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Facoltà

Prime lauree in "Ius civile dell'Europa comune

Il titolo specialistico internazionale a studenti di nazionalità italiana, ungherese e russa

 
 
31 ottobre 2007
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Con le lauree conferite lo scorso 23 luglio, il corso di laurea in "Ius civile dell'Europa comune" ha raggiunto il suo obiettivo concreto: attribuire ai suoi studenti un titolo "congiunto", sottoscritto dunque dai rettori delle università (italiane e straniere) che hanno concorso alla sua realizzazione. Sono stati proclamati dottori, in questa prima sessione, 12 studenti di nazionalità italiana, ungherese e russa (ai quali una ulteriore diecina si aggiungerà nelle prossime sessioni).

È stata una iniziativa di nicchia. E come tutte le iniziative particolarmente ardite ha dovuto superare non poche diffidenze di impatto. Ma l'esito è stato confortante. Gran parte degli iscritti si è laureata alla prima sessione utile (fatto assolutamente eccezionale, con riferimento alla prassi alla quale siamo adusi), la preparazione esibita in sede di discussione di laurea è stata molto apprezzata dalla commissione, la padronanza della lingua italiana da parte degli studenti stranieri è risultata eccellente.

Ma l'iniziativa non va tuttavia valutata solo in riferimento a questi aspetti.


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Essa va considerata per quanto può rappresentare in vista del faticoso cammino di unificazione europea che variamente ci impegna. Offre - a chi lo voglia - un modello riuscito ed efficace di cooperazione didattica in un campo particolarmente complesso, ma insieme anche particolarmente rilevante ai fini del processo di integrazione politica come quello al quale facciamo riferimento. Mostra che se si punta ad una formazione di metodo più che di contenuti si possono rendere possibili e più vicine "integrazioni culturali" fondanti (come quella giuridica) altrimenti difficili.  

Il corso si è caratterizzato per il pluralismo dei soggetti che lo hanno promosso e per la peculiare organizzazione delle sue attività.

Dal primo punto di vista, va ricordato che esso ha coinvolto istituzioni universitarie ed accademiche di vari Paesi europei. Hanno concorso a realizzarlo, oltre all'Italia, (le facoltà giuridiche di Catania, Napoli-Federico II; Roma Tre), anche la Polonia (Università di Varsavia, Europejska Szkola Prawa i Administracjii, Accademia Polacca di Scienze e Lettere), la Spagna (Barcelona Pompeu-Fabra), la Russia (Mosca - Università Statale di Scienze Umanitarie dell'Accademia delle Scienze di Russia), l'Ungheria (Budapest - Pázmány Peéter Katolikus Egyetem). Ma un importante sostegno, sia finanziario sia organizzativo, hanno offerto anche il Consorzio interuniversitario G. Boulvert e il Centro romanistico internazionale Copanello, nei cui consigli scientifici sono presenti prestigiosi studiosi appartenenti ai più importanti Paesi europei. Il progetto è apparso dunque degno di interesse in un ambito particolarmente aperto e ha gettato il seme di collaborazioni ulteriori (alcune delle quali già avviate). È stato insomma un primo piccolo passo verso un avvicinamento contenutistico dei percorsi formativi giuridici in ambito europeo, dalla cui intensificazione soltanto potrà venire l'avvio di un processo di reale recupero di una comune e praticata visione del diritto.  


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Questo largo insieme di soggetti promotori ha assicurato al corso un "serbatoio" di competenze (al quale si è attinto per la copertura degli insegnamenti e delle altre attività formative proposte) di speciale ricchezza e qualificazione. È stato possibile offrire perciò agli studenti una didattica di speciale interesse. I corsi sono stati organizzati in "unità didattiche", ciascuna delle quali è stata dedicata ad uno specifico tema e attribuita ad uno specialista del medesimo, che lo ha sviluppato con metodologia prevalentemente casistica. L'apprendimento si è sviluppato con una costante interazione tra impegno in aula e impegno individuale.

Il corso, per la organizzazione che lo ha caratterizzato, ha lasciato agli studenti notevoli possibilità di respiro, permettendo loro di coltivare anche ulteriori interessi. I corsi non si sono svolti in una unica sede, ma ogni semestre ha trovato collocazione in una città diversa (per gli studenti del ciclo concluso: Budapest, Catania, Mosca per le attività in aula; Milano, Napoli, Roma, Budapest per la frequenza dei vari studi legali nei quali è stata condotta la preparazione della prova finale). Novelli clerici vagantes, studenti e docenti hanno lasciato le loro sedi e si sono ritrovati ed incrociati in luoghi diversi.

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