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Cooperazione

Osservatorio "Mediterraneo 2010"

Strumento di dialogo e di confronto tra le comunità

 
 
26 marzo 2007
di Salvatore Cannizzaro
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Il Mediterraneo rappresenta un sistema geopolitico unico al mondo; è formato dall'intersezione di tre continenti (Africa, Asia e Europa), è un incrocio politico fra Oriente ed Occidente ed economico fra Nord e Sud ed infine, il luogo di origine delle tre principali religioni monoteiste (Islam, Cristianesimo ed Ebraismo). L'area mediterranea racchiude in sé, quindi, diverse comunità culturali, varie civiltà e particolari modi di vivere e pensare: l'universo cristiano, il mondo islamico, quello ebraico e quello, ancora, ortodosso della penisola balcanica. Sul Mediterraneo insistono anche tre sistemi socio-economici differenti: quello industriale avanzato dell'occidente europeo, quello in forte evoluzione facente capo all'area orientale e nord orientale del bacino, e quello prevalentemente preindustriale della sponda meridionale.

Da millenni, il bacino Mediterraneo è stata una zona di confronto e un luogo di scambi; intorno al Mare Nostrum si è costruito il mondo che attualmente noi riconosciamo come nostro mondo. Tuttavia, al giorno d'oggi ciò che maggiormente si evidenzia in questa macroregione sono le tensioni politiche e culturali ed i conflitti che lo stanno dilaniando. La Bosnia, il Kosovo, l'Oriente mediterraneo rappresentano tre aree di conflittualità che hanno sempre preoccupato le élites politiche di tutto il mondo, ed in aggiunta ve ne sono altre che si possono, in ogni istante, intensificare: il Kurdistan, Cipro, il Libano, solo per citarne alcune.

Numerosi rischi pesano sulla sua importanza strategica. Situato ad interruzione di tre continenti, questo mare costituisce una delle più grandi linee di frattura fra le sponde Nord e Sud, le cui disparità sociali ed economiche sono profonde e tendono ad aggravarsi.
Lo squilibrio economico e sociale fra le due rive e l'evoluzione demografica nel Sud rendono instabile l'area che circonda il Mediterraneo e rischiano di farla diventare esplosiva ed è quindi negli interessi dell'Unione Europea, di cui il Mediterraneo è l'orizzonte Sud, rinforzare le sue relazioni con il mondo mediterraneo, facendo di questo bacino uno spazio di sviluppo diffuso e di cooperazione economica e culturale.
D'altronde, le tensioni che si producono nel bacino del Mediterraneo hanno dirette ed immediate ricadute sull'Europa. Il fenomeno migratorio in primis, ma anche la destabilizzazione sociale e politica, generatrice della triste emergenza terroristica, investono tutti i paesi europei. 

"Per fronteggiare tensioni ed emergenze è necessario ripensare il Mediterraneo e il suo rapporto con l'Europa [.]. [.] Se non riusciamo a pensare all'Europa come una storia, come una tradizione, ma anche come apertura, le nostre città diventeranno roccaforti assediate, l'esclusione aumenterà, e vinceranno nazionalismi e xenofobia. [.] L'Europa e il Mediterraneo sono geneticamente legati e hanno bisogno l'una dell'altro per ridare spinta alle possibilità concrete di unione tra i popoli, recuperando il senso autentico della politica" (P. Barcellona, F. Ciaramelli, La frontiera mediterranea, 2006).
Sono regioni legate da innumerevoli e antichi fili culturali - oggi purtroppo spezzati - che risulta difficile riannodare, condizione necessaria affinché si dia vita ad un'epoca di prosperità e di pace in un'area cruciale per l'armonia della comunità internazionale tutta, ma soprattutto della comunità che sul Mediterraneo è affacciata. Segnatamente, dei paesi meridionali dell'Unione Europea, chiamati a svolgere, in un nuovo assetto regionale, un delicato ruolo di cerniera politica, di confronto culturale e di interscambio economico. Per divenire perno di un nuovo equilibrio che allontani artificiose e nocive guerre di civiltà e la costruzione del "Muro sul Mediterraneo" a difesa della fortezza Europa (B. Amoroso, Europa e Mediterraneo, 2000).

A tal riguardo, la data del 2010, anno dell'istituzione di una zona di libero mercato nel Mediterraneo, appare di straordinaria importanza perché pone, in primo luogo alla comunità scientifica, l'insopprimibile esigenza di un serrato confronto per fare di questa data una grande opportunità che dia all'area la possibilità di un vero processo d'integrazione regionale, piuttosto che una pericolosa frattura socio-culturale (N.Famoso, Progetto "Osservatorio Mediterraneo 2010").
Affinché ciò si realizzi, appare prima necessario ricomporre la frattura che attraversa il Mare, dai Dardanelli allo stretto di Gibilterra, lungo la dimensione umana e culturale. Si riscopra una forte unità storica che si richiami a valori consolidati e alle antiche vocazioni di un mare pacifico e solidale e si crei la condizione necessaria per mettere al bando ogni forma di tensione politica, religiosa e culturale e poter instaurre un clima di prosperità economico-sociale.
La nuova fase storica che si va prospettando induce a proporre iniziative culturali che mettano a confronto specialità disciplinari, intellettuali di diversa estrazione culturale, tecnici e politici.

E' in siffatto contesto che s'inserisce l'iniziativa dell'istituzione, nel mese di gennaio 2006, dell'Osservatorio "Mediterraneo 2010", realizzata dalla Facoltà di Lingue dell'Università di Catania. L'Osservatorio ha la funzione principale di acquisire informazioni sul settore della cultura e della formazione e di monitorare le istituzioni e gli enti culturali di alcuni Paesi del Bacino del Mediterraneo, che per diversi motivi storico-culturali presentano un forte interesse a consolidare i rapporti di natura culturali ed economici con la nostra realtà regionale.
Più articolatamente, il progetto "Osservatorio Mediterraneo 2010" prevede la realizzazione delle seguenti azioni:

  • ricognizione dei sistemi e delle attività culturali, di ricerca e formative professionali (individuazione degli enti preposti, strutture, organizzazioni, programmi);
  • attivazione di protocolli di intesa con alcuni enti di formazione e culturali (università, centri di ricerca, enti culturali ed istituzioni locali competenti);
  • potenziamento dei collegamenti e degli scambi culturali e scientifici con gli operatori ed i fruitori dei settori della formazione (pre, inter e post universitaria);
  • svolgimento di eventi scientifici (convegni, seminari, workshop) con la partecipazione di rappresentanti del mondo della cultura e della formazione dei paesi interessati e degli enti locali della Regione Sicilia.

Nell'ambito delle iniziative di confronto culturale (convegni, seminari e tavole rotonde), centrali si ritengono le grandi questioni sul cambiamento globale relativo alla scala mediterranea, la prospettiva politico-culturale di un bacino unito all'Europa ed orientato ad un processo di sviluppo sostenibile e la prefigurazione di un solido edificio di integrazione euromediterranea che abbia la sua base in una pacifica convivenza civile e nel rispetto di valori condivisi. Inoltre, l'Osservatorio intende creare una rete di collegamento fra centri, fondazioni ed enti che già si occupano, a diverso titolo, del Mediterraneo e divulgare gli Atti delle varie manifestazioni culturali.
Gli obiettivi che si prefigge di raggiungere, attraverso la realizzazione delle predette iniziative, sono principalmente tre:

  • accrescere la fruizione di indagini, analisi, relazioni, documentazioni, dati e informazioni che possano indirizzare, condeterminare ed orientare scelte e decisioni da parte degli enti preposti, al fine di migliorare la qualità della formazione dei cittadini;
  • contribuire allo sviluppo ed alla formazione socio-culturale e professionale, dando un costante contributo di idee, studi ed azioni a quanti operano per il miglioramento del livello culturale, scientifico e professionale delle comunità mediterranee;
  • promuovere, nell'ambito dei paesi del Mediterraneo, le istituzioni e le risorse culturali e formative della Regione Sicilia.

Le attività relative all'Osservatorio si svolgono presso il Laboratorio di cartografia della facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Università degli studi di Catania, proposte da un qualificato, internazionale e multidisciplinare Comitato scientifico e realizzate da un gruppo di studiosi del nostro ateneo.