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Memoria d'Ateneo

Sovranità, Democrazia, Costituzionalismo

Convegno di studi in onore di Enzo Sciacca

 
 
16 aprile 2007
di Stefania Mazzone
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Nei giorni del 22-23-24 febbraio, nell'aula magna della facoltà di Scienze politiche, si è tenuto il convegno di studi in memoria di Enzo Sciacca, stimato docente di Storia delle dottrine politiche, per molti anni preside della facoltà, scomparso l'anno scorso.

La preziosa occasione di confronto scientifico e di commosso tributo al docente-maestro è stata patrocinata dall'Associazione italiana degli storici delle dottrine politiche, dall'Università degli studi di Catania, dalla facoltà di Scienze politiche, dalla Provincia regionale di Catania, dal Dipartimento di analisi dei processi politici, sociali e istituzionali, dall'Apt della provincia di Catania. Ha aperto i lavori Franca Biondi Nalis, ordinario di Storia delle dottrine politiche presso il nostro Ateneo, dando la parola alle relazioni scientifiche dei colleghi nell'ambito di una cornice improntata a ricordare i filoni fondamentali della ricerca di Enzo Sciacca.

Particolarmente intensa è stata la prima sessione del convegno, caratterizzata dai ricordi di Sciacca quale 'intellettuale europeo' nell'intervento di Luigi Compagna, quale 'filosofo del diritto' secondo l'interpretazione di Francesco Riccobono, 'studioso della sovranità' nell'intenso intervento di Diego Quaglioni, 'interprete della democrazia' secondo Luciano Russi, 'storico del costituzionalismo' nel ricordo di Tommaso Frosini.

A Enzo Sciacca è stato inoltre dedicato il volume degli atti del Convegno di studi di Milano, del 2006, su Città e pensiero politico italiano dal Risorgimento alla Repubblica. Per la presentazione del libro sono intervenuti, sotto la presidenza di Arturo Colombo, Anna Lazzarino Del Grosso, presidente dell'Associazione italiana degli storici delle dottrine politiche, e Robertino Ghiringhelli. Gli allievi catanesi di Sciacca (Stefania Mazzone, Aldo Nicosia, Cettina Laudani, Alessandra La Rosa) insieme ai più giovani studiosi della disciplina (Giorgia Costanzo e Cinzia Recca) sotto la guida di Franca Biondi hanno organizzato le tre giornate individuando distinti argomenti di approfondimento dei percorsi scientifici del compianto professore, stimolando i colleghi giunti numerosi dalle diverse sedi universitarie italiane alla esposizione di contributi originali e innovativi negli ambiti di ricerca individuati.


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Si è, dunque, dibattuto intorno a una delle tematiche più vicine agli interessi di Enzo Sciacca, "Sovranità e Stato tra Italia e Francia nell'età moderna", interessi testimoniati dall'ultimo lavoro del professore catanese che andrà alle stampe grazie all'opera minuziosa e rigorosa di revisione del testo da parte del figlio, Fabrizio Sciacca, stimato professore ordinario di Filosofia politica presso il nostro ateneo. Gli interventi, in quest'occasione coordinati dalla presidenza di Gian Mario Bravo, hanno puntualmente e con esiti proficui ricostruito ipotesi sulla ragion di Stato e i suoi teorici: dalle ispirazioni all'età classica, fino alle questioni cruciali della sovranità in Italia, in Francia, ma anche in Spagna, nel '500.

Le riflessioni hanno riguardato il dibattito politico sulla ragion di Stato, il platonismo e la giustizia nell'Italia della fine del Cinquecento, secondo i percorsi di ricerca brillanti e puntuali di Enzo Baldini, uno dei massimi esperti italiani dell'argomento. L'intervento di Franco Todescan su Grozio ha rimesso in discussione alcuni punti di contraddizione e ambiguità presenti in quel pensiero, riportando l'attenzione sulla questione cruciale del lessico, nuovamente affrontata dall'intervento di Mario Turchetti intorno alla terminologia francese e latina delle opere di Bodin. In questo contesto si accoglie la sollecitazione di Gianfranco Borrelli, che ha proposto i dispositivi foucaultiani nell'ambito dell'interpretazione del potere.

Il secondo filone di ricerca indagato, "L'idea di Democrazia", oggetto dei contributi della quarta sessione, presieduta da Salvo Mastellone, è stato ricco di suggerimenti e ipotesi di lavoro: dalle questioni del socialismo alla democrazia rappresentativa; dal ruolo del partito, oggetto dell'intervento di Gilda Manganaro intorno alle questioni proposte da Mortati e Calamandrei, al sindacato; dai modelli teorici alla storia; dal problema della rappresentanza alle pratiche politiche della partecipazione.

Il socialismo e la democrazia, dunque, rapporto storicamente ricostruito dalla densa relazione di uno dei massimi esperti italiani della storia del socialismo internazionale, Gian Mario Bravo. Questione che aveva molto impegnato Enzo Sciacca fino al lavoro Interpretazione della democrazia, testo studiato e approfondito da diverse generazioni di studenti della facoltà di Scienze politiche che hanno avuto la fortuna di apprezzare le lezioni del professore. La sessione si è conclusa con l'intervento di Ginevra Conti Odorisio che ha offerto nuove letture della rivoluzione americana da parte di autori francesi.  

Quindi, nel corso della quinta sessione, coordinata da Raimondo Cubeddu, l'approfondimento di un terzo filone di ricerca caro agli studi di Sciacca: "Costituzione e costituzionalismi". Assai fecondi sono sembrati i ragionamenti proposti intorno ai problemi del costituzionalismo, dalle idee di Costituzione - come l'intervento di Eugenio Guccione ha ben rilevato -, alle Costituzioni specifiche, come quella americana, nel dibattito evidenziato dal ragionamento di Giuseppe Buttà. Si sono così sviscerate le questioni cruciali oggi presenti nel dibattito politico, non solo nazionale, che interroga modelli elaborati come, ad esempio, la politìa giudaica, argomento del significativo intervento di Lea Campos Boralevi.

La conclusione del convegno è stata affidata a Fabrizio Sciacca che ha ricordato ad una platea numerosa, unita e commossa nel ricordo di Enzo Sciacca, le qualità morali e umane del padre, dopo averne apprezzato la ricostruzione del profilo scientifico e le attuali sollecitazioni  emerse nel corso dei tre giorni del convegno ad opera di colleghi e amici. Tre giorni di dibattito di altissimo rilievo scientifico, dove non sono mancate le testimonianze di affetto e di stima nei confronti di un maestro di diverse generazioni di studiosi che ha saputo, con impegno e con coerenza, seminare nel terreno, a volte anche arido e impervio dell'Accademia, la curiosità intellettuale e il rigore metodologico, "armi", direbbe il "suo" Machiavelli, di ciò che è "costituente".