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Studenti

Viaggio-ricerca in Polonia

L'esperienza di un soggiorno nell'Università Jagiellona di Cracovia

 
 
30 dicembre 2007
di Anna Maria Leonora
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La circostanza di un breve soggiorno di studio e ricerca mi ha fornito l'occasione per venire a contatto con la storia,  le tradizioni e la cultura di una delle più belle città d'arte nonché importante centro universitario dell'area mitteleuropea. Cracovia, infatti, potrebbe essere a buon titolo denominata la "Firenze del nord", ma a pensarci bene è una pessima abitudine quella di paragonare culture e città molto distanti e diversamente definite nella loro forma storica e ambientale.
Cracovia è splendida così. Si vede e si respira nell'atmosfera che essa  è stata sede di sovrani,  capitale del regno, residenza di potenti e di sapienti, luogo di fasti, di glorie e di cultura alta. Il nuovo vento del liberalismo europeo sta risvegliando antichi talenti di arte e di gusto, di effervescenza creativa e commerciale peculiari delle "città d'arte", crocevia di tutte le latitudini culturali. Visitando il Museo del Wavel e le varie sezioni del Museo Nazionale si viene letteralmente inondati di bellezza e splendore: finissime porcellane francesi, magnifici arazzi fiamminghi, dipinti e arredi italiani, gioielli di fattura italiana e inglese, attrezzi militari e armature sassoni,  scudi ottomani, e molto altro. Osservando i preziosi reperti viene in mente che tutto è "nostro",  ci "appartiene", in quanto parte del comune e controverso passato dell'Europa che ci identifica e ci presenta al resto del mondo. Anche per questo motivo, già nel 1978 Cracovia è stata riconosciuta dall'UNESCO "monumento del patrimonio mondiale della cultura".
Oggi la città ha la forma di una metropoli che conta quasi un milione di abitanti. Situata a 214 m.sl.m. è distribuita su un'area di  327 km² ed è attraversata dal fiume Vistola e da numerosi parchi urbani; è una città giovane, studentesca e turistica che si propone attualmente come importante parco economico e finanziario del Centro Europa, meta privilegiata (grazie ad un cambio favorevole) di investimenti non soltanto europei. Oltre a quello scientifico, vi sono dunque molti motivi per visitare Cracovia ed il Voivodato Malopolaskie, il distretto amministrativo del governo polacco di cui la città è parte.

L'Accademia di Cracovia è l'Università Jagiellona che, fondata nel 1364 dal Re Casimiro il Grande, ricevette un determinante impulso alla sua affermazione in campo scientifico europeo dalla Beata Regina Jadiviga e da Ladislao Jagiello, suo sposo, di cui porta il nome. Essa è una delle più antiche università d'Europa e pur avendo conosciuto alterne vicende, oggi si presenta come un vivace centro di alta formazione inserito nel circuito internazionale. Le bellissime e ricche stanze-museo del Collegium Majus, con la pregevole collezione di strumenti scientifici di misurazione astronomica, sono state luogo d'istruzione per eminenti studiosi del passato (come Copernico e Marie Cürie) e del presente (per esempio l'Istituto di Sociologia annovera tra i suoi professori Piotr Sztompka, presidente sino al 2004 dell'Associazione Internazionale di Sociologia).
L'Accademia polacca oggi consta di 13 facoltà (Diritto e amministrazione, Medicina, Farmacia, Filosofia, Storia, Filologia, Fisica - Astronomia e Scienze informatiche applicate, Matematica e Scienze informatiche, Chimica, Biologia e Scienze della terra, Amministrazione e Comunicazione sociale, Studi politici ed internazionali, Biotecnologie) che comprendono nella loro struttura ben 41 Istituti disciplinari e 4 Centri di studi etnici e internazionali.

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L'insieme dell'offerta formativa risulta pertanto tecnico-specialistica e allo stesso tempo variegata e con la possibilità di formulare percorsi interdisciplinari. In ogni caso sono previsti due livelli di formazione, come nei canoni europei (3 + 2), e successive possibilità di specializzazione dopo la laurea o anche itinerari di alta formazione ad essa alternativi. L'insieme delle facoltà conta oggi quasi quaranta mila studenti, quasi un migliaio dei quali  sono stranieri, dal momento che la maggior parte delle facoltà è inserita nei programmi del "Progetto Erasmus" di cui anche l'Ateneo di Catania è partner (la lista delle facoltà inserite nel programma si trova al sito http://www.uj.edu.pl./ISOffice/Socrates/partners_en.html).

A tal proposito si deve constatare che la presenza italiana a Cracovia è culturalmente qualificata anche a motivo della dinamica di costanti scambi intellettuali e artistici, e degli ultimi 25 anni di storia segnati dalla eccezionale personalità del papa Giovani Paolo II, tutti elementi che hanno connotato l'Italia, e la lingua italiana, di una familiarità e vicinanza affettiva ancora molto vive nei cittadini di Cracovia (di cui Karol Wojtila era vescovo).


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Un primo utile passo per entrare nel vivo di questa riconquistata parte d'Europa e del privilegiato rapporto Italia - Polonia si è compiuto ponendo alcune domande al direttore dell'Istituto di Cultura italiana, il dottor Giovanni Sciola. Di seguito viene riportata la parte del colloquio che ha specificamente riguardato l'università. 

D. Ci sono stati progetti specifici concordati in sinergia con i programmi Socrates-Erasmus?

R. No, concordati preventivamente no. Ma ogni qual volta si organizza un evento squisitamente culturale è normale informare gli altri enti o istituzioni interessate e possibilmente favorirne la partecipazione.

D. Qual è stata la manifestazione culturale che Lei reputa più significativa di questo 2007?

R. Significative ce ne sono state tante, ma certamente qui posso menzionare la serie di manifestazioni organizzate per la ricorrenza dei 750 anni dal riconoscimento della Locatio della città di Cracovia (1207-2007). In particolare, l'Istituto di Cultura italiana ha curato l'esecuzione in Piazza Grande (Rynek Golny) del concerto di un artista rappresentativo della nostra musica e della nostra cultura ma anche capace di appassionare spettatori di tutto il mondo quale Ennio Morricone che ha diretto, tra gli altri brani, il canto de "Il Dio nascosto" scritto da Giovanni Paolo II, il cui ricordo e la cui impronta sono ancora molto vive qui nella sua diocesi. La piazza che può contenere molte migliaia di persone era colma.

D. Quali sono le possibilità per un giovane universitario, studente o laureato, di svolgere uno stage presso l'Istituto di Cultura italiana?

R. Attualmente, se un giovane studente dell'Università italiana volesse svolgere uno stage qui dovrebbe chiedere, i fondi ai canali istituzionali formalmente predisposti al finanziamento delle attività dell'Istituto, cioè il Ministero degli Esteri e la CRUI. L'I.C.E., di suo, può solo garantire la copertura assicurativa. Tuttavia non mancano altre opportunità come appunto i progetti Socrates e Leonardo, attraverso i quali è possibile avviare una collaborazione. Per quanto detto sopra, siamo sempre pronti a trovare una via di reciproco sostegno e promozione. Condizione necessaria è la conoscenza, almeno basilare, della lingua del paese dove si vuole svolgere lo stage e, possibilmente, anche dell'inglese o di un'altra lingua europea.

D. Quale augurio porgerebbe al mondo accademico e ai suoi rapporti con l'Istituto di Cultura italiana nel mondo?

R. Di proseguire sulla strada della progettazione congiunta. Pensando proprio ai "Programmi Erasmus" mi auguro che questa generazione, stimata intorno al milione e mezzo di giovani  universitari e che il giornalista Peppe Severgnini ha recentemente definito la "sansonite' generation", si implementi sempre più sul territorio europeo in quanto foriera di un'identità che noi non riusciamo ancora a definire, proprio perché compiuta, qualificata, consapevole, aperta e capace di sentirsi "a casa propria" in culture diverse.

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