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Pari opportunità

Voucher di Conciliazione, giornata informativa in Ateneo

Un workshop sul progetto "Alfa - Armonizzare Lavoro e Famiglia"

 
 
16 luglio 2008
di Irene Alì
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Leggi anche: Voucher di Conciliazione, un contributo concreto per armonizzare lavoro e famiglia

Si è svolta mercoledì mattina nell'aula magna del Palazzo centrale dell'Università di Catania la giornata informativa sul progetto "Alfa - Armonizzare lavoro e famiglia" e del sistema di fruibilità dei "voucher di conciliazione" quale strumento indispensabile per le pari opportunità uomo-donna e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Realizzata da Italia Lavoro Sicilia e finanziato dal Dipartimento regionale "Formazione professionale" e dall'assessorato alla Famiglia, l'iniziativa è attivata in via sperimentale grazie al sostegno del Ministero del Lavoro, attraverso i centri per l'impiego territoriali e dai i distretti socio-sanitari. La giornata è stata organizzata dal Comitato pari opportunità d'ateneo, con il patrocinio del Centro orientamento e formazione e del Centro per l'integrazione attiva e partecipata (Cinap), in collaborazione con le referenti locali del "Progetto Alfa".

A inaugurare i lavori - coordinati dalla presidente del Cpo d'Ateneo Rita Palidda alla presenza della direttrice dei Servizi sociali del Comune di Catania Annamaria Li Destri e della psicologa del Cinap Egle Giardina, in rappresentanza della delegata del rettore per i servizi alle disabilità Marcella Renis - è stato il presidente del Cof Vincenzo Perciavalle: «Incoraggiamo volentieri questa iniziativa perché ci sta molto a cuore la possibilità di supportare al meglio le esigenze dei lavoratori di domani, dagli iscritti a corsi di laurea, master, corsi di alta formazione e Scuole di specializzazione, ai dottorandi. Quello che ci interessa soprattutto e che questo progetto ci consenta di monitorare e individuare i punti di debolezza e i problemi che spesso impediscono ai giovani di progredire negli studi».

«Il Cpo - ha spiegato Rita Palidda - sponsorizza questa iniziativa perché le politiche di conciliazione sono un filone molto rilevante delle nostre azioni, un filone che noi perseguiamo con numerose iniziative e che speriamo di poter concretizzare al meglio attraverso l'istituzione, ad esempio, di un nido aziendale per andare incontro alle esigenze di tutto il personale dell'ateneo. È la filosofia del progetto stesso che ci spinge a collaborare affinché abbia successo, la filosofia della "flexicurity" - stabilita a livello europeo - per conciliare benessere, sicurezza e flessibilità per tutti i lavoratori, e per gli studenti-lavoratori in particolare».


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La vita lavorativa - ha osservato la docente - oggi è sempre più complessa e impone percorsi discontinui di formazione che non prevedono più un percorso lineare scuola-formazione-lavoro. Il processo di formazione si allunga, a volte si interrompe per poi riprendere in un processo di "long life learning" che prevede che la formazione post laurea non sia più appannaggio soltanto di chi decide di intraprendere la carriera universitaria, ma entra a pieno titolo come terzo livello di formazione. È così che può succedere che a 30 anni un individuo debba occuparsi contemporaneamente di formarsi per migliorare le proprie opportunità di crescita sul lavoro e di doversi occupare contemporaneamente della famiglia; c'è poi chi, tra i disoccupati, deve studiare per poter accedere al mercato del lavoro, oppure ancora c'è chi, soprattutto donne, avendo interrotto la propria formazione per occuparsi dei figli, decide di riprendere gli studi.

Per tutte queste tipologie occorrono modelli di welfare adeguati alla crescente flessibilità del lavoro e degli stili di vita, occorrono politiche di sostegno che vadano oltre la solita "retorica della famiglia" come punto cardine della vita di un individuo. Occorre pertanto - come incoraggia l'Ue - accrescere l'occupazione femminile (in Sicilia meno del 30% delle donne lavora), incentivare la formazione continua per migliorare la competitività, creare un moderno sistema di produttività e contribuire all'ampliamento delle aree dei lavori "tutelati": i cosiddetti "3 d jobs", ovvero "dirty, dangerous and demanded" (sporchi, pericolosi ma molto richiesti).

«La scarsa presenza delle donne nel mercato del lavoro - ha spiegato Claudia Serio, consigliera regionale di Parità - è un problema culturale che va scardinato proprio a partire dall'esigenza di conciliare la cura della famiglia con la propria vita professionale. Tra gli interventi che gli enti locali dovrebbero applicare ce ne sono alcuni regolamentati da anni, non solo a livello nazionale - come la legge 53 del 2000 - ma anche regionale. Si tratta di strumenti che, ad esempio, allargano anche ai papà la possibilità di fruire di alcuni diritti e servizi mirati alla cura della famiglia, oltre che strumenti di conciliazione specifici, da attivare in stretta sinergia con gli enti territoriali. Un esempio è il "Piano dei tempi della città" che ciascun Comune dovrebbe adottare e che consentirebbe di studiare la compatibilità tra le esigenze delle famiglie (come quella di accompagnare i figli a scuola in determinati orari) con i tempi di apertura degli esercizi commerciali, dei servizi al cittadino e degli uffici pubblici».

Un ulteriore strumento programmato dall'Ufficio del consigliere regionale è ad esempio quello di aumentare il numero dei nidi comunali e soprattutto di migliorare la flessibilità degli orari, cercando di andare incontro alle richieste dei genitori. Risale sempre al 2000 - aggiunge - l'idea della "banca del tempo", ovvero la possibilità di scambiare la disponibilità di tempo tra i cittadini stessi sul piano della solidarietà. Esiste a tal proposito una norma regionale che incoraggia l'istituzione di "nidi condominiali" attraverso i quali gli abitanti di uno stesso palazzo, ad esempio, mettono a disposizione un po' del proprio tempo libero a servizio delle esigenze familiari di un altro nucleo e viceversa». Una forma di mutuo soccorso, insomma.

«Formarsi al meglio per avanzare nel mondo del lavoro, avendo un aiuto economico che consente al contempo di non trascurare la propria famiglia, che poi è la ragione che giustifica la bassa presenza di donne nel mondo del lavoro, o comunque una presenza "irregolare". Ci sono, ad esempio, attività prettamente femminili - ha aggiunto Serio - che se avessero uno strumento istituzionale di cui usufruire potrebbero emergere. Basti pensare alle attività di parruccheria, di estetica, di tutte quegli "impieghi" che si svolgono a domicilio e che non emergono perché non ci sono strumenti che incentivino a farlo: lavorare in nero però condiziona di fatto l'autonomia delle donne».


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«Puntiamo molto a incentivare l'inserimento lavorativo delle donne - ha detto Domenico Palermo, direttore dell'Ufficio provinciale del lavoro di Catania - ma soprattutto ci sta a cuore la condizione delle donne con disabilità: sono queste infatti persone che devono fruire di maggiore protezione perché hanno più difficoltà a essere "collocate" nel mondo del lavoro».

«Crediamo molto nella valenza "orientativa" del progetto - ha aggiunto Daniela Catania, tra le referenti di Alfa - e speriamo che questo periodo di "sperimentazione" possa aiutarci invece a stabilizzare l'iniziativa, nonostante i meccanismi per metterlo in pratica siano molto complessi. Puntiamo allo sviluppo professionale oltre che assistenziale che il progetto prevede, crediamo nel sostegno alla progettualità della persona che Alfa vuole promuovere aiutando a vincere il senso di solitudine che si prova quando si è costretti a occuparsi dei familiari senza strumenti adeguati. Su questo fronte però, i tempi di erogazione dei voucher di conciliazione sono fortunatamente molto rapidi».

«L'obiettivo del progetto - ha spiegato Roberta Messina, coordinatrice della rete dei referenti Alfa - è incrementare la partecipazione al mercato del lavoro di donne e soggetti a rischio di esclusione sociale, mediante la promozione del voucher. Si tratta di un efficace strumento di politica attiva del lavoro, preso a prestito dalla legislazione francese, dove è si rivelato - da più di sei anni - di valido ausilio nella lotta al sommerso. Speriamo nella "messa a sistema" del progetto Alfa, e per farlo c'è bisogno di utilizzare tutte le risorse finanziarie messe a disposizione dai fondi del P.O.R. Sicilia 2000-2006. Solo così sarà chiaro che per migliorare la qualità della vita occorre fornire strumenti adeguati e risorse finanziarie, migliorando al contempo le prestazioni delle aziende che forniscono servizi di cura a minori e disabili. È un obiettivo a lungo termine quello che perseguiamo, ed è un progetto ambizioso: quello cioè di essere capofila in Italia affinché questo progetto pilota, questa sperimentazione sul campo che abbiamo avviato, possa essere adottata anche a livello nazionale. E per farlo occorre "soltanto" usufruire di questa possibilità».

Il voucher di conciliazione è un assegno virtuale, un buono del valore di 516,46 euro mensili, erogabile per un periodo non superiore a 6 mesi - che consente a chi intende migliorare le proprie competenze professionali frequentando un corso di formazione, oppure un master universitario o a chi voglia creare un'attività autonoma, di affidare i propri figli, gli anziani a carico, a servizi di cura e assistenza, in maniera totalmente gratuita. Destinatari sono persone inoccupate, disoccupate o occupate in sede di formazione, prioritariamente donne, residenti nei Distretti socio-sanitari coinvolti nel progetto, gravati da carichi familiari (figli minori di 12 anni, anziani non autosufficienti, diversamente abili, malati cronici, malati terminali). Per poterne beneficiare i potenziali destinatari devono partecipare ad attività di formazione, work experiences, iniziative finanziate nell'ambito della programmazione regionale, nazionale, comunitaria.

«Gli interessati - ha spiegato la referente territoriale Pina Ferraro - possono rivolgersi ad uno degli sportelli presenti sul territorio. A Catania si trovano al Centro per l'Impiego del Comune, in via Calì 50 e al Distretto Socio-sanitario, in via Giannotta 18. Qui si ricevono informazioni, assistenza nella compilazione della domanda ed è possibile inoltre consultare l'elenco regionale di associazioni e cooperative che offrono servizi di cura e assistenza. L'elenco completo e aggiornato dei fornitori, insieme alla modulistica, è disponibile sul sito www.italialavorosicilia.it. In tutta la Sicilia i voucher a disposizione sono seimila. Si possono richiedere fino al 30 ottobre prossimo e avranno validità, in questa fase sperimentale, fino al 30 di novembre».