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Facoltà

1998-2007: Dieci anni di attività formativa Jean Monnet

Integrazione europea nel campo dello sviluppo rurale

 
 
31 ottobre 2007
di Filadelfio Basile
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In questi ultimi anni l'Unione europea ha promosso ed intensificato iniziative in materia di formazione superiore (universitaria e postuniversitaria) nei vari Paesi membri, pur senza giungere ad una vera e propria politica comune dell'istruzione.

In questo quadro, sono stati incentivati l'apprendimento delle lingue, la mobilità dei docenti e degli studenti, la creazione di curricula studiorum omogenei all'interno dell'Unione e la cooperazione interuniversitaria, nonché la creazione di appositi network fra i diversi atenei d'Europa. Le attività lanciate hanno posto le basi per creare un background culturale comune e porre quindi le necessarie condizioni per realizzare pari competitività ed eque opportunità per i giovani provenienti da tutti i Paesi membri dell'UE che saranno chiamati ad operare in un mercato del lavoro globalizzato.

I programmi messi a punto a livello comunitario (Erasmus, Socrates, etc.) per promuovere e agevolare gli scambi, attraverso rotazioni programmate di docenti e studenti fra le università europee, si sono realizzati nell'ambito di una visione nuova, nella quale la circolazione delle idee, dei portati della scienza e della cultura, dei modelli di formazione, tende a collocarsi sempre più in un contesto internazionale, con un coinvolgimento sempre più ampio degli attori principali del mondo universitario (studenti e docenti).

Particolare rilievo assumono quindi le attività didattiche espletate nell'ambito dell'Azione Jean Monnet, azione che mira ad informare sui vari aspetti del processo d'integrazione europea promuovendo l'istituzione di nuovi corsi di studio relativi al diritto comunitario, all'economia europea, alla scienza politica europea e alla storia della costruzione europea, con riferimento anche all'agricoltura e allo sviluppo rurale nonché alle riforme in corso.

Ed è in quest'ambito che si sono svolti i cicli di incontri di studio e seminari promossi dalla Commissione europea e affidati al Dipartimento di Scienze economico-agrarie ed estimative (DISEAE) dell'Università di Catania dall'a.a. 1998/1999 all' a.a. 2006/2007, dapprima sotto forma di moduli triennali ("L'integrazione delle agricolture europee e la riforma delle Organizzazioni Comuni di Mercato" e "Nuovi scenari dell'integrazione europea e le politiche nelle aree rurali") e successivamente di Cattedra ad personam attribuita al sottoscritto, prof. Filadelfio Basile, su "Integrazione economica europea nelle aree rurali". Solo nel corso dell'a.a. 2000-2001 non ha avuto luogo il ciclo di Seminari organizzato d'intesa con la Commissione europea.


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I seminari, cofinanziati dall'Unione europea e realizzati dal DISEAE con la collaborazione dei dottorati in Economia agroalimentare (facoltà di Agraria) e in Economia e politica agraria (facoltà di Economia) sono stati indirizzati prevalentemente a studenti e dottorandi di ricerca dell'Università di Catania. Le Facoltà interessate hanno previsto la concessione di crediti formativi per gli studenti ed i collegi di dottorato l'inserimento fra le attività formative obbligatorie per i dottorandi.

Gli studiosi invitati a svolgere i seminari sono stati selezionati fra gli esponenti più qualificati ed autorevoli su scala nazionale e internazionale, appartenenti a prestigiosi atenei, istituzioni, centri di ricerca ed organismi (pubblici e privati).

I seminari, integrativi dei corsi istituzionali, hanno portato a privilegiare argomenti attuali e innovativi, interdisciplinari e spesso di "confine", in rapporto ai più recenti progressi della scienza e della tecnica, ed hanno costituito per i partecipanti motivo di approfondimento culturale. La soddisfazione per gli interrogativi e per le curiosità maturate nel corso delle relazioni presentate ha potuto concretarsi grazie ai dibattiti tenutisi regolarmente nella seconda parte degli incontri, dopo l'introduzione e l'esposizione del tema trattato.

I seminari svolti hanno contribuito ad attivare un proficuo confronto di opinioni ed esperienze fra accademici di istituzioni universitarie, centri di ricerca ed importanti organismi, in una fase storica nella quale, nell'Università italiana, come anche in quelle europee, l'esigenza di scambi culturali, soprattutto nel campo della formazione, è diventata necessaria.

Le convenzioni, i protocolli e le intese che ne sono derivati, oltre a rafforzare i legami fra l'Università di Catania, il DISEAE ed importanti atenei ed istituzioni italiane ed estere, hanno consentito a studenti e dottorandi di maturare, nel corso degli stages effettuati, uniche e preziose esperienze di studio e di ricerca, alcune delle quali sfociate poi in collaborazioni permanenti.

Le attività Jean Monnet organizzate dal DISEAE (Università di Catania) nell'ultimo decennio, hanno registrato un crescente successo in termini di partecipazione, qualità dei relatori intervenuti e interesse dei temi trattati.

Dalla fig. 1 si evince che gli iscritti ai diversi cicli hanno raggiunto in media 250 unità per seminario; di questi circa il 55% ha maturato le condizioni per conseguire l'attestato di frequenza (il più delle volte, consistenti nell'aver seguito i 7/10 degli incontri).

I seminari sono stati tenuti prevalentemente di sabato, giorno in cui non si svolgono solitamente altre attività istituzionali nelle Facoltà, e sono stati preceduti da specifiche riunioni preparatorie sugli argomenti oggetto dell'incontro con i dottorandi di ricerca, riunioni utili anche per definire alcuni interventi da svolgere nel dibattito.

Gli incontri di studio hanno sempre seguito lo stesso schema: introduzione della tematica all'ordine del giorno da parte del prof. Francesco Bellia, a cui ha fatto seguito la presentazione dei relatori invitati; relazione; dibattito, con interventi sia programmati sia liberi, coordinato dal prof. Filadelfio Basile.

Le attività Jean Monnet sono sempre state adeguatamente pubblicizzate dalla stampa e nelle trasmissioni radiotelevisive locali, e quasi sempre hanno fatto seguito articoli sull'evento e interviste ai relatori. Da sottolineare le cerimonie per le aperture e chiusure dei cicli di seminari, in occasione delle quali sono state chiamate ad intervenire le autorità locali, accademiche ed istituzionali.

Fra i partecipanti che hanno conseguito l'attestato di frequenza, oltre i 2/3 è rappresentato (fig. 2) da studenti (della facoltà di Agraria, ma anche di Economia, Giurisprudenza, Scienze politiche), il 19% da giovani ricercatori, dottorandi e dottori di ricerca, assegnisti e borsisti, ed il 13% restante da docenti (Università, scuole, enti di formazione), laureati, dipendenti pubblici (di assessorati, enti locali, parchi, etc.) e privati (di aziende agricole, giornali specializzati, etc.), liberi professionisti (agronomi e agrotecnici, commercialisti, imprenditori, etc.).

Nel complesso, in nove anni di attività sono stati tenuti oltre 100 seminari (da un minimo di 11 ad un massimo di 14 per ciascun a.a.) ai quali hanno partecipato, in qualità di relatori, studiosi ed esperti di chiara fama provenienti da Università e Centri di ricerca prestigiosi, nonché da istituzioni pubbliche (UE, OECD, FAO, CIHEAM, ICE, INEA, ISMEA) nazionali ed internazionali (v. allegato).


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I Paesi di provenienza dei relatori invitati sono 12 (fig. 3 e 4), compreso il Canada, unico Paese non europeo. Il 72% proviene dall'Italia, con una distribuzione ben articolata sul territorio nazionale ed una presenza in tutte le circoscrizioni (fig. 5).

Quanto ai temi trattati, una piccola finestra è stata aperta sul significato dell'Azione Jean Monnet e le motivazioni che hanno portato la Commissione europea ad istituirla, rafforzarla nel tempo e confermarla per il futuro nel quadro delle iniziative comunitarie sull'istruzione e la formazione (Figel', Papisca, Bernaldo De Quiros).

Ad alcuni seminari in tema di evoluzione dell'integrazione europea e futuro dell'UE (Giarrizzo, Buttiglione, Melchionni, Gil-Robles, La Malfa), hanno fatto seguito iniziative sulla politica agraria comunitaria in senso stretto (Peters, De Castro, Feiter), in relazione alla Strategia di Lisbona (Praussello) e agli aspetti istituzionali (Attinà).

La politica di sviluppo rurale è stata oggetto di approfondimento in molti suoi aspetti (Carrà, Pezzini, Saraceno, Hervieu, La Loggia, Signorello, Lorenzi, van der Ploeg, Ahner), così come l'impatto degli allargamenti sull'agricoltura e le aree rurali (Vinci, Segrè, Basile, Cangelosi, Biagini, Balázs, Maresceau).

Anche sulla politica euromediterranea sono stati invitati ad intervenire illustri ospiti (Ghersi, Chioccioli, Lacirignola); grande spazio è stato dato inoltre alla legislazione agraria dell'UE (Giuffrida, Bivona, Marino, Goldoni, Bernardi).

Sono state trattate le principali politiche comunitarie in relazione al settore agricolo: politica regionale sulla coesione economica e sociale, nonché sui fondi strutturali (Basile, Nelli Feroci, Leonardi, Spampinato, Palocci, Crosta, La Via); politica agroambientale (Querini, Fuentes Merino, Paggi); politiche monetarie e del credito agrario (Velo, De Grauwe, Iozzo); politiche fiscali (Giardina) e di bilancio (De Feo, Trupiano, Dastoli); politica della concorrenza (Monti, Tomasello, Modica de Mohac, Giudice); politica della cooperazione (Galizzi); politiche commerciali (Castiglione, Secchi, Londero); politica della ricerca e delle innovazioni (Tudisca, Buttá); politica della qualità e dei prodotti tipici e sicurezza alimentare (Bacarella, Stopelli, Sturiale, Regazzi, Rastoin, Padilla, Testori Coggi, De Stefano); politica della pesca (Borg, Scarpa Bonazza Buora); politiche comunitarie di marketing agroalimentare e territoriale (Antonelli, Rapisarda).

Non sono stati esclusi la riforma in corso in agricoltura (Casati, Di Giulio, Pieri, Foti, Bacarella) ed argomenti particolarmente attuali: l'agriturismo (Antonioli Corigliano, Basile, La Rosa); l'irrigazione (Barbagallo); le assicurazioni in agricoltura (Braga), il sommerso (Centorrino).

La multifunzionalità (Petit, Peri, Marinelli), i distretti agroindustriali e rurali (Zecca); i ruoli e il bilancio di alcune istituzioni per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (Vieri, Nanni, Diofebi, Stamoulis, Vattani); i gruppi d'interesse (Delorme); le reti in Europa (Ruggiero) e il ricorso delle scienze statistiche e matematiche per il settore agricolo (Giovannini, Matarazzo, Cagiano de Azevedo, Catelli) rientrano fra i temi trattati.

È doveroso infine ricordare che a queste attività è stata data la più ampia diffusione anche attraverso la pubblicazione in specifici volumi degli atti dei cicli di seminari di ciascun a.a., quattro dei quali già stampati, altri due in corso di stampa e gli ultimi due in preparazione.

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