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Giurisprudenza

Una neolaureata: "Attraverso il diritto, la nuova storia dell'Europa"


 
 
31 ottobre 2007
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Pubblichiamo qui di seguito il testo di un'intervista che ci è stata rilasciata dalla dott.ssa Veronica Scuderi, alla quale nello scorso luglio è stata conferita la laurea specialistica in "Ius civile dell'Europa comune".

D. Quali sono state le ragioni principali che hanno spinto una studentessa della Facoltà di Giurisprudenza ad aderire ad un progetto sperimentale come quello del Corso di laurea specialistica "Ius Civile dell'Europa Comune"?
R. La spiegazione ha radici lontane. Nonostante la mia giovane età, infatti, ho avuto modo di assistere ad avvenimenti sociali, politici ed economici che hanno sicuramente concorso a determinare in modo decisivo l'evoluzione dell'Europa contemporanea: dalla caduta del muro di Berlino all'avvento della moneta unica, passando attraverso la fine della guerra fredda e l'ingresso dei Paesi ex-comunisti all'interno dell'Unione Europea. Ebbene, scegliere per i miei studi una laurea internazionale come quella di Ius Civile, è stato quasi lo sbocco naturale di una curiosità, ormai endemica nella mia generazione, per tutto quello che riguarda l'Europa e in special modo per ciò che attiene al diritto sovranazionale ed europeo in particolare.

D. Il progetto in parola le ha permesso di studiare proprio nei Paesi dell'Est europeo, in Ungheria come in Russia, insieme con studenti di altre nazionalità. Una forma già ampiamente sperimentata con successo nell'ambito europeo del Progetto Erasmus. Analogie?
R. Sicuramente. La mobilità nel territorio europeo è stata la caratteristica principale del Corso di laurea. Quest'esperienza sul campo mi ha dato la diretta percezione delle profonde differenze, ma anche delle innegabili affinità, che legano Paesi e popoli molto lontani tra loro, figli di Storie diverse. E proprio questa percezione mi ha fornito gli strumenti per capire pienamente, come prima non avrei potuto fare, la cultura - soprattutto giuridica, ma non solo - dalla quale provengo io. Siamo riusciti a portare un pezzetto d'Italia all'estero, in termini di professionalità e di conoscenze, oltre che - ovviamente - di lingua. Mi riferisco soprattutto alle docenze italiane che, in questo lungo percorso, ci hanno seguito tappa dopo tappa. E sono fiera di aver potuto constatare in prima persona l'amore che il resto d'Europa nutre per il nostro Paese e per la nostra cultura. Non mi riferisco solo al "made in Italy" tanto osannato dai media, ma anche, e soprattutto, a tradizioni e valori tenuti in altissimo conto all'estero.


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D. Nell'ambito di questo percorso avete realizzato anche un tirocinio presso studi legali accreditati. Un'esperienza certamente originale per uno studente di giurisprudenza.
R. Tradizionalmente il tirocinio forense rappresenta il classico traguardo successivo alla laurea. In questa cicostanza, invece, il carattere sperimentale del corso ha permesso di realizzare anche un'esperienza che, nel mio caso, mi ha portata presso un grande studio legale di Napoli. Frequentando a titolo di stagista il mondo forense, ho potuto mettere alla prova la mia preparazione teorica, e definire il modello di professionista che vorrei diventare ponendo concretamente le mie competenze a servizio della società. In termini di opportunità, di prospettive, di esperienza e di relazioni personali e professionali, quest'esperienza è stata tra tutte quella più determinante.

D. C'è qualcosa in cui è stata delusa dal corso prescelto? Qualcosa che avrebbe voluto diverso?
R. Come qualsiasi esperienza - di studio come di vita - ho riscontrato diverse difficoltà che non definirei però "delusioni". Per quanto mi riguarda, quando si compiono determinate scelte con convinzione e onestà intellettuale, gli eventuali imprevisti incontrati nel percorso fanno parte del "gioco", sono insomma messi in conto. Fortunatamente, guardando indietro, posso affermare con assoluta certezza che i problemi incontrati sono stati superati: ne è valsa la pena! Un discorso a parte, però, merita il profilo economico del corso, vale a dire il costo - non indifferente - sostenuto. Sebbene, infatti, fin dal principio sia stato a tutti chiaro che il regolamento didattico aveva previsto borse di studio a copertura parziale a favore dei soli studenti stranieri e non anche per quelli italiani, ancora oggi restano dubbi circa la differenziazione di trattamento attuata in tal senso.

D. A quasi tre mesi dal conseguimento del titolo congiunto di laurea, rilasciato da diverse università italiane ed europee, quali sono oggi le sue prospettive professionali e quali le opportunità?
R. Personalmente - a differenza di altri colleghi - non ho mai coltivato ambizioni di tipo internazionalistico per quanto riguarda l'ambito lavorativo. Gli studi compiuti, infatti, hanno formato civilisti in grado di operare in istituzioni europee e sovranazionali, ma anche in grado di percorrere con successo le tradizionali professioni forensi. Attualmente, avendo scelto di proseguire il mio iter formativo nella mia città natale, frequento la scuola notarile di Catania e compio la prescritta pratica presso studi catanesi. Come qualunque neo-laureato cerco di ponderare nel migliore dei modi le mie scelte, in attesa di poter raccogliere i frutti dei sacrifici compiuti negli anni degli studi universitari!.

D. Cosa consiglierebbe ad una matricola della Facoltà di Giurisprudenza?
R. Dopo l'esperienza maturata, prima conseguendo la laurea di primo livello in Scienze giuridiche e dopo quella specialistica in Diritto civile europeo, credo che la qualità più importante da coltivare, per una matricola, sia quella della perseveranza. Ancora oggi, nonostante i traguardi raggiunti e i titoli conseguiti, mi ritrovo spesso ad affrontare le nuove esperienze professionali  proprio come una matricola. Così è stato la prima volta che ho varcato la soglia di uno studio legale prima e notarile poi, così la prima volta che sono entrata in un Palazzo di Giustizia, e allorquando ho sostenuto udienza dinanzi a un Giudice di Pace. Pertanto, credo che dovunque abbia luogo la nostra educazione giuridica, a Catania come in una grande capitale europea, sia la perseveranza il segreto per affermarsi.

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