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Dossier/ Il ruolo dell'Università per lo sviluppo di una cultura ambientale

L'esperienza delle 'green map'

Un concetto esteso di sostenibilità dello spazio urbano

 
 
28 novembre 2008
di Salvo Torre
TorreFig1 Dettaglio green map.jpg

Le green map sono carte disegnate per rappresentare la compresenza nei luoghi di problemi di sostenibilità ambientale e di attività eco-compatibili. Corredate da un apparato iconografico che rende immediata la comprensione dei contenuti, tali carte vengono diffuse sia in rete sia su classico supporto cartaceo (Fig. a fianco). La particolarità di questo tipo di carte dipende dalla specifica interpretazione del concetto di sostenibilità che si ritrova a fondamento del lavoro cartografico.

I simboli utilizzati indicano infatti i nodi di criticità ambientale di aree urbane o rurali, ma anche la presenza di risorse sociali e culturali, oltre che ecologiche. Gli autori tentano in genere di mettere in evidenza un complesso di pratiche finalizzate all'ottenimento di un'elevata qualità della vita, considerando le possibilità di accesso alla cultura o alla spiritualità come parte essenziale della sostenibilità ambientale. L'idea del progetto si sintetizza dunque nell'uso di specifiche icone relative a temi che vanno dal rischio di inquinamento alla presenza di produzioni artigianali tradizionali, dalla presenza di discariche alla possibilità di far giocare animali domestici (Fig. sotto a sinistra).


TorreFig 2 Esempio icone.jpg

L'idea è stata elaborata negli anni novanta nell'ambiente della grafica pubblicitaria newyorkese, ma ben presto ha riscosso un notevole successo planetario. La pubblicazione sul web delle prime esperienze ha comportato inizialmente una grande adesione al progetto, ma dopo i primi anni ne ha anche imposto una revisione, indirizzando le modalità di organizzazione del lavoro verso il modello del social network. Secondo il principio della scrittura partecipativa, tutti coloro che aderiscono ad un progetto possono diventare rilevatori dei punti di interesse sul territorio.

Gruppi di volontari operano oggi a livello locale per realizzare la mappatura di un'area e condividere i risultati gratuitamente su scala globale; la finalità del lavoro è quella di consentire modalità differenti di fruizione dei luoghi a turisti e residenti, valorizzando i punti di maggiore armonia nella relazione tra uomo e natura. È nato un vero e proprio movimento, che coinvolge volontari che operano in 53 diversi paesi del globo e hanno realizzato finora oltre 490 mappe urbane.

La teoria della condivisione delle informazioni e della costruzione partecipativa delle conoscenze ha guidato recentemente la scelta di denominare open green maps (www.opengreenmaps.org) tutti i prodotti realizzati collettivamente dalle diverse organizzazioni e associazioni locali (università, organizzazioni ambientaliste, associazioni culturali).

Da qualche mese l'interfaccia iniziale di collegamento al sito www.greenmap.org è stata anche convertita, con una specifica funzione turistica, nel formato realizzato dall'azienda Google. Tale scelta ha imposto l'uso della grafica del motore di ricerca, anche se esclusivamente per la rappresentazione del planisfero; gli utenti possono individuare aree verdi, risorse, attività imprenditoriali sostenibili e scambiare informazioni sui luoghi visitati.

Molti grandi atenei sparsi per il pianeta possiedono ormai strutture che raccolgono sotto la definizione generica di studi ambientali svariate discipline di origine differente; spesso alcuni centri di ricerca individuano il tema della sostenibilità come una chiave interpretativa generale. Il ricorso a pratiche come quella della mappatura può essere inquadrato in quest'ottica come una buona azione di sintesi tra ricerca e didattica. All'interno dell'attività della cattedra di Geografia della Facoltà di Scienze della Formazione è stato condotto un primo tentativo di costruzione didattica di carte della sostenibilità urbana. Tra i molti motivi di interesse che hanno condotto a questa scelta, si può isolare anche quello della ricerca di una lettura differente dello spazio urbano.

Nel caso delle città italiane, si può sostenere che lungo i più affollati percorsi di spostamento urbano, si trova sempre una disarmante quantità di problematiche ambientali. La valenza didattica è quindi notevole, proprio perché si ricorre ai principi della costruzione collaborativa della carta e si richiede agli studenti che partecipano di rileggere ed interpretare ciò che vedono abitualmente, ponendosi però il problema della sostenibilità dei fenomeni osservati.

Gli studenti del corso di laurea specialistica in Progettazione e gestione del turismo culturale sono stati coinvolti proprio in un'esperienza di rilevazione e disegno di una green map su scala molto ridotta. È stata selezionata un'area di pochi isolati nel centro storico della città, caratterizzata da una notevole concentrazione di attività di tipologia differente. La difficoltà iniziale è stata rappresentata proprio dalla necessità di rileggere luoghi conosciuti e vissuti abitualmente per l'offerta culturale o per la concentrazione di attività di divertimento; la zona è, infatti, limitrofa all'area dei locali notturni, ma ospita anche mercati, laboratori artigianali, officine meccaniche e diverse sedi della nostra università.


TorreFig3 Greenmap Catania.jpg

I risultati dei primi lavori effettuati dagli studenti sono stati poi convertiti in un formato internazionale riconosciuto, utilizzando anche l'apparato iconografico condiviso dalla rete internazionale (Fig. a destra). Alla fine del lavoro gli studenti coinvolti hanno anche potuto confrontare i risultati della rilevazione con gli studi sulla situazione delle aree urbane italiane, comprendendo come la dimensione dei problemi locali sia superiore alla percezione che se ne ha comunemente.

La rilevazione sul terreno ha permesso di rendere tangibile quel complesso problema che in genere negli studi viene indicato come capacità di un sistema di assorbire l'azione antropica. Un risultato importante, anche perché i percorsi di studio dovrebbero iniziare a considerare il problema dell'aggressione condotta dall'intero sistema sociale locale all'ambiente: dalle industrie ai centri commerciali, dalle aree agricole alle città (alcune delle quali sono tra le più inquinate del pianeta), dallo smaltimento quotidiano di prodotti che sono ritenuti illegali in molti paesi, all'assenza di una riflessione sulla produzione sociale dei rifiuti.

Ciò che una green map può trasmettere con immediatezza è il fatto che l'ambiente siciliano non è oggi in grado di sostenere la società locale.