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Dossier/ Il ruolo dell'Università per lo sviluppo di una cultura ambientale

L'architettura a tutela delle risorse ambientali


 
 
25 febbraio 2009
di Francesca Castagneto
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La diffusione capillare del dibattito accademico intorno ai temi dell'ambiente mostra la raggiunta consapevolezza che qualsiasi attività dell'uomo deve confrontarsi con il contesto all'interno del quale si esplica e sollecita a sviluppare azioni di sensibilizzazione ed educazione ambientale per la costruzione di una coscienza collettiva.

L'osservazione dello spazio entro cui l'umanità agisce rivela che è ancora possibile distinguere fra ambiente naturale e ambiente fisico dell'uomo, ma il rapporto fra queste due entità si rivela una dicotomia nel segno dell'antropizzazione.

Poiché l'architettura, nella continuità storica del suo sviluppo e della sua evoluzione tecnica, è la disciplina in base ai cui principi è stato costruito il mondo antropizzato, è da questo fronte che ci si interroga sui possibili apporti alla tutela dell'ambiente, globalmente inteso, con l'obiettivo di tradurre in termini culturali e tecnici il concetto di "sostenibilità".

Porre la questione del progetto di architettura, e più in generale dello spazio antropico, in questi termini, chiama in causa ciò che fin dai tempi più antichi ha caratterizzato il linguaggio delle costruzioni e giustificato l'uso di specifici materiali e tecniche costruttive.

Significa, per esempio, riflettere sul legame con il territorio e le risorse locali, perseguire il funzionamento dell'edificio attraverso il rapporto con le caratteristiche geoclimatiche, realizzare la convergenza delle competenze all'interno di una figura, l'architetto, garante della qualità culturale e tecnica di ogni intervento.

Tuttavia, la modificazione del ciclo produttivo dell'edilizia, la molteplicità delle competenze coinvolte, la diffusione dell'uso di nuovi materiali nel corso del XX secolo hanno contribuito alla definizione di modelli progettuali e applicativi diffusisi in modo pressoché omogeneo nei paesi industrializzati.

L'allontanamento dai principi tradizionali già menzionati ha definito comportamenti progettuali in cui il conseguimento delle prestazioni del sistema edificio, per esempio relative al comfort dello spazio interno, è affidato in modo sempre più massiccio all'uso di sistemi meccanici con largo uso di energia tratta da fonti fossili non rinnovabili.

La recente crisi petrolifera, ma più in generale una rinnovata attenzione ai temi ambientali che già da alcuni anni si è registrata ed è sfociata in un gran numero di sperimentazioni, condotte in molti paesi del nord Europa e più in generale nel nord del mondo, dimostrano come sia possibile concepire e realizzare, in sintonia con i più recenti principi della progettazione, edifici in grado di rispondere alle esigenze di comfort dell'utenza con dispendi energetici molto contenuti.


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Ne è un esempio il progetto ideato e diretto nel 2002 da Norbert Lantschner, nell'ambito delle misure per il risparmio energetico in Alto Adige, noto come "Certificazione CasaClima"; iniziativa che si concretizza nella emissione di un certificato attestante l'efficienza energetica e la sostenibilità di edifici residenziali.

Obiettivi che "CasaClima" intende perseguire anche attraverso corsi di formazione per progettisti e operatori del settore, per diffondere e promuovere l'informazione sul rapporto tra casa e energia, con speciale attenzione ai principi progettuali da sviluppare: isolamento termico e compattezza edilizia.

In altre parole, si vuole rispondere alle caratteristiche climatiche locali con la realizzazione di edifici in grado di tesaurizzare l'energia solare attraverso un'accurata scelta dell'orientamento, dei materiali, delle soluzioni tecniche. Un progetto che, alla luce dei più recenti indirizzi normativi circa l'obbligatorietà della certificazione energetica per tutti gli interventi di nuova costruzione e di riqualificazione edilizia, costituisce un patrimonio di esperienze cui riferirsi.

Non è un caso che le esperienze più significative si collochino geograficamente nelle aree settentrionali, laddove le necessità energetiche per il riscaldamento invernale e l'illuminazione artificiale costituiscono un'ingente fonte di spesa; tuttavia, recenti stime hanno dimostrato che nella fase attuale il dispendio energetico per il rinfrescamento estivo è equiparabile se non superiore a quello per il riscaldamento.

Per tali motivi la ricerca che si sta conducendo in ambito universitario tende a individuare i principi da applicare in ambito progettuale per puntare su un rinnovato legame con il contesto geoclimatico, pur nella aderenza ai più avanzati criteri di costruzione.

Ciò significa rileggere la tradizione costruttiva locale a partire da un'analitica riflessione sulla morfologia edilizia in relazione ad esposizione e orientamento, da rapportare ai materiali impiegati osservati in uno con la tecnica costruttiva adottata, per interpretare il comportamento del sistema edificio, tradizionalmente finalizzato al comfort dello spazio interno, con l'obiettivo di tradurlo e trasporlo nella contemporaneità.

In altre parole, dare luogo ad architetture in grado di esprimere attraverso la cultura del progetto, la vocazione insediativa di un sito, la continuità fra il passato e il presente.