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Ateneo

Inaugurazione anno accademico 2007-2008

Sabato 1° marzo 2008 - Teatro Massimo "Vincenzo Bellini" di Catania - Le foto e il video della cerimonia - La lettera del sovrintendente Fiumefreddo al rettore

 
 
20 febbraio 2008
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Il Teatro Massimo "Vincenzo Bellini" ha aperto questa mattina le sue porte per ospitare la solenne cerimonia d'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Catania, il 573esimo dalla fondazione del Siculorum Gymnasium. Le poltrone ed i palchi del "tempio" della musica catanese ha accolto quest'anno - grazie alla disponibilità del sovrintendente Antonio Fiumefreddo -  i docenti, il personale tecnico-amministrativo e gli studenti dell'ateneo, ma anche numerosissimi invitati in rappresentanza delle istituzioni politiche e amministrative della città, dell'economia, delle professioni, del mondo sindacale, ed anche gli "ermellini" dei rappresentanti di numerose altre università italiane e straniere, che hanno rapporti di collaborazione con l'ateneo, presenti a Catania per partecipare al convegno nazionale di AlmaLaurea.

Una scelta, quella del Teatro Massimo, certamente inusuale rispetto alla tradizionale sede accademica dei Benedettini, ma operata dal rettore Antonino Recca con il dichiarato obiettivo di estendere al massimo la partecipazione alla cerimonia soprattutto delle componenti studentesca e del personale.

A conferire ulteriore solennità all'evento, che si è aperto con il tradizionale corteo storico, è stata poi la presenza della seconda carica dello Stato, il presidente del Senato della Repubblica, Franco Marini, che ha accolto volentieri l'invito dei vertici dell'ateneo. Subito dopo la conclusione del corteo ha preso la parola il rettore, per il suo discorso inaugurale, poi - per la prima volta - è intervenuto un rappresentante del personale tecnico-amministrativo (il senatore accademico Pieremilio Vasta) e infine ha parlato il rappresentante degli studenti, Antonio Iuculano, consigliere d'amministrazione iscritto alla facoltà d'Ingegneria. La cerimonia si è conclusa con la prolusione tenuta dal preside della facoltà di Giurisprudenza Luigi Arcidiacono, ordinario di Diritto costituzionale, sul tema "Legge elettorale e referendum abrogativo" e con il messaggio del Presidente Marini.


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L'inaugurazione dell'anno accademico, come ha ricordato il rettore, non è soltanto una celebrazione interna all'Ateneo, ma è anche "un momento istituzionale significativo di confronto tra il mondo universitario ed i rappresentanti della società, nella consapevolezza che lo sviluppo sociale ed economico della nostra Regione e del nostro Paese dipende anche dall'impegno dell'Ateneo e soprattutto da una comunione d'intenti ampiamente condivisi, da una solida cooperazione, dalla determinazione a realizzare nel più breve tempo possibile quanto insieme concordato ed intrapreso, così da conseguire, con la partecipazione e con la collaborazione di tutti, gli obiettivi prefissati".

Ecco perché sono stati ribaditi, con i toni dell'ufficialità, argomenti già accennati nei giorni scorsi nel corso dell'assemblea d'ateneo, che si è tenuta martedì sera alla facoltà di Agraria, e dei due incontri riguardanti la presentazione del decimo Rapporto nazionale di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani, nel Palazzo centrale e alla cittadella universitaria, che hanno evidenziato ancora una volta le esigenze più pressanti della comunità accademica catanese e dell'intero sistema universitario italiano.

"Nonostante le attenzioni e gli interventi ministeriali dell'ultimo anno, volti anche a rimettere ordine nel sistema universitario italiano dopo l'incontrollato proliferare dei corsi di laurea e delle discipline, di sedi decentrate e di consorzi vari - ha affermato il rettore Recca -, le Università italiane continuano ad attendere risposte adeguate alle loro necessità, a sostegno della qualità dell'eccellenza della ricerca scientifica e della didattica". "Per essere realmente di qualità - ha aggiunto il rettore -, per essere a livelli di eccellenza, la ricerca scientifica e la didattica, nonché l'attività assistenziale nel caso della medicina universitaria, procedendo di pari passo, intersecandosi ed integrandosi, hanno bisogno di adeguati finanziamenti e di specifiche risorse umane: docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e sanitario, dottori ed assegnisti di ricerca, giovani, e quindi nuova linfa vitale per puntare decisamente, con una ravvivata attività di ricerca scientifica e di didattica, sull'economia della conoscenza".

Parole che assumono un preciso significato di appello all'intera società e ai suoi rappresentanti istituzionali, presenti e futuri. "L'apertura del nuovo anno accademico - ha rilevato il rettore Recca - si colloca, purtroppo, in uno scenario di politica universitaria nazionale, e soprattutto di politica nazionale, segnato da diffuso disagio e da motivi di preoccupazione, oltreché ampliati dalla mancanza di una chiara prospettiva in ordine al futuro assetto politico del nostro Paese. Se è vero che, per il sistema universitario, è sicuramente di rilevante importanza evitare sprechi e squilibri, realizzare un utilizzo virtuoso dei finanziamenti, attivare un controllo mirato delle risorse, predisporre un sistema di raccolta di dati statistici e di adeguati descrittori, monitorare costantemente le attività per verificare l'andamento in relazione agli obiettivi programmati e per intervenire in tempo con proposte di aggiustamenti, è altresì importante e prioritario che nel sistema universitario italiano sia recuperato l'investimento sulla ricerca e sulla formazione, nella consapevolezza che esse sono fondamentali nell'epoca di trasformazioni continue nella quale viviamo". Questo, in sintesi, l'appello che è risuonato tra le quinte del "Bellini", trasformato per un attimo in una prestigiosa sede accademica.

Prima di dichiarare "ufficialmente aperto" il nuovo anno accademico, il rettore ha tracciato un rapido ma circostanziato bilancio dei primi risultati fin qui conseguiti dalla sua amministrazione, in carica dalla fine del 2006, individuando le linee del percorso di ulteriore sviluppo e del quadro di riferimento adottato sin dal suo insediamento: "I rapporti interni all'Ateneo - ha sottolineato - sono stati improntati sulla base di un sistema di regole che legano l'autonomia e la responsabilità delle strutture a meccanismi di programmazione e di valutazione assolutamente partecipati, trasparenti e condivisi. Massima trasparenza e piena disponibilità al dialogo, con informazioni in tempo reale attraverso gli strumenti telematici. I rapporti esterni sono, e saranno sempre più, volti ad una collaborazione, fondata su un progetto e su una strategia di formazione e di ricerca, con le altre istituzioni e con i soggetti economici e sociali".