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Didattica

Il nuovo regolamento didattico d'Ateneo


 
 
30 settembre 2008
di Giuseppe Cozzo
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Nella seduta del 20 giugno 2008 il Senato accademico ha approvato il testo del nuovo regolamento didattico di ateneo, documento preliminare alla definizione dei nuovi ordinamenti didattici in applicazione del D.M. 270/2004.
Il testo è stato predisposto dalla Commissione paritetica per la didattica, che vi ha dedicato ben sedici sedute tra ottobre 2007 e maggio 2008. Per la particolare composizione della commissione (il presidente ed uno studente della commissione didattica di ciascuna facoltà), per la prima volta gli studenti hanno potuto dare il loro contributo già nella fase istruttoria dei lavori e, non solo, nella fase finale di approvazione del documento.

Il regolamento si ispira alle linee guida per l'attuazione dei nuovi ordinamenti didattici che il Senato accademico ha approvato nel luglio 2007. Coerentemente con gli obiettivi enunciati in tale documento, il testo, nel recepire le prescrizioni dei vari decreti ministeriali, introduce diverse innovazioni.
In sintonia con il criterio informatore della riforma, il nuovo modello organizzativo punta sulla "trasparenza". Infatti, il regolamento prevede che siano rese facilmente accessibili a tutti le informazioni relative ad ogni aspetto delle attività didattiche. In particolare, il manifesto degli studi dovrà contenere, oltre alle abituali informazioni sugli insegnamenti, anche i nominativi dei docenti, notizie sulle attività di ricerca, sui risultati raggiunti in termini di occupabilità dei laureati, sul numero di iscritti, le procedure di valutazione, i programmi degli insegnamenti, gli orari delle varie attività, ..

Tutto ciò imporrà uno sforzo organizzativo notevole, anche in considerazione delle carenze lamentate da molte strutture didattiche in termini sia di strutture che di personale, nonché un livello di programmazione delle attività più puntuale di quello attuale.  Tuttavia, si è ritenuto assolutamente necessario imboccare tale percorso con decisione.


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Tra i punti più significativi e di maggiore impatto sugli studenti è certamente quello relativo ai requisiti di ammissione ai corsi di studio. Viene, infatti, generalizzato il principio in base al quale per essere ammessi ad un corso di laurea è necessario possedere un'adeguata preparazione iniziale. Pertanto, in ingresso è prevista una verifica mirata all'accertamento delle conoscenze di base in non più di quattro aree disciplinari, verifica che terrà conto anche dei risultati conseguiti dallo studente negli ultimi tre anni del suo percorso scolastico. Nel caso in cui la verifica non sia positiva, lo studente, prima di essere ammesso a sostenere gli esami dei corsi curricolari, dovrà superare degli obblighi formativi aggiuntivi.

Per quanto riguarda i crediti formativi universitari (CFU), in presenza di una situazione attuale che registra notevoli e non sempre giustificate difformità tra i vari corsi di laurea, si è ritenuto opportuno precisare che nel carico standard complessivo di 25 ore per credito possono rientrare almeno 6 e non più di 9 ore di lezioni frontali e almeno 12 e non più di 18 ore dedicate a esercitazioni o altre attività assistite.
Altro punto caratterizzante è quello dell'istituzione di un solo corso di laurea, nell'ambito di una classe, eventualmente articolato in curricula che si possono differenziare complessivamente per non più di 60 crediti, a partire dal secondo anno di corso. L'attivazione di più corsi di laurea della stessa classe è possibile, infatti, solo nel caso in cui vi sia l'esigenza di una chiara differenziazione dei titoli, soprattutto in presenza di una domanda studentesca particolarmente elevata.
Particolare attenzione è stata dedicata al problema della conoscenza della lingua straniera. Il regolamento precisa che il livello minimo di conoscenza richiesto è il livello A2 della classificazione del CEF (Common European Framework). Nel contempo, prevede che, per attestare la conoscenza della lingua e conseguire i crediti previsti, lo studente possa presentare una certificazione linguistica rilasciata da un ente riconosciuto dall'ateneo. In tal caso, il livello minimo richiesto è il B1. Quale segnale dell'importanza attribuita al conseguimento di tale certificazione, lo studente che la consegua presso l'ateneo ha diritto al rimborso del costo della stessa e di parte del costo dell'eventuale iscrizione al corso di preparazione.

Altro aspetto che ha richiesto particolare attenzione è quello volto ad evitare la parcellizzazione delle attività formative e, nel contempo, insegnamenti eccessivamente onerosi. A tale scopo, si prevede che a ciascun insegnamento possa essere attribuito un numero di crediti non inferiore a sei e non superiore a dodici, eccezionalmente elevabile fino a diciotto per non più di tre insegnamenti (due nei corsi di laurea magistrale). In quest'ultimo caso deve essere prevista almeno una prova o un colloquio in itinere che dia luogo al conseguimento di un adeguato numero di crediti.

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Aspetto connesso al precedente è quello dei corsi integrati che possono essere istituiti solo quando sia indispensabile l'apporto di discipline appartenenti a settori diversi o, nel caso di corsi di almeno nove crediti, quando siano presenti parti a contenuto fortemente specialistico. Altro vincolo tendente a ridurre la frammentazione è quello per il quale nei corsi integrati a ciascun docente è affidato un insegnamento di almeno tre crediti, riducibili a due nei corsi della facoltà di medicina e chirurgia.
Infine, un cenno su altri due punti. Il primo riguarda la possibilità riconosciuta a tutti gli studenti di seguire, a semplice domanda all'atto dell'iscrizione ad un anno di corso, uno o più insegnamenti extra-curriculari (corsi singoli) scelti tra tutti quelli attivati nell'ateneo, per un massimo di 18 crediti per anno.

Il secondo riguarda i docenti ai quali il consiglio di facoltà può attribuire, con il loro consenso, compiti didattici solo fino ad un massimo di 180 ore (eccezionalmente elevabile a 210) di attività didattica frontale nell'ambito dei corsi di laurea e di laurea magistrale, e autorizzare attività didattica in corsi di altro tipo (master, corsi di specializzazione, di dottorato, di formazione, IFTS, .) fino ad un massimo complessivo di 300 ore per anno accademico.
Ragioni di brevità impongono di sorvolare su altri punti non meno significativi, tra i quali: la definizione della figura dello studente a tempo parziale, le semplificazioni per il riconoscimento di studi compiuti all'estero, il numero di crediti necessari per il passaggio ad anni di corso successivi, l'istituzione di servizi di orientamento e tutorato presso ciascuna facoltà, la registrazione degli esami per via telematica, ecc.

Col nuovo regolamento si è cercato di porre le premesse per un radicale miglioramento della didattica dell'ateneo. Si tratta solo di un primo passo, a cui ci auguriamo segua un rinnovato impegno da parte di tutti i protagonisti del processo formativo, dai docenti al personale tecnico-amministrativo agli studenti.

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