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Musei

Vernissage sulla Città della Scienza

Idee e riflessioni intorno al "luogo di incontro e presentazione del passato e del presente di saperi scientifici e tecnologici"

 
 
31 ottobre 2007
di Mario Alberghina - Paolo Finocchiaro
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A noi curatori la pubblicazione di un volume collettaneo (M.Alberghina - P.Finocchiaro Idee, cultura e storia per la Città della Scienza, Giuseppe Maimone Editore, Catania 2007) è sembrato un tentativo di polarizzare l'attenzione di osservatori e cultori della scienza verso i suoi contenuti, caratteri e radici, verso lo studio dei nessi tra atteggiamenti epistemologici e pratica della ricerca a Catania. Il progetto da noi promosso ha stimolato alcune delle intelligenze più pronte e ricettive ad inviare messaggi e scrivere articoli di carattere scientifico che avessero sottinteso il codice interpretativo generale di riflessione sulla vita passata delle nostre istituzioni e dei nostri maestri nonché di sorveglianza su futuri progetti organizzativi e museali.

A nessuno di costoro è sfuggito il senso didascalico e divulgativo che questo progetto, specchio di noi stessi, vuole avere, nella consapevolezza che molti degli argomenti presentati e discussi non fanno normalmente parte dei corsi di lezione universitarie ed il poco rimanente ha avuto rare occasioni, in conferenze, letture, articoli e saggi, di essere offerto all'attenzione degli amateurs des sciences.

Trattandosi di un'opera editoriale di introduzione e di accompagnamento al progetto più ampio di generare una "Città della Scienza" (Progetto Catania-Lecce, POM 2000-2006), un luogo cioè di incontro e presentazione del passato e del presente di saperi scientifici e tecnologici cittadini racchiusi intra moenia, abbiamo commissionato e raccolto contributi originali rappresentativi di numerose discipline bio-naturalistiche e astronomico-chimico-fisiche che avessero, tra l'altro, profonde radici storiche nella nostra tradizione accademica.


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Non è stato facile trovare queste menti pronte al compito in un numero che avremmo preferito più ampio, ma non per tutti il momento del trasporto ideale e della disponibilità a comunicare ad un pubblico di non specialisti si sovrappone temporalmente alla riconosciuta competenza e forte impegno in uno specifico settore scientifico. Alla buona volontà e alla concretezza mancano talvolta sincronia d'intenti per esprimersi. In questo contesto aggiungiamo la considerazione che in Sicilia la divulgazione e l'analisi storica dell'evoluzione scientifica isolana hanno rari cultori. Questo non soltanto all'interno delle istitu-zioni universitarie ma anche nelle imprese private, nei circoli culturali, nelle associazioni e negli ordini professionali, negli interessi delle quattro Accademie scientifiche, di più antica data e tradizioni, presenti ed operanti nell'isola (Accademia Zelantea di Acireale, Accademia Gioenia di Scienze naturali di Catania, Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Palermo, Accademia Peloritana dei Pericolanti di Messina). Nei numerosi corsi di laurea universitari, molte discipline quali la filosofia della scienza o la storia della scienza sono ancora discipline di frontiera, "culture"di nicchia e di impatto formativo flebile. Lontana è anche la politica regionale come soggetto autonomo ideatore, promotore e sostenitore di iniziative museali a carattere scientifico di largo respiro e penetrazione educativa.

Il volume che qui presentiamo si pone all'interno di una trilogia pubblicata dallo stesso Editore ed alle cui prime due opere (Medici e Medicina a Catania, 2001¸ L'Accademia Gioenia: 180 anni di cultura scientifica, 2005) rimandiamo per letture e approfondimenti sulla "scienza" catanese. La trilogia non è solo accomunata dalla veste grafica, ma contiene associazioni di interessi storiografici e culturali, quasi un file rouge che unisce espressioni e testimonianze dei saperi che compongono l'intero arco disciplinare delle scienze bio-tecnologiche nostrane. Essa è pertanto un contenitore fieristico dentro cui è possibile trovare in bella mostra un'esposizione di oggetti scientifico-culturali relativi all'Ottocento e al Novecento catanesi.


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La promozione e la cura di un'opera editoriale, se pur breve, suscita sempre una riflessione sul valore assoluto e comparativo dell'oggetto indagato, nel nostro caso della scienza siciliana. Quali i rapporti, i contatti con altri mondi e modelli scientifici contemporanei, di ieri come di oggi ? Abbiamo la sensazione che esistano dicotomie di giudizio in merito. Sul versante degli scienziati che si esprimono sulla storia delle singole scienze, ed il cui peccato è quello di soccombere alla tentazione di assolutizzare il dato scientifico, il progresso originale della conoscenza, l'aspetto primario della scoperta, il giudizio è di una scienza siciliana marginale ed emarginata, priva di un segno evolutivo proprio. Non che si vada in cerca di una nuova "Alessandria d'Egitto", ma salta evidente il suo carattere quali-quantitativo provinciale. Sul versante opposto degli storici che riducono la scienza ad una delle categorie dell'analisi socio-culturale e politico-economica e il cui peccato è quello di contestualizzare la pratica tecnico-scientifica, la primigenitura della osservazione e della creatività, e che considerano lo scienziato un membro anonimo di una eterea "città scientifica", c'è maggiore indulgenza di giudizio, quasi un riconoscimento di valore nazionale e financo europeo. Ci piacerebbe che ciascun lettore tenesse a mente questa polarizzazione di opinioni e che alla fine della lettura esprimesse un suo proprio giudizio ragionato.

Infine, sentiamo il dovere di ringraziare i colleghi che hanno contribuito con i loro saggi alla preparazione del volume per aver speso a favore della comunità scientifica, unici cantori, la loro voce, la passione e il tempo.

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