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Progetti

Università e politiche attive del lavoro

Il programma FIxO

 
 
13 settembre 2007
di Milena Ruffino
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Il sistema universitario italiano è attualmente caratterizzato da una profonda evoluzione incentrata  su innovativi processi di autonomia, di responsabilità e di qualità. L'attuazione di tali processi, però, dipende anche dalla possibilità di realizzare una maggiore cooperazione e una più efficace integrazione tra università e apparato produttivo. Nonostante i rapporti tra mondo universitario e mondo produttivo siano stati caratterizzati da una tradizionale distanza, assume sempre più rilievo il campo di interazione e di 'convergenza istituzionale' tra università e imprese, le quali riconoscono l'importanza e la necessità di un raccordo reciproco per assicurare e sostenere l'innovazione, la competitività, l'occupazione e, in generale, lo sviluppo del nostro Paese. Solo operando congiuntamente, nel rispetto delle logiche di cui ciascuna struttura è portatrice, l'Università e il sistema produttivo potranno contribuire a far decollare in Europa una «economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo» (Strategia di Lisbona, marzo 2000). Diviene necessario, pertanto, promuovere azioni strategiche volte a far progredire l'integrazione tra la ricerca scientifica e il sistema impresa, al fine di accrescere e migliorare l'occupazione, così come suggeriscono le indicazioni presenti nel Piano nazionale per l'Innovazione e l'Occupazione (PICO).

A tale scopo, è necessario che le università migliorino le loro azioni d'intervento in materia di politica attiva del lavoro, in modo da renderle più adeguate al tipo di richiesta proveniente dal mercato del lavoro e dalla società. La loro offerta formativa deve garantire un continuum di possibilità, articolate tra loro in un processo non più semplicemente lineare e sequenziale, bensì circolare, in grado di consentire passaggi e rientri tra formazione e mondo del lavoro, e di assicurare, in tal modo, azioni maggiormente rispondenti alla domanda di apprendimento permanente. Si tratta di migliorare e di aumentare le possibilità di apprendimento, attraverso la realizzazione di percorsi formativi più agevolmente fruibili, grazie a modalità e tempi diversificati, connessi da un lato ai progetti individuali di vita e di impegno professionale, dall'altro alle esigenze e alle opportunità espresse dal sistema produttivo.

Oltre a ciò, diviene necessario rinnovare il ruolo dell'università all'interno del mercato del lavoro, promuovendo azioni di accompagnamento e di inserimento dei neolaureati nel settore occupazionale, attraverso programmi integrati di orientamento informativo, formativo ed educativo. Inoltre, una maggiore cooperazione fra le università e le imprese non solo consentirebbe un più efficace trasferimento di idee innovative, di conoscenze e di competenze, ma potrebbe anche significare una più forte partecipazione delle imprese al finanziamento delle stesse università.


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L'interazione tra università e mondo del lavoro può attuarsi attraverso l'organizzazione e la realizzazione di stages, di tirocini formativi, di laboratori didattici, di esperienze professionalizzanti, di servizi di job placement, oltre che con la pubblicizzazione di best practices e di esperienze di successo maturate tramite una dinamica di interconnessione tra università e settore privato. L'integrazione tra sistema formativo e sistema produttivo, dunque, può realizzarsi soltanto attraverso la costituzione di servizi specializzati e "di confine", che conoscano adeguatamente i diversi subsistemi e siano capaci di gestire i rapporti tra loro, al fine di individuare e prospettare in anticipo tendenze, problemi, possibilità, e proporre strategie idonee a farvi fronte. In tale contesto, l'Università è chiamata ad aprirsi sempre più alla cooperazione e allo scambio. La parola chiave, dunque, viene ad essere «integrazione», che include in sé anche i concetti di coprogettazione, cogestione, partecipazione attiva e responsabile.

In tale logica si inserisce il Progetto Formazione e Innovazione per l'Occupazione (FIxO), varato e sostenuto dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Direzione Generale per le Politiche per l'Orientamento e la Formazione, e realizzato da Italia Lavoro (http://www.progettofixo.it/ ). Esso, che ha coinvolto l'ateneo catanese e più di trenta altre università italiane, si articola in una serie di azioni volte a modellare in modo nuovo il rapporto tra università e imprese, proponendo percorsi innovativi di inserimento professionale di giovani laureati, sviluppando e dando continuità di ruolo alle università nel sistema delle politiche attive e, nel contempo, perfezionando una rete di servizi utili alle imprese, ai laureati e agli stessi atenei. L'obiettivo è quello di favorire la creazione di un sistema integrato tra università, imprese, operatori pubblici e privati, che accrescerà l'efficacia dei servizi di placement, ottimizzando, in tal modo, i processi di transizione al lavoro.

I servizi forniti ai laureati, oltre a offrire la possibilità di svolgere tirocini formativi in aziende, riguardano l'attivazione di un canale informativo sul sistema produttivo ed imprenditoriale locale e sui profili aziendali; nonché la realizzazione di percorsi di orientamento, di formazione e di ricerca attiva del lavoro. Inoltre, il FIxO offre la possibilità - ai laureati, ai singoli ricercatori e alle unità di ricerca - di realizzare progetti di spin-off, al fine di avviare nuove iniziative imprenditoriali.