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Scienza e scienziati

Tradurre Sartorius

Un progetto condiviso dell'Accademia Gioenia per riportare al centro dell'attenzione il Der Ätna  del barone e geologo tedesco

 
 
30 giugno 2008
di Mario Alberghina
malber@unict.it
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Avvicinarsi allo studio della storia geologica dell'Etna significa incontrare un'opera ottocentesca descrittiva del vulcano tra le più significative ed esaurienti sull'argomento: il Der Ätna del tedesco Wolfgang Sartorius von Waltershausen (1809-1876).
Il Der Ätna si compone di un'edizione in due volumi (vol. I, 371 pp., corredato di 11 figure nel testo e di 16 tavole illustrate fuori testo; vol. II, 548 pp., corredato di 21 figure nel testo e 24 tavole illustrate fuori testo) ancora non tradotti, pubblicati postumi, dal manoscritto, ad opera del dr. Arnold von Lasaulx (1839-1886), mineralogista e petrografo di Bonn, nel 1880 a Lipsia. In precedenza Sartorius von Waltershausen aveva pubblicato un Atlas des Ätna (Berlin, Göttingen, Weimar) durante gli anni 1845-1859.

Per ripercorrere i primi due viaggi in Sicilia del barone geologo e le vicende che li accompagnarono, nel 2002 è stato pubblicato un libro (M. Alberghina, I chierici vaganti di Gauss, Catania, G. Maimone editore). In quella sede l'autore lamentava il fatto che non fosse stata ancora pubblicata la traduzione italiana dell'opera, vista l'importanza scientifica e diaristica del testo. Nel contempo, ad altri studiosi è balenata la stessa idea di rendere in italiano l'originale tedesco, colleghi spinti da motivazioni sia scientifiche sia letterarie.

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Nelle pagine del Der Ätna sono presenti molti dettagli di viaggio che rendono il primo volume un felice esempio di letteratura odeporica.
Esso è un contenitore che si presta a far rivivere fatti storici e personaggi dell'aristocrazia e della scienza borbonica, un'eloquente fonte di conoscenza geografica, economica e umana della Sicilia del primo Ottocento e post-unitaria. E' completato da una cronologia delle eruzioni del vulcano e da una pubblicazione di memorie vulcanologiche tra cui i manoscritti sull'Etna di Raimondo e Mario Gemmellaro.

Il secondo volume comprende un'accurata descrizione topografico-geognostica del vulcano e delle sue pendici, di rocce e minerali, fumarole e sorgenti presenti nell'area etnea.
Le numerose lettere del barone Sartorius, dirette principalmente a Gauss, per il quale egli aveva fatto misure di declinazione magnetica in Italia, ritrovate negli archivi di Göttingen e Hannover, sono servite ad illustrare ulteriori aspetti del mondo filosofico dell'aristocratico personaggio, membro delle più prestigiose Accademie scientifiche europee.

Oltreché cultore della letteratura di viaggio di autori inglesi e francesi, il barone Sartorius è stato un epigono dei viaggiatori tedeschi precedenti, da von Riedesel a Hoffmann, da Goethe a Münter, Sculz, Philippi, Gerhard ai quali fu debitore della pletora di informazioni utilizzate per la preparazione accurata dei suoi cinque viaggi in Italia e in Sicilia (1834-37; 1838-1843; 1861; 1864; 1869).

Fu eletto socio corrispondente dell'Accademia Gioenia di Catania nel febbraio del 1837. Nel 1843 tornò in Germania, spostando la sua analisi sullo studio dei vulcani islandesi. Ebbe conferito l'incarico di professore di mineralogia e geologia presso l'Università di Göttingen nel 1848 per subentrare a J.F.L. Hausmann nella cattedra (1859), divenendo anche direttore del museo reale di geologia.

Il barone Waltershausen fu anche autore di Gauss zum Gedächtnis (Commemorazione di Gauss) nel 1862. Questa biografia, pubblicata dopo la morte di Carl F. Gauss (1855), è ritenuta come la biografia che Gauss stesso avrebbe voluto scrivere su se stesso. Quando il grande matematico morì a Göttingen, due persone pronunciarono il suo elogio funebre: il genero Heinrich Ewald (orientalista e teologo) e il barone Sartorius di Waltershausen, che rappresentò per l'occasione la Facoltà di Scienze dell'Università di Göttingen.


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Rinnovatasi la Presidenza dell'Accademia Gioenia, in carica dal 1° gennaio 2008, al suo interno è maturato in modo definitivo il progetto di pubblicare la traduzione a cura dell'Accademia stessa e di altre Istituzioni che ne hanno abbracciato e rilanciato l'idea, in prima istanza sotto forma elettronica e in seconda istanza anche in forma cartacea, programmando un'edizione raffinata e di pregio che prevede un adeguato supporto economico.

Perché di opera di pregio si tratterebbe, in quanto le illustrazioni all'interno dei due volumi descrittivi e la raccolta di illustrazioni e litografie del terzo volume (cartografia e tavole) imporrebbero questa scelta. Attorno all'opera è stata avviata una collaborazione tra discipline diverse, una rara occasione in cui competenze scientifiche e umanistiche si sommano per realizzare un progetto comune.
E' stato istituito un Comitato scientifico che dovrà curare tutte le fasi di preparazione e di edizione entro l'estate 2009 (traduzione, adeguamento del linguaggio scientifico, progetto editoriale, ricerca di sponsorizzazione). Oltre al presidente dell'Accademia Gioenia, prof. Giorgio Montaudo, ne fanno parte il preside della Facoltà di Lettere, prof. Enrico Iachello, il preside della Facoltà di Scienze MM.FF.NN., prof. Antonino Lo Giudice, gli accademici proff. Renato Cristofolini (vulcanologo) e Mario Alberghina (biochimico), il prof. Carmelo Monaco (geologo), il prof. Giuseppe Dolei (germanista), il prof. Paolo Militello (esperto di cartografia), la dott.ssa Maria Grazia Patanè, direttrice della Biblioteca Regionale Universitaria.

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