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L'Accademia Gioenia promuove la "scienza giovane"

Seminari di comunicazione interdisciplinare aperti al grande pubblico

 
 
13 settembre 2007
di Mario Alberghina
malber@unict.it
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Una delle iniziative per diversificare ed arricchire l'attività dell'Accademia Gioenia di Scienze Naturali di Catania si è concretizzata quest'anno nell'organizzazione di una serie di seminari sulla "scienza giovane".
Con questo termine la Presidenza dell'Accademia ha inteso una "scienza comunicata da giovani ricercatori" ad un più largo pubblico, non le solite comunicazioni estremamente specialistiche, ma half-hour lectures a carattere generale; qualcosa che possedesse un carattere di review e indicasse prospettive presenti e future in settori scientifici avanzati.

Il compito affidato dai senior scientists o tutors di riferimento, soci dell'Accademia, a loro allievi è stato quello di illustrare e dibattere argomenti leader nella ricerca odierna che nascessero dalla loro breve esperienza scientifica e di studio teorico.
Così dottorandi, specializzandi e in qualche caso affermati ricercatori hanno dato corso a sedute interdisciplinari dove sono state presentate ventidue relazioni nelle giornate del 12, 18 e 25 maggio di quest'anno.

I suggerimenti tematici più significativi derivati dai vari laboratori di ricerca possono così riassumersi:
- modelli co-colturali per la ricerca sull'angiogenesi;
- interazioni cellule-materiali per lo studio della biocompatibilità;
- evoluzione degli elementi genetici mobili nei batteri Gram negativi;
- genetica di popolazione applicata allo studio dei microrganismi patogeni;
- alterazioni biochimiche e neurotrasmettitoriali nel disturbo post-traumatico da stress;
- nuove terapie per la depressione;
- effetti a lungo termine di traumi psichici in età evolutiva;
- tecniche per la classificazione di dati dell'espressione genica in microarray;
- morte cellulare indotta da farmaci in cellule leucemiche e linfociti;
- identificazioni di geni candidati per tumori quali neuroblastoma e adenocarcinoma;
-metodologie innovative per l'analisi dell'impatto ambientale delle colture da energia (biomasse).


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Un accattivante pacchetto di topics a carattere prevalentemente biotecnologico-medico che lasciava trasparire l'intenzione di conquistarsi un largo uditorio. Quello che il Consiglio direttivo si attendeva dagli incontri non era, infatti, una serie di comunicazioni solite, comprensibili da addetti ai lavori, un riflesso luminoso di tematiche di ricerca condotte nei vari laboratori universitari, ma veri e propri seminari aperti che potessero suscitare curiosità e interazioni multidisciplinari. Pur nella novità dell'iniziativa, è stata registrata, ahimé, una scarsa partecipazione di soci e di pubblico. Al di là degli indubbi meriti dei presentatori, quest'ultima constatazione merita invero due riflessioni.

Una prima riguarda la pubblicizzazione non adeguata ai temi trattati, cosa che è subito sembrata la pecca principale del mancato reclutamento di un maggior numero di ascoltatori. Come tutte le macchine culturali occorrerebbe avere più benzina pubblicitaria per raggiungere un qualche traguardo di rilievo. E' l'antico ed irrisolto problema della diffusione della cultura scientifica. Senza una mediazione forte di sottolineatura, proposta e propaganda non si raggiungono risultati di attenzione di eterosoggetti. In un recente articolo su The Scientist dal titolo "How should scientists sell science?" si chiedeva ai lettori di esprimere opinioni sul modo di presentare o vendere i risultati scientifici; tra tutti i suggerimenti di autogestione arrivati mancava quello di affidarsi ad esperti della comunicazione.

Una seconda riguarda la qualità delle presentazioni. Essendo affidate alla proposta spontanea dei soci e non categorizzate, a conti fatti non sono state tematiche riversabili sul largo pubblico o sul sistema scolastico secondario; sono rimaste e restano tematiche di nicchia. E' la stessa osservazione che si può fare per tutti i seminari svolti nell'ambito di Scuole di Specializzazione o Dottorati di ricerca, in cui gli argomenti trattati sono scelti in forma disarticolata rispetto al corso di studi, risultando essere i più strapalati ed eterodossi, spesso non sono neppure coltivati dagli stessi docenti proponenti che giocano in quel caso più la carta della cura dei contatti politici personali con l'invited speaker piuttosto che una volontà di seria acculturazione nel solo interesse dei discendi. Forse una serie di seminari tra poeti e giovani scienziati e le loro reciproche bontà ed influenze potrebbe essere in futuro un'occasione di praticare "scienza giovane".