Un 'decalogo' di intenti condivisi per realizzare, a partire dal basso, un'area di libero scambio euro-mediterranea della formazione, della ricerca e della cultura. E' quanto hanno messo a punto rappresentanti delle università e delle istituzioni di Egitto, Libia, Marocco, Palestina, Tunisia, ospiti nei giorni scorsi dell'Università di Catania, in occasione del 2° workshop delle Università del Mediterraneo, promosso dall'Ateneo catanese, attraverso la sua Area delle politiche comunitarie e internazionali, (Apoci) in collaborazione con l'Emuni University, rete internazionale di università euromediterranee.
L'evento, che segue di un anno e mezzo circa il
primo workshop catanese incentrato sulla riforma degli ordinamenti didattici nei paesi mediterranei, è stato dedicato quest'anno alla mobilità internazionale di docenti, ricercatori e studenti e alle iniziative per il diritto allo studio. Su questo tema si sono confrontati, nella seconda giornata di lavori che si è tenuta venerdì a Villa Citelli, gli esponenti di Paesi che già collaborano con l'Università etnea attraverso accordi-quadro di cooperazione scientifica: Yasser Elshayeb (assistente del Ministro Egiziano all'istruzione Superiore e alla Ricerca Scientifica), Taha Mattar, addetto culturale dell'Ambasciata della Repubblica Araba d'Egitto a Roma, Ibrahim Magdud, presidente dell'Accademia Libica in Italia, Anasse Boulhal (Marocco, docente all'Università di Tampere), Jamil Chaker (consigliere presso il gabinetto del Ministro dell'Insegnamento Superiore, della Ricerca Scientifica e della Tecnologia della Tunisia, e Labib Arafeh (Al-Quds University, Palestina).
Tra le proposte operative individuate nel documento di sintesi dei lavori, spiccano l'introduzione del concetto di "mobilità strutturata", ossia la creazione di condizioni strutturali (armonizzazione, riconoscimento e leggibilità dei curricula, dei titoli di studio e dei profili professionali) e logistiche (accoglienza e sostegno finanziario, agevolazioni per la concessione dei 'visti' per motivi di studio) per favorire realmente la mobilità internazionale di docenti e studenti, utilizzando gli strumenti e i programmi esistenti e individuandone di nuovi e più efficaci.
Un secondo 'pacchetto' di interventi proposti è legato all'attuazione pratica di un diritto allo studio che sia anche 'diritto al lavoro', mediante il collegamento delle iniziative formative al mondo del lavoro e allo sviluppo economico e sociale dei vari Paesi, alla connessione dei centri di informazione sulla mobilità, per diffondere realmente la conoscenza di tutte le opportunità di scambio e di inserimento occupazionale e rafforzare la cooperazione fra le istituzioni, e alla protezione del plurilinguismo, in parallelo con la realizzazione di corsi di studio interamente in lingua inglese.
Il workshop - a cui hanno preso parte i delegati all'internazionalizzazione d'Ateneo Lina Scalisi e Alberto Fichera, e la dirigente dell'Area per le politiche comunitarie e internazionali, Angela Galia - si era aperto giovedì sera, nell'aula magna del Palazzo centrale, con il messaggio di benvenuto pronunciato dal pro-rettore Maria Luisa Carnazza, anche a nome del rettore Antonino Recca, rivolto in particolare agli ospiti stranieri: "L'avvenire dei rapporti tra Europa e paesi del Mediterraneo e tra i loro popoli, d'origine e tradizione diverse ma accomunati dalla volontà di costruire il proprio sviluppo a partire dalla conoscenza - ha detto Carnazza - passa senz'altro da iniziative comuni sulla cultura e sulla formazione".
"L'Unione europea non dev'essere un circuito chiuso, ma un processo aperto d'integrazione dell'area euro mediterranea - ha aggiunto il prof. Antonio Pioletti, già delegato del rettore all'Internazionalizzazione d'Ateneo. Per questo siamo tutti chiamati a superare gli ostacoli verso il conseguimento degli obiettivi indicati dalla conferenza di Barcellona del 1995, e rafforzati dalla dichiarazione del Cairo del 2007, tenendo sempre come riferimento primario le giovani generazioni".
Il dirigente dell'Area della Didattica dell'Ateneo, Giuseppe Caruso, ha tracciato in quest'occasione il quadro delle normative che regolano il diritto allo studio per i capaci e meritevoli in Italia e in Sicilia, soffermandosi nel dettaglio sulle iniziative dell'Università di Catania, che di recente hanno affiancato quelle istituzionalmente affidate alle regioni e agli enti per il diritto allo studio.
Il presidente della Emuni University, il maltese Joseph Mifsud, ha illustrato i master e le summer school realizzati dal suo network, a cui concorre anche l'Ateneo catanese, incentrati su energie alternative, ambiente e disinquinamento del Mediterraneo, autostrade marittime, protezione civile, sviluppo commerciale internazionale, alta formazione euromediterranea: aree individuate come prioritarie dalla dichiarazione congiunta al Summit di Parigi sul Mediterraneo il 13 luglio 2008. Mifsud ha infine rilanciato la Souk Conference dell'Emuni che si terrà il prossimo 9 giugno: "Centinaia di studenti da ogni università aderente all'Emuni, e tra questi anche alcuni catanesi, avranno la chance di presentare le proprie tesi sperimentali o le proprie ricerche ad una platea accademica internazionale collegata in videoconferenza".