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Biologia

Evoluzionismo, Creazionismo o Disegno intelligente?

Gli studiosi e il problema dell'origine della vita

 
 
30 dicembre 2007
di Giovanni Pilato
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Per qualche anno i toni della polemica si erano smorzati, ma la diatriba fra creazionisti ed evoluzionisti non si è mai spenta del tutto nonostante il progredire delle conoscenze, anzi forse proprio questo progresso ne ha determinato una ripresa, oggi anche sotto mentite spoglie. In estrema sintesi, secondo gli evoluzionisti l'evoluzione è una realtà provata da innumerevoli fatti. Le varie specie e le grandi linee evolutive superiori alla specie sono comparse per trasformazione di forme preesistenti.

Il meccanismo dell'evoluzione è stato intuito da Darwin quando ancora non si sapeva nulla di genetica e quindi la teoria darwinista ha richiesto precisazioni e rettifiche che hanno superato le difficoltà nelle quali, gli evoluzionisti, a partire dallo stesso Darwin, si erano trovati fino ai nostri giorni.

Secondo i creazionisti, invece, l'evoluzione non esiste: tutte le specie sarebbero state create così come sono, e non si trasformerebbero fino alla loro estinzione. I creazionisti più illuminati invece di dire che l'evoluzione non esiste dicono che non è provata; e attaccano la teoria di Darwin, che ne spiega il meccanismo, ignorando i perfezionamenti successivi e fingendo di non sapere che, in ogni caso, l'assenza di una spiegazione di un fatto non può automaticamente portare a negare l'esistenza di tale fatto. Qualche creazionista d'élite chiede agli evoluzionisti l'equazione che esprima l'evoluzione, ma si è guardato bene dal fornire l'equazione della creazione.

Negli anni Novanta alcuni studiosi americani hanno elaborato la teoria detta "del disegno intelligente", che ritengono sia una teoria scientifica e alla quale, secondo loro, nelle scuole si dovrebbe dedicare lo stesso numero di ore destinate allo studio dell'evoluzionismo. Secondo quella teoria, l'evoluzione esiste ma non si realizza attraverso mutazioni casuali del patrimonio ereditario e selezione da parte dell'ambiente, ma tutto sarebbe orientato per realizzare un disegno predeterminato da un Progettista del quale però la teoria non si occupa. La complessità delle strutture e dei processi biologici escluderebbe che essi possano essersi realizzati per opera del caso e della selezione naturale; farebbe piuttosto pensare ad interventi di una intelligenza superiore, che avrebbe così realizzato il suo disegno.

I sostenitori del disegno intelligente non negano dunque l'evoluzione, ma accettano soltanto la microevoluzione. Ammettono che possano affermarsi piccoli cambiamenti delle specie, ma le grandi linee evolutive si sarebbero originate sotto la guida di una intelligenza che avrebbe realizzato un progetto predeterminato. I sostenitori di questa teoria si guardano bene dal parlare del Progettista, ma è facile capire che molti di loro, hanno lasciato questo compito ai creazionisti.


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È evidente che i biologi, prima o poi, si trovano a dover fare i conti col problema evoluzione/creazione al quale si lega quello dell'origine della vita. Gli evoluzionisti atei quei problemi non se li pongono più; c'è chi aderisce al creazionismo e se ne resta forse più tranquillo e c'è chi crede al disegno intelligente e ritiene di uscirsene salvando capra e cavoli. Ma c'è anche chi cerca qualche altra strada. Fra questi sono io, evoluzionista convinto. Mi è stato chiesto come mi pongo davanti al dilemma. Non cercherò minimamente di addurre prove scientifiche in favore dell'evoluzione né di sminuire le idee degli altri accusandole di non scientificità, ma una precisazione è necessaria. Non si può ancora strumentalmente identificare il fenomeno evoluzione con la teoria elaborata da Darwin per spiegare come essa avvenga. La teoria di Darwin fu elaborata alla metà dell'800, quando non si sapeva neanche che esistesse il DNA.

Oggi ne sappiamo abbastanza per non pensare più all'origine delle grandi linee evolutive come frutto di una trasformazione lenta, graduale di caratteri puntiformi, che richiederebbe un tempo infinito per modificare profondamente un modello corporeo già complesso. Si guardi a quanto ci dice la genetica dello sviluppo e lo si applichi ai progenitori semplicissimi dai quali sono derivate esplosivamente, e in tempi assai brevi, le grandi linee evolutive (ne ho fatto cenno in un articolo precedente). Ciò detto, voglio tornare a quanto mi è stato chiesto, ossia alla mia posizione davanti alla scelta fra evoluzionismo, creazionismo e teoria del disegno intelligente. La mia scelta dipende da come riesco ad immaginare il rapporto fra gli organismi, tra i quali siamo noi, e il progettista che, per indicare ciascuno col suo nome senza ipocrisie, chiamerò Dio.

Dato quello che sappiamo sulla duplicazione del DNA, sul diverso significato dei geni, sugli errori (mutazioni) possibili e sui loro effetti, quasi sempre negativi, chiedo a coloro che negano il caso come facciano a trovare plausibile un Dio che diriga personalmente tutte le duplicazioni del DNA in tutte le cellule di ogni organismo, dall'inizio della vita ad oggi e nel futuro.

Un Dio che stabilisca per ogni organismo che si accoppi quale spermatozoo debba incontrare un uovo e quale uovo incontrare. Un Dio che per realizzare un Disegno abbia presente in ogni istante il corredo genico di ogni individuo per stabilire quale mutazione determinare dei vari geni. Ma che senso hanno le mutazioni negative quando si vuole realizzare un Disegno intelligente?  Non mi si dica che Dio agisce  a caso o che talvolta si confonde e sbaglia. O si vuole pensare che le provochi volutamente per qualche motivo che ci sfugge?  Che bisogno può avere Dio di tanto lavoro per realizzare un suo progetto?


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Potrei continuare per un pezzo a porre domande; per esempio, potrei chiedermi perché alcune specie si somigliano tantissimo fra loro; e perché, se sono parte di un progetto, molte si estinguono; e come mai c'è una chiara relazione fra la morfologia delle specie, la storia paleogeografica dei territori in cui vivono.

Per chiudere, pongo un'ultima domanda, che è forse la più inquietante. Se fosse vera quella "gestione" così strettamente paternalistica del DNA di ogni cellula di ogni organismo passato, presente e futuro, cosa saremmo noi? Delle macchinette programmate e predestinate, senza un minimo di autonomia, e quindi di responsabilità, in ogni attimo della nostra vita. Già le conoscenze tendono a portarci un po' su questa strada, figurarsi se escludiamo il caso. Bisognerebbe riscrivere tutta la storia del mondo, e non ne varrebbe neanche la pena data la nostra assoluta e totale passività. Inoltre, se ogni minimo dettaglio della nostra biologia è programmato e predeterminato, c'è da chiedersi perché a qualcuno le cose della vita vanno bene e ad altri male.   

Io penso invece che Dio, che credo esista, abbia voluto creare il mondo fatto di materia, e la materia, che non è Dio, sussista secondo sue leggi. Come un padre mette al mondo i figli e poi questi  hanno una loro vita sulla quale i genitori non riescono ad influire oltre certi limiti, così Dio ci lascia vivere la nostra vita secondo le leggi naturali della materia; questa può modificarsi e quindi anche le specie, attraverso le generazioni, possono modificarsi a causa della interazione con l'ambiente nel quale la vita si svolge.  Se così stanno le cose, il caso non è in contrasto con Dio, nessuno ci preclude la speranza, e possiamo pensare che Dio, indipendentemente da ciò che il caso ha fatto della storia del nostro patrimonio genetico, ci ami tutti come noi amiamo i nostri figli, e ci lasci liberi come noi lasciamo liberi i nostri figli.

Si dice che siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, e allora vale il principio della reciprocità e da quel punto di vista possiamo dire che Dio è fatto a nostra immagine e somiglianza. Per ogni altro verso però eviterei di offendere Dio con affermazioni presuntuose e arroganti di questo genere. Per questi  miei convincimenti posso apparire un po' eretico ma credo però, pur da evoluzionista, di avere per Dio più rispetto di quanto ne abbiano i creazionisti.
Preferisco pensare, per esempio, che i guai genetici di Welby siano stati frutto del caso, e che egli abbia trovato Dio in persona ad attenderlo sulla soglia del suo regno, che Dio lo abbia abbracciato e gli abbia spiegato qualcosa per consolarlo della vita che gli era toccata in sorte; e spero che, nella sua infinita pietà, gli abbia anche assicurato che nella nuova vita le cose per lui andranno meglio. Cosa dovrei pensare se invece i guai di Welby fossero frutto del disegno di un progettista? 

Purtroppo i custodi dell'ortodossia creazionista, e ancor più i fautori della teoria del disegno intelligente, sembrano non porsi questo tipo di domande, dimenticando di riconoscere a Dio una buona scorta di carità per i suoi figli più sfortunati. Forse sono un po' eretico, me ne scuso con chi ha idee diverse, ma mi si è chiesto come mi pongo fra evoluzionismo, creazionismo e teoria del disegno intelligente e, avendo accettato, non potevo che esprimere tutto il mio pensiero.

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