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Progetto Simit: anche i ricercatori dell'Università di Catania partecipano all'esercitazione sul nuovo sistema di protezione civile

Agata Di Stefano, Niccolò Baldassini, Francesco Panzera e gli ingegneri Grazia Lombardo e Chiara Cicero hanno coadiuvato gli operatori della protezione civile nella ricostruzione degli scenari di rischio, nella scelta dei siti per le operazione di salvataggio e nella valutazione del rischio sismico degli edifici strategici

 
 
05 ottobre 2015
di A.R
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Attiva partecipazione dei ricercatori dell'Università di Catania all'esercitazione congiunta dei Dipartimenti di Protezione civile della Regione Siciliana e di Malta che si è tenuta a Lampedusa dal 28 al 30 settembre scorso nell'ambito del PO Italia-Malta 2007-2013 "SIMIT".
Un progetto coordinato dal Dipartimento della Protezione civile della Regione Siciliana - coadiuvato insieme con il Dipartimento della Protezione civile di Malta e con le Università di Palermo, Catania e Malta - e che consiste nella costituzione di un sistema integrato di protezione civile tra soggetti siciliani e maltesi per le attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, di pianificazione e gestione delle emergenze da estendere ai paesi transfrontalieri.
All'esercitazione, coordinata dal Dipartimento di Protezione civile della Regione Siciliana, diretto da Calogero Foti, hanno preso parte oltre 60 unità tra soccorritori volontari e funzionari del Dipartimento regionale di protezione civile, funzionari dell'Arpa Sicilia, componenti del Disaster victim identification della Polizia di stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ed ancora personale della Capitaneria di porto, Aeronautica militare, Guardia di finanza, Carabinieri, Afm maritime squadron, Asp, Ast Aeroservizi Spa e associazioni di volontariato (Croce rossa italiana, Corpo italiano di soccorso dell'Ordine di Malta e Misericordie).

I ricercatori dell'Università di Catania, rappresentati dai geologi Agata Di Stefano (responsabile scientifico del progetto Simit per l'Ateneo catanese), Niccolò Baldassini e Francesco Panzera, e dagli ingegneri Grazia Lombardo e Chiara Cicero, hanno coadiuvato gli operatori della protezione civile nella ricostruzione degli scenari di rischio, nella scelta dei siti per le operazione di salvataggio e nella valutazione del rischio sismico degli edifici strategici.

Nell'ambito dell'esercitazione, infatti, sono stati simulati un evento sismico di magnitudo locale 5.6 a est di Lampedusa con crollo di una porzione sommitale di una falesia (località Blue marino) con conseguente attività di ricerca, recupero delle vittime e soccorso dei feriti anche con l'ausilio di sommozzatori dei vigili del fuoco in mare (29 settembre) ed anche un evento sismico tsunamigenico nell'arco cretese con evacuazione degli studenti e personale dell'istituto omnicomprensivo "Luigi Pirandello" e attività di ricerca e soccorso dei dispersi (30 settembre).
Il Centro operativo comunale per le attività di soccorso è stato istituito dai comuni di Lampedusa e Linosa nei locali dell'Area marina protetta Isole Pelagie.

"Grazie al progetto Simit sono state poste le basi per la costruzione di un sistema integrato di protezione civile tra soggetti siciliani e maltesi per le attività di previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, pianificazione e gestione delle emergenze - ha spiegato Agata Di Stefano - il progetto si concluderà il prossimo 25 ottobre con l'auspicio che gli ottimi risultati raggiunti possano costituire validi elementi per poter estendere ed ampliare l'ambito di applicazione".