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La didattica

Continuare ad apprendere

Un centro per la formazione continua dei docenti universitari

 
 
01 marzo 2008
di Roberta Piazza
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Nell'attuale dibattito sul processo di riforma delle istituzioni di istruzione superiore, sempre più orientate verso il paradigma dell'apprendimento permanente, un'attenzione crescente è accordata alla qualità dell'offerta formativa erogata e, più specificamente, alla qualità dei processi di insegnamento/apprendimento. Qualità intesa come "cultura del servizio", come condizione di adeguatezza di percorsi formativi rispettosi delle esigenze dei singoli e delle competenze che l'università si propone di sviluppare. Ma, allo stesso tempo, incentrata sulla pertinenza dell'offerta formativa, quanto più consona ai bisogni dell'utente; sul giusto rapporto tra efficacia delle azioni proposte ed efficienza in termini di costi di investimento; sulla trasparenza delle procedure e sulla comparabilità dei titoli rilasciati; sul monitoraggio dei processi e dei risultati raggiunti. Tutti fattori che, nel loro insieme, contribuiscono ad accrescere la credibilità e, dunque, la capacità di attrazione delle università.

Qualità e miglioramento continuo non sono, però, processi che si realizzano "dall'alto". Al contrario, essi devono essere recepiti e tradotti concretamente dalle singole istituzioni universitarie e, in primis, proprio dai docenti investiti del compito della produzione e della trasmissione delle conoscenze.
Oggi, tuttavia, si ritiene che la ricerca, da sola, non sia più sufficiente ad incrementare quantitativamente e qualitativamente la produzione e la circolazione dei saperi: l'eccellenza nella ricerca non implica, infatti, automaticamente, l'eccellenza nell'insegnamento.
È necessario, a tale riguardo, che i docenti acquisiscano nuove abilità, non tanto di trasmissione della conoscenza, quanto di facilitazione dell'apprendimento, in modo da offrire un'adeguata risposta ai bisogni diversificati degli individui all'interno della comunità sociale. I fondamenti della pedagogia dell'insegnamento e dell'apprendimento e della ricerca andragogica, la capacità di riconoscimento e di utilizzazione degli stili di apprendimento individuali nonché quella di costruzione di piani personali di sviluppo, l'utilizzo efficace del mentoring e dei principali metodi per il potenziamento del critical thinking e dei processi metacognitivi, la capacità di stabilire rapporti di collaborazione con altre organizzazioni e di adoperarli come risorse per l'apprendimento, la conoscenza e l'utilizzazione delle "Information and Communication Technologies (ICT)", la capacità di gestione delle risorse umane e il possesso delle varie tecniche di valutazione, le abilità trasversali necessarie per il lavoro in team sono solo alcuni esempi di tali abilità.

La loro acquisizione non può costituire un onere affidato unicamente alla responsabilità dei docenti, spesso costretti da un forzato isolamento ad accollarsi integralmente il carico della propria formazione e del proprio aggiornamento.
Al contrario, solo uno sforzo congiunto e coeso di tutti i membri che fanno capo all'istituzione universitaria può realmente tradursi in benefici concreti per l'intera comunità accademica e, soprattutto, per i suoi principali utenti, i discenti. L'empowerment del sistema universitario passa, in definitiva, soprattutto attraverso la formazione continua dei docenti: investire sul loro sviluppo professionale, prevedendo all'interno dei singoli atenei programmi di potenziamento delle loro abilità - anche trasversali - significa investire sulla crescita del sistema universitario nel suo insieme.

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D'altronde, se tale prospettiva appare nuova per l'università italiana, è bene ricordare che già a partire dagli anni '70, in Europa e nel mondo, soprattutto nei paesi di area anglosassone, le principali istituzioni universitarie hanno previsto, al loro interno, apposite strutture di formazione e di supporto per i docenti universitari nella loro "pratica accademica" (staff development) e programmi di sviluppo rispondenti (nei contenuti e nella durata) ai bisogni specifici delle diverse tipologie di destinatari (tutor, dottori di ricerca, ricercatori, professori associati e ordinari, ecc.), in relazione ai ruoli da loro ricoperti all'interno della struttura universitaria.

Il principale vantaggio offerto da tali strutture, oggi operanti in gran numero nel mondo, è che esse sono in grado di garantire il coordinamento e l'implementazione delle varie attività di formazione senza rischi di frammentazione, di dispersione delle risorse o di conflittualità tra i providers dei corsi formativi coinvolti.
Siffatte strutture, purtroppo, faticano ancora ad emergere nelle università italiane, a causa di antichi retaggi culturali e della stessa resistenza dei docenti che, spesso, ravvisano nelle attività di formazione e di aggiornamento un discredito delle proprie competenze professionali.
Al contrario, l'istituzione di una struttura multidisciplinare interateneo, in grado di promuovere, coordinare e supportare la formazione e l'aggiornamento continuo dei docenti universitari, potrebbe costituire un importante ed innovativo momento di cambiamento dell'università. Si pensi, ad esempio, all'esigenza di attivare processi di condivisione e di scambio delle conoscenze e delle competenze presenti nelle diverse facoltà, nel territorio nazionale e internazionale, così da costituire un "laboratorio" di analisi delle risorse esistenti, e di creazione e diffusione di nuove competenze; o, ancora, alla promozione dello sviluppo delle competenze trasversali, che danno «valore aggiunto» alle diverse professionalità; oppure, all'acquisizione delle conoscenze e abilità necessarie per la produzione di materiale didattico interattivo e ipermediale da utilizzare in aula e/o nei corsi a distanza.

Ci sembra, allora, che supportare e promuovere la crescita intellettuale e professionale dei docenti, attraverso attività predisposte dall'ateneo sulla base dei bisogni formativi, non solo rappresenti un modo per rafforzare il riconoscimento dei docenti quale risorsa chiave per l'eccellenza nella ricerca e nell'istruzione superiore, ma assicuri agli studenti la possibilità di vivere esperienze di apprendimento qualitativamente elevate, in grado di formarli nella loro integralità.

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