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Mobility management

La sfida catanese per la mobilità sostenibile

Università e Comune presentano i progetti per diffondere bici elettriche e incentivare l'uso dei mezzi pubblici - Pedalare 'assistiti' in centro storico

 
 
12 novembre 2010
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Dalla stazione ferroviaria di Zurigo, 600 mila abitanti nella sua area metropolitana (quanti ce ne sono a Catania), passano ogni giorno 320 mila utenti. Dalla stazione di piazza Giovanni XXIII, sul lungomare di Catania, ne passano quotidianamente circa 1430. E' sufficiente questo dato, emerso nel corso della conferenza sulla Mobilità sostenibile che si è tenuta questa mattina nell'aula magna del Palazzo centrale dell'Università, a fornire la "cifra" dell'anomalia tutta italiana: "Le nostre città - ha spiegato il prof. Paolo La Greca, urbanista della facoltà d'Ingegneria - non si sono sviluppate intorno ad un sistema di trasporto pubblico prevalentemente su ferro, come è accaduto invece a Friburgo, Hannover o alla stessa Zurigo, e successivamente integrato con altri sistemi. Non a caso queste sono unanimemente considerate città 'sostenibili', in cui i cittadini fanno tranquillamente a meno della macchina, e da ciò ricavano sviluppo".

Inquinamento atmosferico e acustico, malattie, stress, perdite di tempo e di soldi, sono pertanto le dirette conseguenze della scelta dell'automobile privata come mezzo di trasporto di elezione. Il numero di automobili per abitante a Catania è tra i più alti al mondo, circa 70 ogni 100 abitanti, ed è, dopo Napoli, la città italiana che presenta il maggior numero di veicoli con standard di emissione "euro 0" in circolazione (28,8% sul totale del parco autovetture).

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"La razionalizzazione del movimento delle persone - ha aggiunto il prof. Salvatore Sciacca, docente di Igiene ambientale - è essenziale per la salute, poiché consente di prevenire numerose gravi patologie. Le città intervengono sulle emissioni pericolose più che le aree industriali, i centri urbani di Catania e Siracusa sono da questo punto di vista più dannosi dello stesso triangolo industriale Augusta-Priolo-Melilli". Il benzene, ad esempio, immesso nell'aria dalle marmitte catalitiche, è fortemente "leucogeno": un milligrammo di benzene presente in un metro cubo di aria provoca 3 casi di leucemia mieloica ogni 100 mila abitanti. La legge impone un tetto massimo di 5 mg per metro cubo, a piazza Santa Maria di Gesù, a Catania, se ne sono registrati fino a 14-15. Altamente cancerogene sono inoltre le emissioni provenienti da gasoli, e le particelle solide che derivano dalle sostanze presenti nei freni a disco della automobili.
"Non vogliamo fare terrorismo - ha detto Sciacca -, ma il problema esiste e va affrontato con una presa di coscienza e una maturazione culturale nei cittadini, accompagnata da efficaci soluzioni tecniche da parte delle amministrazioni a tutti i livelli".

Con questi obiettivi, il Momact, l'ufficio del Mobility Management dell'Ateneo, presieduto dalla prof.ssa Annalisa Greco, e l'assessorato alla mobilità del Comune di Catania, hanno promosso questa giornata di sensibilizzazione e informazione, in contemporanea con una specifica iniziativa internazionale dell'Unesco. "La popolazione universitaria - ha affermato la prof.ssa Greco - costituisce il 10% della popolazione residente nell'intera area metropolitana etnea. Ecco perché ci poniamo quotidianamente l'obiettivo di risolvere il problema degli spostamenti, anche facendo 'assaggiare' ai cittadini forme di mobilità alternativa".

Il momento 'promozionale' della giornata prevedeva, infatti, l'allestimento di un circuito ciclabile nella Ztl del centro storico con partenza da piazza Università, che ha consentito ai cittadini di provare le biciclette a pedalata assistita, e l'elaborazione, su richiesta, di piani personalizzati degli spostamenti sostenibili per raggiungere il proprio luogo di lavoro senza ricorrere all'automobile. "Queste ultime sono due delle proposte del nostro ufficio - ha aggiunto l'ing. Salvatore Caprì -, che ha già predisposto una serie di azioni concrete per agevolare i dipendenti universitari nei loro spostamenti quotidiani, immediatamente realizzabili non appena verranno trovati gli opportuni finanziamenti".

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"Non basta più progettare sistemi di mobilità guardando al criterio della velocità o della riduzione dei danni - ha spiegato il prof. Matteo Ignaccolo, esperto trasportista, che ha anche elencato i numerosi strumenti pianificatori individuati dal legislatore negli ultimi vent'anni, quasi sempre slegati rispetto ai piani regolatori -. Dobbiamo concentrarci, invece, sulle reali esigenze della gente, considerando un contesto territoriale che ci consenta di muoverci meno e meglio e, a tal fine, sperimentando soluzioni ragionevoli e affidabili. Come avviene a Zurigo, ad esempio, il treno non dev'essere più usato solo per gli spostamenti a lunga distanza". E, in questo senso, l'amministrazione comunale, rappresentata dall'assessore alla mobilità Alberto Pasqua e dal mobility manager d'Area Filippa Adornetto, ha manifestato l'intenzione di voler seguire questa linea.

"Stiamo riconsiderando la mobilità nel suo complesso - ha detto Pasqua -, anche in chiave comprensoriale e cercando una congiunzione con il Prg. Le aree pedonali, la tutela delle utenze deboli (anziani e bambini), il trasporto pubblico in ambito protetto, i parcheggi scambiatori, le piste ciclabili, la gestione della sosta: sono tutti argomenti al centro della nostra attenzione, ma per fare centro, e recuperare così i deficit e i ritardi, abbiamo bisogno della collaborazione e della condivisione da parte della cittadinanza".

Acquisto di bus e auto elettriche o a metano, la realizzazione di un circuito lungo 7 km di pista ciclabile con pensiline fotovoltaiche per il bike-sharing nelle piazza Verga, Europa, Giovanni XXIII e Università, incentivi per l'acquisto di bici elettriche (250 euro) e di abbonamenti mensili Amt per dipendenti comunali, sono invece le iniziative "concessorie" messe in campo dal mobility management d'Area, come ha illustrato l'ing. Adornetto, insieme all'imminente adozione di sistemi automatizzati di controllo delle violazioni nell'accesso alla Ztl, basati su una lista di targhe autorizzate, intorno a piazza Bellini, e ad una serie di campagne di educazione ambientale per gli scolari catanesi.

"Catania una volta aveva tram e linee ferrate - ha concluso il presidente dell'Amt Roberto Sanfilippo -ma una certa politica ha preferito dismettere questo patrimonio per favorire il trasporto su gomma. Adesso la nostra azienda intende rilanciare lo sviluppo della mobilità sostenibile potenziando i parcheggi scambiatori e puntando a costruire delle linee a tratto veloce per permettere l'entrata in città tramite mezzi collettivi nel minor tempo possibile. Nelle piazze e nelle vie chiuse al traffico lasceremo soltanto mezzi elettrici".