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Formazione

Diventare "learning region"

L'ateneo catanese impegnato in una ricerca internazionale

 
 
26 marzo 2007
di Roberta Piazza
immagine learningregion.jpg

Il dibattito sull'economia e sulla società della conoscenza (learning economy/society) converge sull'individuazione di alcune tendenze che presuppongono l'abilità di reagire rapidamente al cambiamento, di avere le risorse necessarie al momento opportuno, di trovare partner competenti. In un simile contesto, sapere come comunicare e come interagire diviene molto più importante di quanto non lo fosse in passato.
Nella prospettiva di una nuova visione dell'innovazione, i processi apprenditivi dei singoli e delle organizzazioni risultano l'esito del legame col contesto culturale e istituzionale e, contemporaneamente, una componente fondamentale per lo sviluppo di intere aree. Non è fuor di luogo pensare, allora, che il vantaggio economico possa essere l'effetto di processi apprenditivi fortemente localizzati.
La combinazione di conoscenza contestuale e di interdipendenza delle strutture economiche e istituzionali all'interno di un'area può costituire la base per la competitività territoriale nell'ambito della globalizzata learning economy. Tuttavia, solo la formazione di learning organization dinamiche e flessibili - basate sul coinvolgimento dei lavoratori, sulla cooperazione orizzontale fra aziende in rete e su sistemi di innovazione di tipo interattivo a livello territoriale - può creare le condizioni per cambiamenti organizzativi sociali e culturali.
Un tale modello potrebbe contribuire alla formazione delle learning region, learning city, learning town: concetti che sottolineano il ruolo chiave giocato dai processi apprenditivi, individuali e sociali, in ambito territoriale, a diversi livelli (dal singolo soggetto, all'impresa, a gruppi di imprese collegate tra di loro, ad imprese e agenzie governative), nella produzione di costante cambiamento. Tali regioni e/o città forniscono gli input richiesti affinché un'organizzazione economica, fondata sulla conoscenza e sull'apprendimento, possa prosperare. Non si dovrebbe dimenticare, infatti, che l'apprendimento è un processo di acquisizione e di trasformazione di conoscenze che consente il continuo adattamento all'ambiente. Dinamicità e capacità di cambiamento caratterizzano, quindi, la learning region/city/town: dinamicità nel senso che ogni attore, sia esso un singolo soggetto, un'impresa, un'istituzione o una rete, è in continua interazione, direttamente o indirettamente, con l'ambiente; capacità di trasformazione perché ogni attore può essere considerato un «apprendista» in una situazione sperimentale.


the lilara team in rovaniemi.jpg

È ovvio che il significato del termine «apprendimento» nell'espressione learning region/city/town è diverso dall'accezione solita riferita ai contesti formali. Nella «regione/città che apprende» l'apprendere si riferisce alla cultura collettiva di tutti gli attori di un territorio nel progettare e nell'implementare le innovazioni sociali ed economiche e ciò comporta, per il settore educativo e formativo, l'azione di nuove strategie e la costruzione di nuove tipologie di relazioni con i differenti attori economici, sociali e culturali. L'espressione sottolinea, inoltre, la forza innovativa della capacità di sviluppare nuova conoscenza e, in particolare, la conoscenza pratica (know-how). Infine, l'idea di learning region/city/town implica che la cultura collettiva ad esse sottesa può trovare spazi più proficui nelle piccole unità sociali dove le persone hanno le opportunità di vivere, interagire e cooperare reciprocamente in un modo immediato.
Le learning region/city/organization, oltre a comparire in tutti i documenti elaborati dalla Commissione europea sul lifelong learning, sono anche destinatarie di numerosi progetti. Tra questi spicca, in particolare, l'iniziativa Learning in Local and Regional Authorities (LILARA), finanziata dalla Commissione Europea per il biennio 2005-07 (nella seconda foto, il "team" di LILARA nel meeting di Rovaniemi, in Finlandia).
Realizzato all'interno di sei aree regionali di sei paesi europei - Stirling (Scozia), Akershus (Norvegia), Pecs (Ungheria), Limerick (Irlanda), Toulouse (Francia) e Catania (responsabile dell'unità locale il prof. Giuseppe Ronsisvalle, nella foto sotto) - ha inteso fornire un contributo alla diffusione di lifelong learningorganization nelle regioni coinvolte, a partire dall'idea centrale che lo sviluppo delle learning region/city sia reso possibile solo dalla creazione di strumenti che diano modo alle amministrazioni locali e regionali di monitorare costantemente le proprie prestazioni.


Foto Giuseppe Ronsisvalle UNICT.jpg

Per conseguire tali obiettivi, il gruppo di lavoro ha messo a punto e testato, nel primo anno del progetto, in ciascuna delle cinque regioni partecipanti, un audit di verifica, indirizzato al personale operante nelle istituzioni locali e regionali (l'audit è consultabile su http://www.lilaraproject.com).
La somministrazione dell'audit ha permesso di: rilevare l'idea che i soggetti intervistati hanno della learning city, stimolare la loro riflessione sul futuro dell'organizzazione stessa, in termini di sviluppo di politiche innovative; sondare i bisogni di formazione degli intervistati. Nel secondo anno, il progetto - tutt'ora in corso - prevede l'estensione dell'audit ad altri stakeholder nel contesto regionale, come scuole, università, centri di formazione per adulti, imprese e industrie, musei e biblioteche, al fine di evidenziare i bisogni di formazione dei soggetti intervistati, la loro percezione di quanto ritenuto essenziale per lo sviluppo - in direzione delle learning region - delle rispettive organizzazioni.

La ricchezza dei dati finora raccolti accredita LILARA come progetto ricco di indicazioni per lo sviluppo regionale e delle comunità e, al contempo, per un approfondimento del ruolo dell'apprendimento nelle realtà locale. In questa visione, siamo certi che l'università possa assolvere pienamente al suo ruolo propulsivo, ponendosi idealmente come mediatrice dei bisogni di formazione del territorio e delle spinte all'innovazione.