova che raccoglie strumenti, rimedi, testi ed apparati legati alle diverse tradizioni mediche del mondo; ed infine il Museo di Storia della medicina e della salute (MUSME) che descrive la struttura ubicata nell'ospedaledi San Francesco Grande in Padova.

In Sicilia non esiste nulla di simile e, forse, altrettanta disponibilità potrebbe essere offerta da parte degli assessorati competenti (Sanità, Beni culturali) qualora il patrimonio storico-sanitario fosse conosciuto, catalogato ed organizzato in modo da essere disponibile per la divulgazione. Poiché poca è la bibliografia a tale proposito prodotta in Sicilia, occorrerebbe inizialmente gettare le basi della conoscenza storica su cui costruire una valida azione di riscoperta e valorizzazione del patrimonio sanitario. I pochi lavori sulla sanità antica esistenti sono pertanto preziosi. Molto scarsi appaiono anche gli eventi espositivi che sono stati proposti nel tempo per dirigere l'attenzione del pubblico e delle istituzioni locali verso il recupero e la conservazione del patrimonio materiale e strumentale legato alla storia della medicina, della chirurgia e dell'odontoiatria.

Nel novembre del 2001 fu tenuta a Catania una mostra, prima nell'Italia meridionale, su medici e medicina nella città etnea, dal '400 ai primi del '900. Essa ha contribuito a creare, in un pubblico colto e sempre più sensibile ai temi di storia delle scienze e della tecnica, un gusto diffuso per le testimonianze antiquarie di una disciplina a forte impatto sociale. L'analisi delle fonti rivelò allora che il patrimonio siciliano di conoscenze mediche e dell'indotto sanitario insolito ed originale (strumenti ed opere architettoniche o artistiche) non è stato studiato in modo organico e su larga scala.

Alcuni seminari o giornate di studio sono stati tenuti nel passato a Palermo, come quello su Malattie, terapie e istituzioni sanitarie in Sicilia, 10-12 maggio 1984, organizzato dal CISO Sicilia, o quello su Struttura e funzionalità della istituzioni ospedaliere nei secoli 18° e 19°: salute e società, 3° seminario di studi, 26-28 ottobre 1989, sempre organizzato dal CISO Sicilia, entrambi a cura di Calogero Valenti.

Il raffronto con altri precedenti eventi accaduti sul territorio nazionale riguarda una mostra tenuta a Padova nel 1986, riproposta a Parigi tre anni dopo, nonché altre esposizioni a Pisa, Siena e Venezia sulla storia dei grandi ospedali di quelle città. I volumi pubblicati in quelle occasioni costituiscono tutt'oggi un importante riferimento scientifico e metodologico.

Più recentemente (giugno-luglio 2005), presso il Museo della Sanità e dell'Assistenza, in via Clavature 8 a Bologna, è stata allestita la mostra Le Arti della Salute dedicata al patrimonio artistico (principalmente opere pittoriche), culturale e scientifico di proprietà delle aziende sanitarie e ospedaliere del territorio regionale e comprendente anche opere dei musei anatomici universitari. La mostra è stata promossa dalla Regione Emilia-Romagna - assessorato alla Sanità, assessorato alla Cultura, istituto per i Beni artistici, culturali e naturali, in collaborazione con le aziende sanitarie e ospedaliere. I documenti selezionati e offerti in visione hanno testimoniano la storia delle istituzioni ospedaliere, dal medio evo al Novecento, anche dal punto di vista delle principali tipologie architettoniche (piante, prospetti, spaccati, ecc.). I libri e le strumentazioni scientifiche esposti hanno consentito di ripercorrere lo sviluppo della scienza e delle pratiche mediche nei luoghi storici della medicina. È stato anche presentato un cd rom sulla psichiatria in Emilia e Romagna.


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Sull'onda lunga della precedente esperienza espositiva, due anni fa ho presentato al Miur una richiesta di finanziamento sulla legge 6/2000 (progetti intesi a favorire la diffusione della cultura scientifica) per realizzare un progetto di mostra strumentale e documentaria regionale dal titolo: Medici e Medicina in Sicilia: sanità pubblica, ospedali, malati, antidotaria attraverso sei secoli di storia, che avrebbe potuto tenersi a Catania o a Palermo. Per lo studio e la presentazione sono stati scelti tre grandi ospedali dal lungo e grande passato di cui considerare la storia architettonica, l'inserimento urbanistico, i personaggi che vi hanno operato, gli oggetti d'arte e gli strumentari che hanno contenuto, nonché il tipo di educazione medica (universitaria, ospedaliera, infermieristica) che hanno svolto: l'Ospedale grande e nuovo di Palermo, l'Ospedale grande di Santa Maria la Nova di Messina, l'Ospedale San Marco di Catania. Avrebbero fatto da corollario le strutture ospedaliere da essi generate, gli ospedali civici delle tre principali città siciliane del secondo Ottocento, che hanno vicariato ed ereditato la funzione assistenziale fino al primo trentennio del '900. Soprattutto da svelare sarebbe stata la filosofia scientifica e il pensiero medico che nelle varie epoche vi hanno serpeggiato e le interconnessioni socio-culturali tra queste grandi strutture ospedaliere. I risultati storiografici che si attendevano avrebbero potuto essere estesi ad altri ospedali dell'isola qualora, sulla base di questa prima esperienza, un adeguato finanziamento regionale avesse coperto le spese di produzione, fino a svolgere negli anni una mappatura storico-assistenziale più completa di tutti i nosocomi che hanno operato nei secoli in Sicilia, fino a svelare la loro funzione, il significato e la valenza sociale. I risultati avrebbero potuto essere presentati in una giornata di studio a carattere internazionale. L'impatto dimensionale sarebbe stato l'intero territorio regionale con forte interesse multiregionale, e ad usufruire dell'evento sarebbero stati tutti gli addetti alle professioni sanitarie e parasanitarie, gli iscritti agli ordini professionali, i cultori di storia patria, la rete dei ricercatori universitari ed extrauniversitari, i soci di club culturali ed associazioni onlus, gli studiosi nazionali e stranieri di storia sociale, economica ed architettonica della medicina.

Il progetto è stato finanziato in misura modesta, tale da ridimensionare le aspettative iniziali e permettere la realizzazione di una parte della proposta, cioè di un sottoprogetto riguardante la pubblicazione di un sito Internet divulgativo, una cyber mostra o museo. La produzione di un sito telematico di consultazione e catalogazione, in effetti di una mostra testuale e iconografica "virtuale" in formato elettronico, si è appena conclusa dopo un anno di lavoro. Ospitato nel sito della nostra università, col titolo Ospedalità antica in Sicilia (www unict.it/aos), è ora possibile riscontrare notizie storico-bibliografiche e immagini commentate di oltre cento strutture ospedaliere siciliane censite.

La pubblicazione sul portale va considerata come un punto di partenza verso altro traguardo, un parcheggio di un bus itinerante per raccogliere informazioni, contributi, critiche. Infatti, un passo oltre la cyber mostra o museo virtuale potrebbe essere l'istituzione reale di un Museo regionale della Medicina, di concezione moderna, in cui incrociare la scienza e l'arte, ed avviare la diversificazione dei cammini di mediazione culturale dentro i musei scientifici che potrebbero caratterizzare il salto di qualità e il ripensamento della missione dei musei proposti dalla politica culturale di un governo regionale.

Una rapida riflessione finale sul valore culturale di una operazione legata alla storia regionale dell'arte sanitaria riguarda le proposte di contributi scientifici che potrebbero accompagnare una traduzione cartacea (pubblicazione di un libro repertorio) dell'attuale sito Internet. Esse dovrebbero affrontare temi come: 1) gli incurabili in Sicilia: ospedali, storia sociale e di costume; 2) follia, psichiatria e società in Sicilia: la Real Casa dei matti del barone Pisani; 3) la medicina omeopatica: fortuna e diffusione; 4) l'iconografia medico-naturalistica nei libri e giornali scientifici siciliani dell'800; 5) il sistema ospedaliero ad uso delle rivoluzioni ottocentesche (1821-1837-1848-1860); 6) la medicina ed i medici inquisiti al tempo del Tribunale del Sant'Uffizio; 7) medicina e letteratura nella narrativa siciliana; 8) oltre un secolo di vaccinazione e la nascita dell'Igiene sociale (la lotta contro vaiolo, malaria, tubercolosi, sifilide); 9) medicina, alchimia, filosofia naturale, antidotaria nelle Accademie siciliane del '700; 10) la cura dell'anima oltre a quella del corpo: cappelle ed opere artistiche devozionali nelle corsie degli ospedali; 11) le prerogative del vescovo: nomina dei cappellani ospedalieri e dei medici nei monasteri e nell'ospedale dei sacerdoti di Palermo; 12) la biblioteca di un medico all'inizio dell'Ottocento e del Novecento; 13) le malattie dei minatori nei territori zolfiferi; 14) medicina e società rurale: le condotte mediche nella Sicilia borbonica e post-unitaria; 15) il medico, il farmacista, il sindaco, il parroco, il mago: le figure salvifiche di un paese qualunque; 16) la sanità marittima: porti, dogane, saline, tonnare; 17) le istituzioni sanitarie nella Sicilia spagnola e borbonica (Magistrato supremo di salute pubblica, Protomedicato, Deputazione di salute pubblica, Deputazione dei proietti, Commissione vaccinica, Consiglio generale degli ospizi, Congregazione di carità). Come si vede sono tutti temi con profonde interconnessioni tra molti saperi storico-scientifici da scoprire e analizzare con pazienza e amore per la conoscenza.