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Dossier/ Il ruolo dell'Università per lo sviluppo di una cultura ambientale

Una nuova stagione per le scienze bionaturali


 
 
28 novembre 2008
di Giorgio Sabella
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Negli ultimi anni i numerosi aspetti legati alle emergenze ambientali hanno creato nuove prospettive occupazionali per i laureati in discipline a indirizzo bionaturalistico, imponendo nel contempo alcune riflessioni sulla riorganizzazione dei percorsi formativi all'interno dei corsi di laurea.

La crescente sensibilità per l'ambiente si è tradotta negli ultimi decenni in strumenti normativi adeguati, elaborati a livello regionale, nazionale e comunitario, che hanno focalizzato l'attenzione sugli aspetti più squisitamente naturalistici della problematica con particolare riferimento alla tutela a tutti i livelli (intraspecifico, interspecifico, ecosistemico) della biodiversità.

La legge quadro sulle aree protette (L. n. 394 del 1991) e la legge regionale siciliana su parchi e riserve naturali (L. R. n. 98 de 1981) hanno iniziato a delineare un quadro di riferimento sulla conservazione e la gestione delle risorse naturali. Inoltre le direttive comunitarie CEE 409/79 (per la tutela degli uccelli) e CEE 43/92 (finalizzata alla tutela degli habitat e delle specie) hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione culturale, delineando un modello di sviluppo sostenibile nel quale, per la prima volta, la tutela della biodiversità risulta prioritaria rispetto agli interessi socio-economici che insistono su un determinato territorio.

L'applicazione delle summenzionate direttive ha portato alla istituzione su tutto il territorio della Comunità Europea dei siti della Rete Natura 2000  Siti di Interesse Comunitario (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) per i quali è obbligatoria la stesura di relazioni di incidenza su habitat e specie, qualora siano interessati da processi di trasformazione. Per tali siti, è inoltre necessaria l'elaborazione di piani di gestione e di conseguenti piani di azione che verranno finanziati in Sicilia con gli strumenti previsti dal Programma Operativo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (PO FESR) 2007-2013, nonché dai programmi dalla Comunità Europea Leader plus, Life plus e Interegg. Così si apriranno nuove prospettive di lavoro per i laureati in corsi ad indirizzo bionaturalistico, che sempre più dovranno essere utilizzati per la elaborazione e la realizzazione di tali valutazioni, piani e progetti.

Anche nel settore della pianificazione ambientale, ed in particolare nella stesura ed elaborazione dei piani paesistici, le figure di botanici e zoologi hanno assunto un ruolo centrale per l'individuazione dei valori naturali e nella definizione di adeguate misure di tutela e gestione, basate su criteri scientifici.

L'università, nel formare queste nuove figure professionali, ha il compito di salvaguardare il patrimonio di conoscenze naturalistiche classiche sul territorio (in campo geologico, botanico e faunistico) acquisite durante la sua storia, ricca, peraltro, di naturalisti di fama nazionale ed internazionale, coniugandole con i moderni strumenti di pianificazione ed interpretazione ambientale.

Le scienze bionaturali, alla luce delle più moderne idee sulla conservazione della biodiversità, hanno quindi riacquistato una modernità che sembrava definitivamente perduta o quantomeno tramontata. La conoscenza dei valori naturali da tutelare e/o gestire nell'ottica di uno sviluppo sostenibile, non può, infatti, in alcun modo prescindere dalle figure dei naturalisti classici che, grazie a una profonda conoscenza della biodiversità animale, vegetale e degli ecosistemi sono oggi fondamentali per la definizione di una corretta politica di gestione delle risorse naturali.

Per rispondere alle attuali esigenze il naturalista deve comunque acquisire  una nuova mentalità che lo veda protagonista, e non più semplice comprimario, delle valutazioni e delle azioni di pianificazione. Tutto ciò richiede una formazione multidisciplinare che integri le necessarie ed imprescindibili conoscenze naturalistiche di base con  strumenti tecnico-informatici adeguati, fra i quali appaiono oggi fondamentali quelli legati all'utilizzazione dei SIT (Sistemi Informativi Territoriali) e dei GIS (Sistemi Informativi Geografici).

Risultano altresì necessari sia un approfondito esame della normativa di settore, sia l'acquisizione di nozioni generali riguardanti l'ambiente nel suo complesso (paesaggio, aspetti socio-economici, politiche ambientali, comunicazione, etc.), che completino la figura del naturalista, fornendogli gli strumenti per dialogare con gli altri professionisti che operano nel campo della tutela e della pianificazione ambientale.