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Facoltà

Un dialogo tra architettura e disegno

Intervista al preside uscente della facoltà siracusana, Ugo Cantone

 
 
31 ottobre 2007
di Rita Valenti
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Sul fervore operativo che ha qualificato il primo decennio di vita della facoltà di Architettura, e su alcune direzioni programmatiche che ne orienteranno l'impegno futuro, fa luce l'articolo che segue. Ne è autrice la prof.ssa Rita Valenti, alla quale il preside uscente, prof. Ugo Cantone, ha rilasciato l'intervista che riportiamo.

La nascita della facoltà di Architettura ha costituito per Siracusa una rivitalizzazione in termini di attività che hanno subìto un decisivo slancio in avanti.
Il ripercorrere oggi, a distanza di dieci anni, gli stessi luoghi, desta emozioni particolari, stimolate dalla presenza costante degli allievi che trovano lungo i propri percorsi un vero laboratorio di architettura, dentro il quale è possibile leggere i segni della stratificazione storica attraverso il disegno e il rilievo. L'intento è di focalizzare linguaggi e segni che costituiscono il substrato di una memoria collettiva che determina l'identità storica del luogo.
Già nei primi anni, gli allievi  riescono a  coniugare i rapporti mutui  tra il disegno, la storia e l'architettura  e, successivamente, tra l'architettura e la tecnologia, producendo una forza pulsante dentro gli spazi della Facoltà.
Facoltà che negli anni si è ampliata sia nell'organico del corpo docente e non docente, sia nella popolazione studentesca e principalmente negli spazi occupati per l'accrescimento culturale degli allievi.
L'impegno costante del prof. Ugo Cantone, preside uscente, votato per quattro mandati compreso quello relativo al Comitato tecnico ordinatore, ha determinato l'acquisizione di nuovi spazi, decisamente più consoni alla Facoltà.

 


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D.: Preside, quale iter ha percorso per giungere all'attuale cessione della caserma Abela alla facoltà di Architettura?
R.: Già da tempo avevo preso i contatti con il Demanio nazionale per una possibile attribuzione della caserma Abela ormai dismessa affinché fosse utilizzata come sede didattica e ospitasse laboratori, archivi edili per la costituita facoltà di Architettura. In quanto Università statale, poteva essere privilegiata rispetto ad altre istituzioni regionali e comunali. Dopo una serie di incontri con le amministrazioni locali e gli uffici tecnici, il Consiglio comunale deliberava, con cognizione di causa, l'assegnazione dello stabile.
Infatti la caserma Abela, da un attento esame, risultava la sede più idonea, rispetto ad altri immobili siracusani,  per l'organizzazione delle attività didattiche che in una facoltà di architettura, relativamente  ai corsi dei laboratori di Disegno, Progettazione  e Pianificazione territoriale, necessitano di almeno 3,5 mq per studente.
In tutta Ortigia, luogo di grandi tradizioni  culturali, non vi era manufatto architettonico più adatto. Non si poteva continuare a chiedere ai docenti e agli studenti ulteriori sacrifici in spazi temporanei, generosamente forniti dalle amministrazioni che, nell'arco di un decennio, si sono succedute.
In merito alla completa utilizzazione dei locali, ritengo fondamentale la istituzione di manifestazioni culturali - sostenibili nei confronti della didattica  e per la cultura del progetto - che potrebbero concretizzarsi in una Biennale di Architettura e di Arti visive del Mediterraneo.
Per tali eventi, nel periodo estivo, si potrebbero liberare i grandi saloni della caserma Abela,  oggi esclusiva sede di Architettura, e trasferire le attrezzature didattiche in locali di stoccaggio.Tali eventi,  per la città di Siracusa e per l'Università di Catania, costituirebbero un fiore all'occhiello che farebbe di Ortigia il cuore del Mediterraneo.


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D.: Preside, come prefigura il futuro della facoltà di Architettura?
R.: Dal punto di vista didattico credo che bisognerebbe riservare maggiore attenzione alle culture propedeutiche dei laboratori grafici e plastigrafici, nonchè al disegno dal vero e alla geometria descrittiva, prima di avventurarsi nell' articolato  percorso della rappresentazione virtuale, certamente utile nell'acquisizione della cultura del progetto di architettura e sue applicazioni negli ultimi anni di corso.
Questo è solo l'inizio. Le particolari condizioni precarie della costa siracusana, aggredite da una incauta hard tecnology, inducono ad una soluzione di miglioramento con  la formazione di nuove risorse umane, mediante l'attivazione del corso di laurea in Arti visive e Progettazione artistica per l'Industria, già istituito, per il quale mi sono sempre battuto. Quest'ultimo, certamente, sarebbe il volano per la riqualificazione dell'ambiente costiero degradato e, nel contempo,  plasmerebbe il corpo studentesco dotandolo di una sensibilità rivolta  all'attenzione e alla tutela del patrimonio costiero con le riconosciute competenze.
Ritengo inoltre determinante instaurare rapporti nazionali ed internazionali con le altre facoltà di Architettura, con l'obiettivo di condividere strategie e interessi comunitari; soprattutto con quelle Facoltà che manifestano le stesse peculiarità, tipiche di quelle istituzioni che gravitano sul Mediterraneo.

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