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Atenei

Integrazione euro-mediterranea e riforma dell'Università

Incontro con l'onorevole Fulvio Tessitore, componente della Commissione Cultura della Camera e past-rettore dell'Università Federico II di Napoli

 
 
13 settembre 2007
di Giancarlo Magnano San Lio
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Venerdì 1 giugno, nel Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, si è tenuto un seminario su "Prospettive della cultura umanistica tra tradizione ed integrazione euro-mediterranea. Le discipline storico-filosofiche". All'incontro, organizzato dai proff. Enrico Iachello e Giancarlo Magnano San Lio, della facoltà di Lettere e Filosofia del nostro ateneo, hanno partecipato importanti docenti e studiosi di diverse Università europee ed africane, tra i quali Fulvio Tessitore e Giuseppe Cacciatore (Napoli), Ridha Chennoufi e Salah Mosbah (Tunisi), Giuseppe Giarrizzo (Catania) e Matthias Kaufmann (Halle-Wittenberg).

L'iniziativa si è svolta nell'ambito di un più ampio progetto di continua e significativa collaborazione tra istituzioni culturali dei paesi del bacino mediterraneo, nella prospettiva di una ormai necessaria interazione tra il patrimonio della tradizione, con particolare riferimento alle istanze culturali, religiose e socio-politiche, e le ineludibili spinte in direzione di una sempre più ampia e radicata integrazione euro-mediterranea, che, senza disconoscerle, sappia sviluppare e valorizzare, nella più vasta dimensione comune, le caratteristiche specifiche di ogni cultura.

Dalle relazioni preliminari dei singoli partecipanti, tutte volutamente segnate dal tentativo di evitare, per quanto possibile, riduttive prospettive monocentriche che assai poco sarebbero servite ad impostare in modo corretto questioni così delicate e problematiche, è emersa la necessità di una riflessione ora trasferita su un terreno autenticamente comune. Si è deciso, quindi, di rafforzare la collaborazione scientifica ed istituzionale multicentrica e dinamica, consapevolmente tesa a ridefinire, in senso storico ed in vista di una futura pianificazione delle relazioni, concetti considerati essenziali per il dialogo tra culture diverse.


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Tutto ciò alla luce del fatto che tali culture di area mediterranea si sono sviluppate in continua interazione reciproca, sebbene questa sia stata spesso vissuta in termini di estraneità, quando non addirittura di accesa conflittualità: identità ed identificazione, relazione e relativismo, monismo e pluralismo, multiculturalità ed interculturalità sono soltanto alcuni dei fondamentali concetti che esigono, alla luce della realtà storica e tenendo conto dell'ormai ineludibile processo di integrazione tra punti di vista troppo spesso considerati assoluti, un'ampia rivisitazione critica. In questo senso, la necessità di un'effettiva integrazione non deve disconoscere, né tanto meno espungere, particolarità e differenze stratificate da secoli di tradizioni culturali eterogenee, ma può certo evitare che qualcuna di queste possa ancora tentare di attribuirsi, con evidente nocumento per qualsivoglia tentativo di dialogo, valenza paradigmatica: l'ormai assodata vetustà ed improbabilità, quando si è ormai sufficientemente lontani dalla tragica stagione del colonialismo, di ogni modello ermeneutico e propositivo di matrice esclusivamente  europea (ed occidentale in genere) impone, più che un'effimera e precaria risoluzione delle punte, peraltro sempre estemporanee, di maggiore asprezza conflittuale, un confronto aperto e consapevole.

Appare evidente che tale confronto, da svolgersi prevalentemente su temi e problemi di lunga durata, può e deve essere demandato alle istituzioni culturali, seppur sempre in una prospettiva socio-politica, oltre che storica ed etico-teoretica. Nell'ottica di una tale, ormai indifferibile, ridefinizione di un linguaggio comune dal quale muovere, l'incontro ha permesso di individuare una serie di nuclei tematici fondamentali attorno ai quali progettare una più concreta e stabile collaborazione tra studiosi di diversi paesi dell'area mediterranea. Il colloquio ha previsto, inoltre, un progressivo ampliamento dei soggetti protagonisti, rimandando a successive occasioni, che si è cercato, almeno in parte, di pianificare, la definizione di più specifici argomenti di discussione e di approfondimento delle tematiche in oggetto.

Nel pomeriggio dello stesso giorno, nel Coro di Notte del Monastero dei Benedettini, l'on. prof. Fulvio Tessitore, membro della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione) della Camera dei Deputati, Accademico dei Lincei e già Magnifico Rettore dell'Università "Federico II" di Napoli, ha tenuto una conferenza nell'ambito della quale, alla presenza del Magnifico Rettore del nostro ateneo, prof. Antonino Recca, e di molti rappresentanti del mondo accademico, ha fatto il punto su "Problemi e prospettive dell'Università italiana".

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Il relatore ha efficacemente richiamato ed illustrato alcuni dei principali problemi dell'attuale organizzazione universitaria italiana, insistendo sulla difficoltà di gestire, senza una chiara prospettiva generale ed un adeguato incremento delle risorse, il progetto di autonomia e di riforma tuttora in corso. Egli ha sottolineato come qualunque prospettiva di riforma dell'Università non possa procedere se non nell'ottica di un progetto complessivo, capace di tenere conto tanto delle reali necessità di crescita di un settore fondamentale della vita nazionale quanto della sua dinamica e rapida interazione con la più ampia realtà sociale ed istituzionale: ogni tentativo di attuare riforme concepite in un ambito troppo specifico e settoriale non può che rivelarsi dispendioso e spesso privo di autentiche ricadute positive, se condotto al di fuori di una progettazione più ampia e complessiva. E, d'altra parte, tale ineludibile prospettiva generale rimane certo problematica, nella sua esatta determinazione teorica prima ancora che in una eventuale dimensione attuativa, specie alla luce dell'attuale instabilità politica del paese, del continuo avvicendarsi delle parti e degli uomini istituzionalmente demandati ad attuare tali processi di riforma. Da tale situazione, come risulta evidente anche dall'assai discutibile proposta di riforma delle procedure concorsuali per i ricercatori, vengono fuori progetti spesso eccessivamente artificiosi e poco realistici, talvolta addirittura in evidente contrasto con alcuni basilari elementi costituzionali.

Dal quadro tracciato dal relatore, con esauriente chiarezza ed alla luce di un'evidente prospettiva di impegno e di riforma, è scaturito un interessante dibattito che ha coinvolto diversi protagonisti del mondo accademico intervenuti alla manifestazione e che ha visto spostarsi l'attenzione su questioni più specifiche, alle quali il prof. Tessitore ha dato risposta sempre tenendo conto tanto dell'effettiva situazione attuale quanto dell'eventuale possibilità di interventi migliorativi.