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Facoltà

Marisa Bulgheroni nell'Ateneo di Catania

Due affollati incontri al monastero dei Benedettini

 
 
21 aprile 2008
di Maria Vittoria D'Amico
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Intervista a Marisa Bulgheroni

E' tornata nell'ateneo di Catania, nel quale ha insegnato a lungo come professore ordinario di Letteratura americana negli anni settanta, Marisa Bulgheroni. Durante due incontri  (Conferenza (16-1-2008) di Marisa Bulgheroni su  "Le carte segrete di Maria Musumeci Giarrizzo" con letture di Debora Bernardi; 18-1-2008, presentazione del romanzo Un saluto attraverso le stelle, relatori l'italianista Rosa Maria Monastra e il poeta Angelo Scandurra, letture di Mariella Lo Giudice) che hanno registrato l'enorme affluenza di un pubblico entusiasta e partecipe, l'americanista e romanziera ha rinnovato, una volta ancora, il forte legame col mondo intellettuale catanese, per il quale è stata sempre un punto di riferimento alto, mantenendo inoltre un intenso rapporto non soltanto con la città ma anche con tutti i suoi allievi dell'ateneo, sia con quelli di prima generazione, suoi diretti allievi, sia con tutti coloro che, negli anni, sono entrati a contatto con la scuola cui lei ha dato inizio e nella quale si sono riconosciuti.

Come se, nel suo nome, si fosse creata un'invisibile quanto tenace contiguità, capace di legare i tanti studiosi di letteratura (non solo di quella americana), iniziati al gusto della penetrazione critica delle più sottili menti d'artista, soprattutto di quegli autori che hanno popolato certi mondi letterari sommersi. Perché è su questi che l'attenzione critica di Marisa Bulgheroni più di sovente si è soffermata. Aveva sempre intuito l'americanista e scrittrice - e l'ha sempre insegnato con determinazione e con ironia - che l'energia più intensa e trasmissibile dell'arte andasse scoperta e seguita in aree acentrate e mai nel tumulto di effimere tendenze, nelle enclavi di gruppi minoritari che lì preferivano risiedere, per scelta o per un'elitaria volontà di distanza dalla banalità del potere.


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Alla scrittura femminile ed alle sue coraggiose figure, spesso operanti in curiose zone d'ombra - o, forse, in un'atipica e felice eccentricità - Marisa Bulgheroni ha sempre dedicato la propria attenzione; in tempi recenti ancora più di frequente, come testimoniano i sofisticati personaggi femminili che popolano i suoi racconti (Apprendista del sogno, 1996) ed il suo ultimo romanzo (Un saluto attraverso le stelle, 2007), oppure le grandi figure letterarie cui ha dedicato noti saggi e testi critici - fra cui Virginia Woolf, Katherine Mansfield e soprattutto Emily Dickinson, della quale ha scritto recentemente un'inarrivabile biografia.

Il suo interesse per la donna artista, chiusa nel privato e produttrice di opere non destinate alla pubblicazione (emerse alla ribalta per un intervento esterno o del caso), l'ha condotta ad appuntare il suo sguardo sulle 'carte segrete di Maria Musumeci Giarrizzo', tema di una delle conferenze catanesi ed occasione per la divulgazione di un pregiato giacimento letterario (celato dall'autrice durante la sua esistenza, scoperto e ricostruito con cura filologica dal marito, dopo la  sua scomparsa). Bulgheroni ci ha proposto un approccio sottilmente ardito per la lettura di questi documenti segreti, "carte intime", svelate all'uditorio con l'amorosa, persino solidale attenzione di chi vi ha colto una carica dirompente. "Un potere esplosivo forte", lo definisce stupendamente Bulgheroni, che aveva già colto tale cifra distintiva nel messaggio poetico di Emily Dickinson, la "lettera al mondo" giustamente citata dalla relatrice per un accostamento con il corpus letterario di Musumeci Giarrizzo.

Inserita "nella tradizione di donne obbligate dalle convenzioni al silenzio", quest'ultima - sempre nelle parole di Bulgheroni - "ha scelto di scrivere in parallelo col vivere", esprimendosi in una condizione da "esule", scrigno di inquietanti riflessioni sul potere come discrimine di genere, soglia tra la libertà maschile e la condizionata creatività femminile. Attraverso la sottile, raffinatissima mediazione critica di Bulgheroni, le riflessioni sulla morte e sulla condizione della donna intellettuale di Maria Musumeci Giarrizzo (tratte da lettere, poesie e racconti), ci hanno trasmesso l'estrema carica eversiva di cui sono portatrici, così come la poesia dickinsoniana, in passato descritta da Bulgheroni con l'indimenticabile metafora di "una bomba innescata nell'erba".

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