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Memoria d'Ateneo

Ricordo di Teresa Ferro

Appassionata studiosa e amica della Romania

 
 
13 settembre 2007
di Raffaella Padalino
Foto di Teresa Ferro.jpg

Lo scorso 7 giugno Teresa Ferro ci ha lasciati. È mancata una Maestra insostituibile, guida e punto di riferimento per molti allievi che hanno avuto l'onore e la fortuna di lavorare accanto a lei, anche per breve tempo, o che la vita e le scelte professionali hanno condotto in sedi universitarie diverse, in Italia o all'estero.

Se n'è andata un'amica carissima, che ha sempre rappresentato un esempio di correttezza intellettuale e di generosità e - in special modo per i tanti studenti che frequentavano i suoi corsi e per gli allievi - il modello da seguire quanto a tenacia di propositi e di affetti.

Non è facile, per chi, come me, credeva di avere ancora tanto tempo da condividere con lei - conversando piacevolmente sui lavori scientifici in preparazione o ascoltandola mentre, piena di entusiasmo, raccontava dell'ultimo convegno da lei organizzato o del più recente viaggio in Romania - ricordare la studiosa, la guida così prematuramente scomparsa, senza correre il rischio di farsi sopraffare dai ricordi e sorprendere da una forte commozione.

Conobbi Teresa Ferro quando, da studentessa, cominciai a frequentare i corsi di Lingua e letteratura romena nella nostra Università. Con la grande affabilità, competenza e passione che l'hanno sempre contraddistinta affiancava il professore Giuseppe Piccillo, curando in special modo i corsi di storia della lingua. Dopo i primi esami, rimasi colpita dal modo con cui mi invogliò a proseguire negli studi linguistici intrapresi e, dopo la malattia che costrinse il professore Piccillo lontano dall'Università, fu lei che ebbi accanto nel delicato momento della stesura finale della mia tesi di laurea. Ebbe inizio allora un rapporto di reciproca stima, che col passare degli anni si trasformò in sincero e profondo legame d'amicizia.

Nata a Scicli il 30 marzo 1956, Teresa Ferro si era laureata nel 1980 in Lettere classiche nell'università di Catania. Dopo aver beneficiato di numerose borse di studio, aveva frequentato la scuola di specializzazione in Filologia moderna dell'Università di Bologna e nell'a.a. 1985-86 aveva usufruito di una borsa di perfezionamento presso il Centre de Linguistique et Philologie Romane dell'Università di Strasburgo. Poi, nel 1989-90, sempre nell'università di Catania, aveva conseguito il titolo di Dottore di ricerca in "Scienze letterarie e linguistiche" con una tesi su I parallelismi romeno-italiani-meridionali e ancora nella stessa università era stata titolare di una borsa per attività di ricerca post-dottorale.

Studiosa di solida formazione filologica e linguistica, dal 1994 al 2002 è stata ricercatrice di Lingua e letteratura romena nella facoltà di Lingue e letterature straniere dell'università di Udine, continuando a svolgere un'intensa attività didattica anche nella sede universitaria di Catania. Qui, dopo la malattia e la morte del professore Piccillo, aveva insegnato dal 1997 al 2000, come supplente, Lingua e letteratura romena.

Dopo aver vinto nel 2002 il concorso per professore associato nell'Università di Udine, nel 2003 era diventata il più giovane dottore ad honorem dell'Università de Vest di Timisoara, che l'aveva insignita di quel titolo per la sua straordinaria attività scientifica e per il sostegno da lei dato nel corso del suo magistero alle relazioni culturali italo-romene.

Purtroppo un destino a noi oscuro e incomprensibile, col volto della malattia di cui lei parlava poco e che la sua forza aveva fatto quasi dimenticare a tutti, ha voluto che Teresa Ferro, divenuta professore ordinario proprio nel maggio 2007, non potesse proseguire quel cammino di ricerca che con fervida dedizione aveva intrapreso sin dagli anni successivi alla laurea.

Teresa Ferro amava la ricerca, lavorava strenuamente e incessantemente con rigore e precisione scrupolosa, trasmettendo entusiasmo e voglia di fare a studenti e allievi. All'indefesso impegno didattico il posto di il posto di - a Udine era titolare degli insegnamenti di Lingua romena, di Letteratura romena e di Lingua e traduzione - accostava l'attività di coordinatrice e collaboratrice di programmi Socrates e Tempus. Nel quadro di questi progetti europei teneva frequenti lezioni nelle maggiori università romene di Bucarest, Cluj, Craiova, Iasi, Oradea e Timisoara.

Eccellente organizzatrice, a lei si deve tutta una serie di conferenze e convegni miranti alla promozione della lingua e della cultura romena non solo nell'ambiente culturale friulano, dove ormai da anni era stimata e apprezzata, ma anche e più in generale in Italia. Proprio ai rapporti tra Italia e Romania aveva dedicato vari cicli di conferenze e diversi convegni internazionali in quella che era diventata la "sua" università.

Sin dai suoi primi lavori Teresa Ferro aveva privilegiato la storia della lingua romena e la posizione di quest'ultima all'interno dell'area balcanica. L'indagine etimologica e onomastica, gli studi di fonetica storica e di lessicologia rappresentavano i suoi principali campi di indagine.

Dopo numerosissimi articoli e comunicazioni in questi ambiti - come, solo per ricordarne qualcuno, il contributo su una voce balcano-romanza di origine controversa: rom. Jupîn (Strasbourg 1984) - dopo gli studi sulle concordanze dei dialetti italiano-meridionali con l'area balcano-romanza (Catania 1991) o ancora sul lessico latino dell'albanese (Tübingen 1992), vide la luce il volume Latino e lingue balcaniche nella formazione del romeno (Catania 1992). Documentata sintesi - sino a quel momento inesistente nella romenistica italiana - del processo che portò alla formazione del romeno, con costante riferimento ai rapporti con le altre lingue romanze e con quelle della lega balcanica, il lavoro si rivelò anche strumento di indubbia utilità didattica tanto da essere ancora oggi adottato in molte università italiane.

L'interesse di Teresa Ferro per la cultura romena e per le relazioni italo-romene si è manifestato, tra l'altro, attraverso le sue approfondite ricerche in vari archivi e biblioteche italiani e romeni sull'attività dei missionari cattolici in Moldavia nei secc. XVII -XVIII e nei primi anni del XIX sec. Oltre che sugli aspetti linguistici di un testo moldavo di rilevante interesse per la dialettologia storica romena, come le Conciones latino muldaue del missionario italiano Silvestro Amelio, i suoi studi si erano concentrati più in generale sulla storia della propaganda cattolica in Moldavia, sugli autori e i destinatari degli scritti religiosi romeni in alfabeto latino tra il XVI e il XVIII secolo e sulla corrispondenza tra i missionari cattolici italiani e la congregazione di Propaganda Fide nei secc. XVII e XVIII. Tutti studi che l'avevano collocata tra i migliori specialisti nel settore.

Il suo più recente volume, I missionari cattolici in Moldavia. Studi storici e linguistici (Cluj-Napoca 2005), è il frutto di queste sue ricerche, che vedono lo storico della lingua e il filologo muoversi con sicurezza.

Molti dei contributi sulla latinità del romeno, apparsi fra il 1983 e il 1998 su atti di convegni, riviste scientifiche italiane e straniere e volumi collettivi, hanno trovato collocazione in Latino, romeno e romanzo - Studi linguistici (Cluj 2003). Raccolta, questa, che rivisita gli ambiti di indagine più cari a Teresa Ferro, da quello più propriamente storico-linguistico a quello della rilettura delle fonti, fino ai contatti, reali o presunti, del romeno con altre lingue romanze e non romanze.

Una irrefrenabile curiosità intellettuale spingeva Teresa Ferro a viaggiare spesso e ad andare frequentemente in Romania, dei cui tesori naturali e artistici, oltre che della cultura e delle ricchissime tradizioni, era grande conoscitrice.

La sua morte rappresenta una gravissima perdita per la comunità scientifica internazionale. Con la sua scomparsa la Romania - che in questi giorni la ricorda sulle pagine di "România literara", una delle più prestigiose riviste culturali romene, con le parole di insigni storici e linguisti come Ioan Aurel Pop e Rodica Zafiu - perde un'amica e una studiosa seria e appassionata, che lascia in tutti coloro che la conoscevano una terribile sensazione di vuoto e di sconforto.

Guida sicura nello studio e punto fermo negli affetti per i tanti allievi, colleghi e amici che non dimenticheranno mai il piacere della sua compagnia, la sua lealtà e la sua tenacia, Teresa Ferro con la sua preziosa produzione scientifica ha tracciato una strada che lei stessa diceva ancora aperta a molteplici sperimentazioni.

La animava quello che lei chiamava il "male" comune a tutti i professori, e cioè il forte desiderio della trasmissione dell'esperienza scientifica, fatta di rinunce e di sacrifici, ma soprattutto del piacere e del "gusto" della ricerca. In qualità di tutor di numerosi studenti e dottorandi, nutriva la segreta speranza che questi si sentissero attratti da uno dei suoi tanti progetti e incoraggiati a seguire le sue orme. Nel rimpianto per la sua dolorosa perdita, motivo di conforto sarà, dunque, che i suoi studenti e i suoi allievi possano proseguire nella via da lei così sicuramente tracciata con eguale entusiasmo e fervore:  

"Se così dovesse accadere, e me lo auguro,
questi miei studi sarebbero stati davvero utili a qualcuno"

(T. Ferro, Latino, romeno e romanzo - Studi linguistici, Cluj, 2003, p. 5).