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Cutgana

Isola Bella, censita per la prima volta in Italia la specie vegetale aliena Euphorbia hypericifolia (Euphorbiaceae)

Ad individuarla lungo la zona "B" della riserva naturale, il personale del Cutgana

 
 
11 aprile 2016
di Alfio Russo
Euphorbia hypericifolia.jpg
E' denominata Euphorbia hypericifolia (Euphorbiaceae) ed è una specie vegetale "aliena" che per la prima volta è stata individuata e censita in Italia proprio nella zona "B" della Riserva naturale orientata Isola Bella di Taormina.

Si tratta di una specie annuale nativa del Nuovo Mondo della fascia tropicale e subtropicale (Stati Uniti d'America, Messico, Centro e Sud America) che il botanico Saverio Sciandrello, esperto del Cutgana dell'Università di Catania, ha ritrovato lungo la costa dell'Isola Bella nell'ambito delle attività di ricerca e monitoraggio della flora vascolare coordinate dal centro di ricerca universitario dell'Ateneo catanese sulla riserva naturale orientata "Isola Bella" e nell'area della Zona speciale di conservazione "Isola Bella, Capo Taormina e Capo S. Andrea".
Proprio la riserva naturale taorminese è gestita dal Cutgana dell'Università (centro di ricerca diretto da Giovanni Signorello) per l'assessorato regionale Territorio e Ambiente.

Lo studio, considerata l'attualità scientifica del tema, è stato già pubblicato sulla rivista scientifica internazionale "Webbia Journal of Plant Taxonomy and Geography" dove vengono esaminati e discussi la morfologia, ecologia, stato di invasione e caratteristiche tassonomiche di questa specie. L'articolo - dal titolo "Euphorbia hypericifolia L. (Euphorbiaceae), a new Alien Species for Italy" - è stato pubblicato sulla rivista internazionale il 24 marzo scorso a firma degli autori Saverio Sciandrello del Cutgana e da Giampietro Giusso del Galdo e Pietro Minissale del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell'Università di Catania.

Grazie allo studio effettuato nelle due aree protette - riserva naturale "Isola Bella" e Zcs "Isola Bella, Capo Taormina e Capo S. Andrea" - sono state censite in tutto 355 specie vegetali di cui alcune di altissimo valore scientifico (come la Colymbada tauromentana, Limonium ionicum, Dianthus rupicola subsp. rupicola, Brassica incana, Erucastrum virgatum).

Tra le specie vegetali state rilevate anche numerose specie aliene, per lo più molto comuni in Sicilia (tra queste la Opuntia ficus-indica, Kalanchoe daigremontiana, Aeonium arboreum, Agave americana, Rhus coriaria, Lantana camara, Boerhaavia repens subsp. viscosa, Bidens bipinnata, Ricinus communis, Ailanthus altissima).

"Le specie esotiche invasive (aliene) sono considerate la seconda più grande minaccia per la biodiversità a livello globale, seconda solo alla perdita di specie e habitat naturali - ha spiegato il botanico Sciandrello -, oltre ad essere una delle principali cause di estinzione delle specie native, la diffusione delle specie aliene influenza pesantemente i servizi ecosistemici da cui dipendiamo. Le conseguenze economiche delle invasioni biologiche sono impressionanti. In Europa è stato stimato che le perdite complessive dovute a questa minaccia sono superiori a 12 miliardi di euro l'anno. E, inoltre, ci sono prove che dimostrano che il numero di specie aliene in Europa è in costante aumento con un tasso del 76% nel periodo compreso tra il 1970-2007 come affermato da Genovesi e altri nel 2015".

"L'intero territorio di Taormina, compresa anche l'Isola Bella, ubicato nella parte meridionale dei Monti Peloritani rappresenta un'importante area per la diversità delle specie vegetali - continua Sciandrello -. In questa zona la presenza umana ha favorito la diffusione di molte specie esotiche che, nel tempo, hanno influenzato negativamente la struttura e il funzionamento degli habitat naturali".
"Per la stesura dell'articolo ci si è avvalsi dei preziosi suggerimenti di Otávio Luis Marques da Silva dell'Instituto de Botânica, Secretaria do Meio Ambiente di São Paulo in Brasile, autore di diversi lavori sul genere Euphorbia, e di Gino Fichera del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell'Università di Catania per l'utilizzo del microscopio elettronico a scansione" conclude Sciandrello.