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Dossier/ Il ruolo dell'Università per lo sviluppo di una cultura ambientale

La sostenibilità ambientale: il ruolo dell'università


 
 
28 ottobre 2008
di Roberta Piazza
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Nel 1987 la pubblicazione del rapporto della Commissione Brundtland Our Common Future pone all'attenzione del pubblico mondiale il tema dello sviluppo sostenibile. Sostenibile viene definito "lo sviluppo capace di soddisfare i bisogni dell'attuale generazione senza compromettere la capacità di quelle future di rispondere alle loro" (World Commission on Environment and Development).

Nel World Summit on Sustainable Development del 2002 l'educazione viene poi descritta come l''elemento indispensabile', in grado di trasformare lo sviluppo sostenibile in realtà. Tale considerazione ha indotto l'Assemblea generale delle Nazioni Unite a dichiarare il 2005-2014 come la decade dell'educazione allo sviluppo sostenibile (Decade of Education for Sustainable Development).

L'obiettivo è quello di promuovere comportamenti e abilità, sostenuti da modalità di pensiero creativo e critico, tali da incoraggiare la soluzione e la gestione dei problemi (e non solo ambientali) nell'ottica dello sviluppo sostenibile. Prioritarie sono considerate, dunque, le aree che riguardano: la promozione dell'educazione di base (la literacy e la numeracy sono prerequisiti fondamentali per accrescere la partecipazione delle persone alla vita comunitaria ed all'assunzione di responsabilità e decisioni per il bene comune); il riorientamento e la revisione dei programmi educativi dalla scuola materna all'università (all'interno dei quali vanno esplicitamente inclusi lo studio e la comprensione dei problemi sociali, economici, ambientali); lo sviluppo della consapevolezza collettiva attorno ai temi dello sviluppo sostenibile; la possibilità di fruire di opportunità di apprendimento esperienziale, attraverso l'educazione scientifica e tecnologica, ma anche grazie ad un più stretto rapporto con il mondo del lavoro, in particolare degli affari e dell'industria.


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Non credo possa sfuggire la visione eccessivamente ottimistica (e decisamente retorica) circa le prospettive di soluzione dei problemi affidate all'educazione. Tuttavia, va sottolineato che lo sviluppo di competenze funzionali alla sostenibilità può essere realizzato proprio attraverso la costruzione di processi di apprendimento (formali e non formali) che coinvolgano tutti gli aspetti della vita del soggetto e che incrementino la sua capacità di apprendere e di agire socialmente in vista del benessere comune. L'orientamento verso l'acquisizione di comportamenti, atteggiamenti, abilità a favore della sostenibilità, più che prerogativa di un'area disciplinare a sé stante, aggiunta all'interno dei curriculum tradizionali, dovrebbe informare l'intero processo educativo e formativo. In tale visione tutte le agenzie educative sono chiamate a rivedere la propria concezione di educazione, la quale dovrebbe essere "ambientale" nel senso pieno del termine.

Anche per l'università, quindi, non si tratta di creare nuovi centri di ricerca, ma, piuttosto, di orientare l'intero processo educativo alla luce dei principi che sostengono l'etica ambientale nella società. Gli atenei possono giocare un ruolo guida nella ricerca, nella formazione multidisciplinare e nella mobilitazione di tutti gli attori sociali sui temi e sui problemi connessi alle conseguenze del degrado ambientale ed alla ricerca delle condizioni necessarie ad assicurare un mondo più equo e sostenibile.

Dal punto di vista euristico, l'Università è chiamata a riflettere sulla responsabilità etica che la ricerca ha nei riguardi dello sviluppo "insostenibile" e, quindi, sulle possibilità di utilizzare gli esiti degli studi per obiettivi connessi al miglioramento globale. Per quanto riguarda i processi educativi, l'influenza che l'università può determinare su generazioni di studenti dovrebbe riguardare le decisioni che essi assumeranno nel corso della loro esistenza. Ovvero ciò che avranno appreso dalla loro esperienza di studenti universitari e dall'esempio fornito dai docenti e da tutti coloro che lavorano all'interno dell'Università non può non avere effetti sui comportamenti futuri.
Non va dimenticato, infine, che l'Università è tenuta al rispetto dell'ambiente e della sicurezza di coloro che partecipano alla sua vita: ciò significa che quando l'Università pianifica la sua crescita, tali considerazioni dovrebbero guidare l'assunzione di decisioni che riescano a bilanciare i valori economici, ambientali e sociali.


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Lungi dall'essere solo considerazioni utopiche, numerose Università nel mondo hanno deciso di adottare una politica di sostenibilità ambientale che abbracci molteplici aspetti: il management della progettazione architettonica, della costruzione, del restauro e del rinnovamento degli spazi; il risparmio dell'energia e dell'acqua, la riduzione dei rifiuti e delle emissioni prodotte; le politiche di trasporto; la salute e la produttività. Ciò significa impegnarsi nello sviluppo e nel mantenimento dell'ambiente quale luogo in grado di accrescere il benessere umano e favorire la transizione verso la sostenibilità. A tal fine, secondo quanto affermato nella University Charter for Sustainable Development (1994), ai cui principi hanno aderito moltissime università nel mondo, l'impegno degli atenei dovrebbe riguardare:

1. la diffusione delle pratiche istituzionali che promuovono la sostenibilità, come ad esempio le misure per accrescere l'efficienza delle risorse rinnovabili e diminuire la produzione di rifiuti e di materiali pericolosi (sia all'interno che all'esterno dell'università);
2. la promozione della salute, della produttività e della sicurezza all'interno dell'Università tramite la progettazione e la manutenzione dell'ambiente costruito;
3. la promozione della salute dell'ecosistema del territorio nel quale l'Università insiste;
4. lo sviluppo di strumenti di pianificazione che consentano analisi comparative sugli effetti della sostenibilità e che offrano il supporto necessario agli amministratori per operare scelte a lungo termine su temi economici, ambientali e sociali;
5. la diffusione di tematiche ambientali e dell'apprendimento ad esse correlato (per studenti, personale dell'Università e cittadini tutti);
6. l'individuazione di indicatori per la sostenibilità che consentano di monitorare e migliorare la situazione locale.

È inutile dire che l'implementazione di tali principi può realizzarsi solo laddove esistano investimenti adeguati. Ogni struttura universitaria dovrebbe individuare dei fondi per la realizzazione degli obiettivi specifici che intende realizzare, all'interno del piano più generale dell'Ateneo, così come accade per numerose altre priorità. La pianificazione del budget universitario annuale dovrebbe, pertanto, includere l'esplicita ricognizione del raggiungimento dei principi di sostenibilità individuati dalle singole strutture. L'Università dovrebbe impegnarsi, inoltre, ad investire nei sistemi di supporto della sostenibilità, così da facilitare la diffusione di tali principi.

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