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Un appello e un piano di iniziative per la pace e la salvaguardia del patrimonio culturale dei Paesi del Maghreb e del Vicino e Medio Oriente

Presentata la petizione promossa dai docenti Alfredo Petralia, Antonio Pioletti e Francesco Tomasello "per un Mediterraneo luogo di dialogo e di condivisione"

 
 
14 aprile 2015
di G.M.
Foto appello.jpg
Un appello per la pace nei Paesi del Medio e Vicino Oriente e del Mediterraneo del Nord e per la salvaguardia del loro patrimonio artistico, archeologico e naturalistico. E' l'iniziativa concreta portata avanti dall'Università di Catania a sostegno di popolazioni martoriate dalla guerra civile e di un patrimonio che appartiene a tutta l'umanità e che per questo va difeso da tutti.

La petizione è stato presentata oggi ai giornalisti dai tre promotori dell'iniziativa, i prof. dell'Ateneo catanese Antonio Pioletti del dipartimento di Scienze umanistiche, Alfredo Petralia (già responsabile dell'Accordo di Cooperazione Università di Catania - Università Al-Fath di Tripoli e coordinatore del progetto "Gettiamo un ponte di amicizia con i giovani del Mediterraneo") e Francesco Tomasello (direttore della Missione archeologica dell'Ateneo a Leptis Magna in Libia).
I tre docenti, lo scorso 31 marzo, a seguito della sollecitazione ricevuta da parte del Dipartimento ministeriale di Archeologia e della Cultura di Tripoli (DoA), hanno partecipato ad una riunione con i rappresentanti dell'Associazione Kiwanis International e dell'Ente Fauna Siciliana per dar vita ad un condiviso appello di solidarietà e sostegno per la tutela dei preziosi beni culturali libici e per proporre eventuali iniziative atte a stimolare in ambito nazionale ed internazionale una maggiore sensibilizzazione nella comunità scientifica e sociale circa i relativi temi e problemi che si vanno ponendo in questa difficile situazione in quell'area a noi così vicina.

L'appello, già pubblicato sul sito www.firmiamo.it/per-la-pace-e-la-salvaguardia-del-patrimonio-culturale, ha tra i primi firmatari, oltre al rettore dell'Ateneo catanese Giacomo Pignataro, anche studiosi e rappresentati di diverse associazioni ed istituzioni (come ad esempio il presidente dell'Ersu di Catania, Alessandro Cappellani).

«Sappiamo benissimo che gli Stati del Mediterraneo oggi sono in grande difficoltà politica e sociale - ha affermato il prof. Tomasello -. L'Università di Catania è coinvolta in prima persona nelle ricerche archeologiche e nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale dei Paesi islamici dove, da almeno quattro anni, i monumenti sono soggetti a devastazione. In Libia, in particolar modo, la situazione è precipitata dopo la morte di Gheddafi e in primis le autorità locali sono preoccupate per il destino del loro patrimonio. Noi studiosi abbiamo il dovere di intervenire e di non tacere e faremo il possibile affinché questo appello possa avere la più ampia risonanza possibile».

«Il nostro obiettivo - ha poi spiegato il prof. Pioletti - è non isolare la questione culturale dall'immane tragedia che stanno vivendo questi popoli. Il nostro è prima di tutto un appello alla politica internazionale per la pace, per un Mediterraneo luogo di dialogo e di condivisione. Cercheremo nei prossimi mesi di portare avanti diverse iniziative per far conoscere a tutti, soprattutto ai giovani, il mondo islamico in tutta la sua complessità. Perché gli isterismi e i razzismi nascono dall'ignoranza e compito dello studioso è combatterla».

 «Non è solo il patrimonio archeologico a correre dei rischi - ha aggiunto il prof. Petralia - ma anche quello naturalistico. Basti pensare a quanto accaduto in Tunisia, dove, nel corso della rivoluzione, sono state devastate intere aree protette, con danni irreparabili per tutto l'ecosistema».
«L'appello - ha poi continuato il docente - è solo la prima delle iniziative che organizzeremo nei prossimi mesi. Nel lungo termine cercheremo, come già avvenuto grazie alle attività del progetto "Gettiamo un ponte di amicizia con i giovani del Mediterraneo", di dare ospitalità a studenti di questi Paesi per tirocini nel nostro Ateneo, anche grazie alla disponibilità già anticipataci dal presidente dell'Ersu di Catania. Inoltre, il prossimo 20 maggio stiamo organizzando qui in Ateneo un seminario internazionale su queste tematiche».






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