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Facoltà

Le catacombe di Santa Lucia alla Borgata

Criteri guida per la riqualificazione degli ipogei siracusani

 
 
26 marzo 2007
di Fernanda Cantone
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La cultura del recupero edilizio che, nel tempo, è ricorsa a valori e linguaggi molto diversi tra loro e, in alcuni casi, fortemente contrastanti, si è indirizzata verso azioni di intervento dipendenti dalle qualità espresse dall'oggetto architettonico. In questo studio, frutto di una ricerca universitaria, affrontata nell'ambito del Dipartimento A.R.P. della facoltà di Architettura di Catania, confluita in una tesi di laurea - fondata sulla riqualificazione della piazza della Borgata- il concetto di riqualificazione si configura come l'insieme degli interventi finalizzati al miglioramento delle prestazioni esistenti accertate nell'oggetto in esame. Ciò è possibile quando si può individuare un soglia di compatibilità  tra gli interventi di conservazione, manutenzione e sostituzione, attraverso analisi atte a determinare l'entità delle relazioni, degli attributi e delle attività del sistema costruito.

La consistenza materica è il punto di partenza per queste analisi che, tramite un complesso processo di conoscenza, conducono all'individuazione di scenari di progetto, ai fini del recupero, che riguardano contesti fortemente degradati. Anche la realtà su cui insiste il patrimonio ipogeo siracusano è molto complessa e articolata ed è basata su una pluralità di processi insediativi e culturali di epoche e connotazioni diverse, ma strettamente integrati nel tessuto edilizio attuale.

La valorizzazione del patrimonio archeologico sommerso siracusano vuole essere lo strumento per la rivitalizzazione di quartieri e parti di città non fruiti, in un certo senso ghettizzati dai loro stessi abitanti e il cui ritorno alla vita produrrebbe interessanti ripercussioni, in termini economici e sociali.


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In particolare, gli ipogei di Santa Lucia (foto sopra e sotto; a fianco, la mappa dell'area) risalgono al III secolo, si sviluppano su tre livelli con un uso sia cimiteriale che religioso e si configurano con gallerie strette e con file di loculi sovrapposti, dove sono riconoscibili sepolcri a baldacchino, ad alcova di varie dimensioni, collocati a parete e a pavimento. In generale, il complesso è costituito da un cimitero di comunità e da alcuni ipogei di diritto privato, ascrivibili ai secoli III, IV e V. L'intero complesso catacombale si estende a sud-ovest della chiesa sovrastante e l'organizzazione spaziale dei cubicoli, disposti regolarmente lungo le gallerie principali, viene attribuita al periodo post-costantiniano.

La creazione del complesso religioso superiore, consistente nella Basilica di Santa Lucia e nel Sepolcro, ha provocato la distruzione di alcune gallerie. Danni ingenti sono da ricollegarsi, inoltre, alla realizzazione del sottopassaggio di collegamento tra  chiesa e sepolcro, nonché alla costruzione del portico della basilica, nel sec. XVIII, che ha prodotto l'abbattimento di gallerie e cubicoli. In tempi più recenti, i danni sono da ascrivere alle lottizzazioni per l'urbanizzazione del luogo, alla fine dell'Ottocento; la costruzione di numerosi edifici, infatti, ha provocato dissesti e vistosi cedimenti all'apparato lapideo delle strutture ipogee e ne ha irrevocabilmente distrutto svariate parti, in particolare durante i lavori di fondazione degli edifici stessi.

Queste brevi note evidenziano l'importanza e la vastità del complesso ipogeo e mostrano gli stretti legami che si sono instaurati con le emergenze architettoniche e con gli spazi urbanizzati superiori. Inoltre, il contesto su cui insistono queste preesistenze è estremamente vasto e costituito da una ampia e verde piazza, un tempo adibita a mercato e poi esclusivamente a parcheggio, su cui prospettano la Basilica e il Sepolcro, nonché numerosi edifici fortemente degradati, abbandonati e/o trasformati in base ad esigenze che non hanno, in alcun modo, tenuto conto di regolamenti, norme e prescrizioni, in vigore nel corso degli ultimi decenni.


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Il futuro delle azioni da compiersi sul costruito, e sulle catacombe di Santa Lucia in particolare, deve divenire un'azione strategica capace di validare il concetto di patrimonio edilizio come risorsa culturale ed economica, con la necessità di rimettere in equilibrio tutto ciò che, nel tempo, è stato trasformato, depauperato e sminuito nel suo valore. Adeguare le necessità che i modelli di vita impongono agli spazi e al loro modo d'uso è l'elemento cardine del progetto di riqualificazione, perché in esso è insito il principio del cambiamento nel tempo e dell'adeguamento del contesto alle trasformazioni prodotte.

Le ipotesi di riqualificazione degli ipogei di Santa Lucia hanno inizio  da studi a scala urbana ed edilizia finalizzati ad approfondire aspetti legati alla conoscenza delle trasformazioni che il luogo ha subito nel tempo. In questo fare si mira, in termini progettuali, alla valorizzazione delle relazioni tra il sistema e le singoli parti, tra le prestazioni che si prevede di ottenere e i livelli normativi in atto, in considerazione sia della relazione tra qualità e costo dell'intervento, sia della volontà di mantenere il rapporto tra gli elementi tecnici e gli organismi architettonici. Si intende, quindi, indirizzare il progetto mettendo in relazione sia le parti costituenti il sistema che lo stato di conservazione del costruito e delle catacombe sottostanti, effettuando valutazioni di ordine economico e di sviluppo turistico.

Il progetto di riqualificazione diviene così un progetto a più livelli, un progetto di percorrenza, di uso, di visita, di attraversamento di luoghi a quote altimetriche differenti, le cui relazioni sono espresse dalla storia dei luoghi stessi e dalle trasformazioni che hanno subito. Si pensa ad un progetto che abbia come filo conduttore la storia di questi spazi e la necessità di relazionarli tra loro; ecco che la riqualificazione degli ipogei della Borgata diviene una proposta d'uso e percorrenza di luoghi con funzioni diverse, in un modo nuovo di vivere lo spazio pubblico, attraverso collegamenti tra quote fortemente differenti, tra esterno e interno, tra spazi in luce e spazi in ombra, tra memoria e quotidianità, in una sintesi di fattori per cui l'identità del costruito non possa mai essere dimenticata.