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AD AUGENDUM, FIRMANDUM, ET EXORNANDUM SICULORUM GYMNASIUM, CATINÆ IN URBE CLARISSIMA, VETUSTA BONARUM ARTIUM SEDE
Facoltà

Laurea honoris causa ad Aldo Clementi


 
 
29 maggio 2008
di Maria Rosa De Luca
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L'Università di Catania ha conferito, lo scorso 18 aprile, la laurea honoris causa in Filologia moderna al compositore catanese Aldo Clementi nel corso di una cerimonia svoltasi nell'aula magna del Siculorum Gymnasium. Come ha avuto modo di ricordare nel discorso d'apertura il rettore dell'ateneo, Antonino Recca, un sottile filo rosso legava questo evento ad un'altra celebrazione, quella degli ottant'anni del maestro festeggiati a Catania nel 2005. In quell'occasione era stato organizzato dai docenti di musicologia della facoltà di Lettere e filosofia un convegno - a cui presero parte illustri studiosi italiani e stranieri del panorama musicale contemporaneo - completato dall'esecuzione dell'integrale produzione pianistica clementiana da parte di Roberto Prosseda.

A ricordare la motivazione espressa dal Consiglio di facoltà di Lettere e filosofia, in merito al conferimento del più alto riconoscimento accademico al maestro Clementi, è stato il preside della Facoltà di Lettere, Enrico Iachello, che ha ribadito il ruolo di primaria importanza che questo compositore ha svolto nel mondo della musica europea e internazionale e il grande significato culturale, storico e scientifico della sua opera.
Infine, la cornice della cerimonia si è resa ideale per confermare la funzione essenziale svolta dalla musica a Catania, una funzione che ha assunto sempre più importanza all'interno di strategie di collaborazione e di coordinamento di iniziative promosse congiuntamente dall'Università (e in particolare dalla facoltà di Lettere, a cui vanno riferiti gli insegnamenti musicologici) con le istituzioni artistiche impegnate sul territorio. Rientra in tale ambito di cooperazione la recente stipula del protocollo d'intesa per la costituzione del Polo artistico e musicale della città di Catania. Celebrare Clementi è stata, quindi, anche l'occasione giusta per celebrare la musica nell'ateneo catanese.


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Aldo Clementi è nato a Catania nel 1925. Dopo aver studiato pianoforte sotto la guida di Giovanna Ferro, allieva di Alfredo Casella e illustre esponente della scuola pianistica catanese, si perfeziona con Pietro Scarpini a Siena. Tra il 1945 e il 1952 intraprende gli studi di composizione a Bolzano con il compositore catanese Alfredo Sangiorgi, il solo allievo italiano di Schönberg a Vienna negli anni 1922-23; grazie a lui viene a contatto con le più avanzate esperienze musicali contemporanee e conosce la tecnica dodecafonica. Dal 1952 al 1954 frequenta i corsi di Goffredo Petrassi a Roma, sotto la cui guida consegue il diploma in composizione.

Le tappe fondamentali del viaggio dell'artista Clementi sono state ricordate nei punti nodali della Laudatio pronunciata da Salvatore Enrico Failla, ordinario di Musicologia e storia della musica nella facoltà di Lettere e filosofia di Catania: circostanze che hanno condotto il musicista ad accogliere le sollecitazioni provenienti dalla pittura informale, da cui è scaturita la fase fondamentale della sua poetica creativa, orientata verso un superamento della concezione discorsiva della musica e verso la creazione di un nuovo linguaggio musicale fondato su complessi meccanismi sonori, costruiti con un'assoluta padronanza della tecnica contrappuntistica. Il prof. Failla ha messo in luce il rigore e la complessità della ricerca musicale di Clementi, fondata su una profonda riflessione estetica e filosofica iniziata negli anni giovanili, quando frequentò la facoltà di Lettere e filosofia dell'ateneo catanese.

Nel clima acceso dell'avanguardia post-weberniana, tra il 1955 e il 1962, Aldo Clementi è ai Ferienkurse di Darmstadt, insieme a Maderna, a Nono e a Donatoni. È lì che vengono eseguiti i suoi Tre Studi per orchestra da camera, Composizione n. 1 per pianoforte e Triplum. All'inizio degli anni Sessanta, è tra i fondatori dell'Associazione romana "Nuova Consonanza", insieme con Mauro Bortolotti, Franco Evangelisti, Domenico Guaccero e Francesco Pennisi. L'amicizia con Bruno Maderna e la frequentazione dello Studio di Fonologia di Milano (1956-62) gli permettono di conquistare uno stile personale che si manifesta compiutamente nel ciclo dei Collage (1960-1979), in cui - come egli stesso dichiara - «il titolo Collage non nasce a caso, ma dipende da una tecnica di montaggio compositivo che a sua volta deriva dalla pittura e dall'alea di John Cage».

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La tecnica del collage, del libero montaggio di parti indipendenti, che si completano a vicenda senza alcun ordine gerarchico, diviene principio e metodo applicato in opere come Collage 1 e Collage 2, nonché paradigma di quella parte della produzione di Clementi collegata alle arti figurative, grazie alla sua vicinanza ad ambienti artistici come il gruppo "Forma 1" e a pittori come Piero Dorazio e Achille Perilli. A partire dagli anni Ottanta, Clementi approda al teatro musicale attraverso opere appositamente commissionate dal Teatro la Fenice di Venezia (Es, 1981) e dal Teatro alla Scala di Milano (Carillon, 1998). Oggi il suo catalogo è tanto vasto e variegato quanto coerente; le sue opere, edite da Suvini Zerboni, sono eseguite in Europa e nel mondo da autorevoli interpreti.

All'attività di compositore, Clementi affianca quella d'insegnante: per oltre vent'anni, dal '71 al '92, egli ha tenuto la Cattedra di Composizione e teoria musicale presso l'Alma Mater Studiorum di Bologna. Il ricordo degli anni di insegnamento accademico segna l'esordio della  magnifica Lectio magistralis di Clementi. Nelle parole iniziali si può leggere il giusto compendio della sua poetica: «Ho sempre pensato che la tradizione costituisca una molla importante nell'attività di un compositore. E che ogni innovazione non possa nascere che da un confronto con la tradizione». A significare la tradizione, il rapporto mai concluso con il passato ma continuamente rinnovato nell'esperienza creativa, è una Sonata per pianoforte di Beethoven, la sonata in mi minore op. 90, già analizzata  durante i corsi di teoria musicale al DAMS di Bologna.

In essa Clementi ritrova quegli «elementi semplicissimi ma tratti in maniera complessa» che, dal suo punto di vista, riassumono anche la cifra del legame del momento analitico con quello compositivo, della teoria con la prassi: «Dall'estrema semplicità tematica, e anche armonica, scaturisce un fitto gioco di tensioni non risolte, di blocchi sonori armonicamente isolati, che creano un andamento abbastanza statico nell'esposizione e nella ripresa, molto dinamico nello sviluppo. È un esempio perfetto della dialettica beethoveniana, la dimostrazione di come tutto l'interesse si concentri non sui temi, ma sulla loro elaborazione, sullo sviluppo, sulla Durchführung che determina gli stati di tensione». Stasi, tensione, conflitti interni, la massima complessità risolta con minimi mezzi. L'uditorio ascolta lo scorrere lento della flebile voce dell'anziano maestro, più sicura nelle semplici digressioni volte a chiarire ai "non addetti ai lavori" quanto viene puntualmente enunciato. A scorrere è il tempo, troppo in fretta perché si possa godere del vero spettacolo, quello di una vita dedicata alla musica.

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