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Memoria d'Ateneo

Achille Russo: scienziato zoologo e Magnifico Rettore

(I parte)

 
 
27 maggio 2007
di Giovanni Sichel
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Achille Russo nacque a Nicotera (Catanzaro) il 16 novembre 1866, terzo di otto fratelli. Ebbe una carriera scolastica molto irregolare e da autodidatta riuscì a conseguire la licenza liceale. Si iscrisse alla facoltà di Scienze naturali dell'università di Napoli dove si laureò nel 1891, ottenendo poi un posto di perfezionamento presso la Stazione zoologica di quella città. Divenne assistente nell'Istituto di Istologia e Fisiologia generale e, infine, passò in quello di Zoologia. Conseguita la libera docenza in Anatomia comparata, si presentò al concorso per professore di zoologia e anatomia comparata bandito dall'università di Parma. In questo primo concorso ottenne un giudizio molto favorevole: la Commissione sulla base degli ottimi lavori sugli Echinodermi, lo dichiarò all'unanimità "eleggibil", termine che, più o meno, corrisponde al più recente "maturo". Ottenuto questo giudizio, fu nominato professore di zoologia e anatomia comparata nell'università di Cagliari dove era vacante un posto di professore straordinario. Successivamente si presentò ad un altro concorso bandito dall'università di Messina per zoologia e anatomia comparata, dove ottenne un giudizio ancora più lusinghiero. Infatti nella graduatoria venne dichiarato terzo, a pari merito, con un altro concorrente. In virtù di questo giudizio Russo fu chiamato all'unanimità a Catania ad occupare la cattedra rimasta vacante dopo il trasferimento a Messina di Pio Mingazzini.

Achille Russo dall'università di Cagliari giunge a Catania nell'anno accademico 1901-02 a soli 35 anni d'età, come ordinario di zoologia e anatomia comparata. Quando si insediò nella sua cattedra, l'Istituto di Zoologia era ancora situato nel palazzo centrale dell'università, scarso di risorse finanziarie, di spazio e di personale; tuttavia egli seppe utilizzare appieno il disponibile, tanto che l'attività scientifica divenne ragguardevole anche per l'entusiasmo e la passione per la ricerca (in special modo per quella di base) che l'accademico calabrese fu capace di infondere al personale e ai giovani che cominciavano ad affollare gli angusti locali dell'Istituto; ma di questo parlerò in altro articolo.

Achille Russo svolse anche un'intensa attività politico-amministrativa, sempre nell'ambito universitario e, in genere, in quello culturale. Fu presidente dell'Accademia Gioenia per moltissimi anni, mantenendo la carica sino al decesso; fu Accademico dei Lincei, Accademico dei XL, membro di molti enti e sodalizi. Dal 1910-11 al 1918-19 fu preside della facoltà di Scienze e dal 1919-20 al 1923-24 fu rettore dell'università di Catania, succedendo a Giuseppe Maiorana.

Già nel discorso di apertura dell'anno accademico 1919-20 Russo indicava due obiettivi principali da raggiungere: sistemazione edilizia e incremento delle risorse finanziarie. I due obiettivi erano strettamente correlati e, certamente, era impensabile che il Ministero potesse finanziare la mole di lavori indispensabili per risolvere le gravi annose deficienze del sistema edilizio universitario di Catania; era quindi necessario convincere e coinvolgere enti pubblici e privati perché contribuissero al sovvenzionamento delle opere che avrebbero posto il nostro ateneo alla pari con le altre università italiane. Per realizzare questo programma Achille Russo si mise all'opera contattando e convincendo Provincia, Comune, Camera di Commercio ed altri Enti che, costituendosi in Consorzio, avrebbero assicurato un cospicuo finanziamento annuale. La brillante idea, grazie al suo carisma, ebbe successo e il Consorzio assicurò l'erogazione della somma annua di Lit. 89.700.

Con questi fondi si poté dare inizio al completamento e alla nuova sistemazione di Istituti e Cliniche che si trovavano in condizioni disagiate, se non indecorose. In virtù di tale operazione, anche l'Istituto di Zoologia, nel 1922, poté lasciare i vecchi locali dell'università centrale per trasferirsi nella Cittadella di via Androne.

L'operosa attività del rettore fu interrotta dalle sue dimissioni, causate da contrasti con le autorità del regime fascista: il comportamento assunto da Achille Russo in quella circostanza rappresenta la prova indiscutibile della sua inflessibile dirittura morale. Il 30 settembre 1923, fu promulgata, nel quadro della Riforma Gentile, la legge concernente l'università, con la quale tutti gli atenei del Regno venivano distribuiti in due gruppi: A e B. Le università appartenenti al gruppo A sarebbero state a completo carico dello Stato, mentre quelle del gruppo B, fra le quali Catania, avrebbero ricevuto solo un modesto finanziamento statale e, per il resto, si sarebbero dovute mantenere a spese proprie.

Da parte del Consiglio accademico, corrispondente più o meno al Senato accademico attuale, la riforma fu aspramente criticata, particolarmente dal rettore Russo che, dissentendo dalla politica del ministro (il filosofo Giovanni Gentile), con molto coraggio (si era in pieno regime fascista) presentò le sue dimissioni. Queste, però, furono successivamente ritirate, sia per le pressioni dei colleghi, sia per quelle dello stesso ministro. Nel frattempo Russo non era rimasto inerte, ma aveva costituito un nuovo Consorzio, questa volta coinvolgendo tutti gli Enti pubblici e privati che utilizzavano le prestazioni dell'università di Catania; ma la convenzione relativa al Consorzio non era stata ancora firmata, sicché le proteste studentesche continuarono: due studenti, uno di Medicina, l'altro di Giurisprudenza, scrissero ciascuno un articolo su un giornaletto locale, dove non risparmiarono pesanti apprezzamenti e frasi disdicevoli contro il ministro che, venutone a conoscenza, chiese al Consiglio accademico di prendere severi provvedimenti. Il Consiglio, che in sostanza condivideva le critiche, scelse un comportamento indulgente: infatti, interrogati i due studenti, dichiarò che i giovani non intendevano offendere il ministro, ma solo discutere la riforma e deliberò che il rettore chiedesse al ministro di risolvere con particolare clemenza l'increscioso incidente. Gentile, punto sul vivo, reagì pesantemente e censurò la Facoltà giuridica e quella medica, i loro presidi e il rettore nel procedimento disciplinare aperto contro gli studenti. Di fronte a questa scomunica, quell'inflessibile gentiluomo che era Russo ritenne suo imprescindibile dovere dimettersi irrevocabilmente dalla sua carica. Immediatamente, il ministro nominò commissario-prorettore prima e rettore poi Pietro De Logu, professore di Diritto romano che volentieri accettò.

Per questo motivo la firma della convenzione del secondo consorzio fu apposta da De Logu e non da Achille Russo, che con la sua brillante iniziativa aveva salvato il nostro ateneo dal degrado al quale esso era stato condannato dalla collocazione fra le università di gruppo B. Basterebbe solo il ricordo di questa vicenda per affermare la grandezza del personaggio di cui stiamo rievocando la figura. Della sua encomiabile attività di docente e di scienziato, e del suo ruolo di caposcuola ci riserviamo di parlare in seguito. (segue)