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Verso la nuova legge quadro sulle Aree protette in Sicilia

Al Dicar un convegno promosso dall'Istituto nazionale di Urbanistica. Gli enti gestori delle riserve: "Abbiamo bisogno di maggiori risorse economiche e un quadro normativo più efficiente"

 
 
10 aprile 2015
di Alfio Russo
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Maggiori risorse economiche ed un quadro normativo più chiaro ed efficiente per la gestione delle aree naturali protette siciliane. Un appello lanciato dai responsabili degli enti gestori e dai rappresentanti degli ingegneri urbanisti all'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce, in occasione della giornata di studio sul tema "Il Sistema delle Aree protette in Sicilia. Verso la nuova legge quadro" organizzata oggi, nell'aula magna del dipartimento di Ingegneria civile e Architettura dell'Università di Catania, dalla sezione Sicilia dell'Istituto Nazionale di Urbanistica, dal Dicar e dall'Ordine degli Ingegneri di Catania con il patrocinio dell'Ordine degli Architetti di Catania.

"Nel corso dell'ultimo decennio - ha spiegato Paolo La Greca (docente dell'Università di Catania e membro della giunta nazionale Inu) nell'aprire i lavori sul tema "Verso una legge quadro per le aree protette in Sicilia" alla presenza del presidente nazionale e regionale dell'Inu, Silvia Viviani e Giuseppe Trombino - il sistema delle aree protette ha subito profonde trasformazioni nelle classificazioni, aspetti legislativi, gestionali ed economici ed appare indifferibile un aggiornamento del quadro normativo regionale ancora basato sulla legge regionale 98/1981 istitutiva dei Parchi e riserve".

E proprio l'assessore Croce ha chiarito la posizione della Regione Siciliana sottolineando che "la legge regionale 98 del 1981 non sarà riscritta, ma solo modificata tramite un emendamento che racchiuda i 107 articoli contenuti nella proposta di legge quadro oggetto di concertazione, discussioni e riunioni della IV Commissione Territorio e Ambiente dell'Ars anche perché non riesco a capire come in Senato sia approdata una modifica delle legge quadro nazionale del 1991 con soli 14 articoli. E' ovvio che la nostra legge regionale, pioniera in Italia e non solo, deve essere modificata anche perché deve adeguarsi alla sentenza della Corte costituzionale del 2014 e alla Rete dei Siti Natura 2000 principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità".
L'assessore Croce ha poi ribadito che "la visione dei parchi e riserve deve essere rivista perché non si possono più istituire aree protette solo per vietare edificazioni o abusivismi, ma devono essere viste solo come un elemento fondamentale per la valorizzazione del turismo, una nuova risorsa per lo sviluppo socio-economico del territorio. Ad oggi sono pervenute nuove richieste di istituzioni di parchi e riserve che sono al vaglio dell'assessorato, alcune solo per impedire nuove costruzioni".

Sulla richiesta di risorse economiche necessarie per la gestione delle aree protette, l'assessore Croce ha spiegato che "nel Bilancio approvato ieri sono stati inseriti 15 milioni di euro per i 5 parchi regionali e 3,9 milioni di euro per le 72 riserve naturali". "Capisco bene che possono non bastare e per tale motivo è stato previsto l'inserimento, più che altro per le riserve naturali visto che i parchi lo prevedono già, di un ticket d'ingresso che consentirà agli enti gestori di poter dare vita ad una forma di auto-finanziamento".
Nella lunga giornata di lavori sono intervenuti anche Carmelo Frittitta dell'Assessorato regionale Territorio e Ambiente, il quale ha spiegato che "la Regione, per agevolare la gestione delle aree protette, sta puntando sull'acquisizione dei terreni dei privati ricadenti in zona A, l'area di valore naturalistico più elevato e destinata alla conservazione dell'ambiente naturale nella sua integrità".
Sull'iter politico, invece, è intervenuto Giampiero Trizzino, presidente della IV Commissione "Territorio e Ambiente" dell'Ars, il quale ha evidenziato come la "nuova legge quadro sia stata oggetto di presentazione di ben 500 emendamenti frutto della concertazione con tutte le categorie interessate al fine di consegnare un prodotto finale utile ai tecnici". "Ma è ovvio che senza fondi regionali adeguati non è possibile gestire le aree protette ed anche la miglior legge in materia può risultare inutile" ha concluso Trizzino.

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Sul tema delle risorse economiche si è soffermato Salvatore Cartarrasa, membro dell'Inu e componente del Consiglio regionale per la protezione del patrimonio naturale Sicilia: "Per la gestione dei 5 parchi e 72 riserve regionali la Regione ha stanziato nel 2013 ben 3 milioni 932 mila euro, nel 2014 lo stanziamento è stato di 2 milioni 822 mila euro con una decurtazione del 28,23%, mentre per il 2015 ancora non è chiaro quanto sarà inserito in Bilancio. E' ovvio che la nuova legge quadro rappresenta un'occasione per rilanciare la gestione delle aree protette siciliane, ma occorrono anche maggiori risorse".
Poi Cartarrasa - alla presenza dei membri Inu, Carlo Foderà e Vincenzo Todaro e dell'assessore comunale all'Urbanistica, Salvo Di Salvo - ha evidenziato i punti nevralgici della legge quadro che punta "all'attivazione di un Sistema regionale di aree naturali protette finalizzato anche all'istituzione di parchi nazionali di cui la Sicilia ancora oggi è sprovvista nonostante le 5 richieste già avviate; di un Sistema di governament e governance per agevolare la gestione dei fondi; di una Rete ecologica Siciliana; di laboratori di sviluppo sostenibile nell'ottica della Green economy; di una maggiore qualifica del personale dei parchi e riserve; di un Sistema informativo necessario per la pianificazione degli interventi nelle aree protette".
A seguire Santi Maria Cascone, presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Catania, ha evidenziato che "le aree protette in Sicilia devono essere viste come una risorsa del territorio e la loro valorizzazione, nell'ottica di una fruizione continua e compatibile con le loro valenze ambientali, deve essere intesa come occasione da non perdere. In quest'ottica gli ingegneri catanesi sollecitano l'emanazione di una nuova legge quadro che tenga conto dei continui mutamenti nello scenario socio-economico e culturale del territorio".

Un argomento condiviso anche da Silvia Viviani, presidente dell'Inu, la quale ha sottolineato come "in Italia continua a persistere una settorializzazione, una separatezza delle politiche mirate all'ambiente, al territorio, alle opere pubbliche e alle grandi infrastrutture senza un'integrazione reale tra loro". "Deve essere chiaro a tutti che l'ambiente è un'infrastruttura importante e composita per il rilancio del Paese - ha aggiunto la Viviani alla presenza del presidente regionale dell'Inu, Giuseppe Trombino - ed è bene che l'Assemblea Regionale Siciliana cominci a concepire la nuova legge quadro in accordo con la riforma urbanistica perché in Sicilia il patrimonio ambientale siciliano è così connaturato con quello insediativo che bisogna stabilire in maniera efficiente le modalità per gestire, curare, mantenere e valorizzare le aree protette. Oggi infatti sullo stesso territorio si sovrappongono competenze e normative di diversa matrice, mentre sarebbe opportuno integrarle per facilitare il governo del territorio".
"Il vero problema non è avere una buona normativa, ma l'applicazione della stessa - ha spiegato il prof. Giovanni Signorello, direttore del Cutgana dell'Università di Catania ente gestore di 7 riserve naturali - è indispensabile semplificare il quadro normativo e le competenze dei vari competenti per il territorio delle aree protette perché si rischia solo di complicare l'attività di gestione". Sempre sul tema della gestione, il prof. Signorello ha invitato la Regione "a dare maggiore certezza sulla durata dell'affidamento delle aree protette e certezza sui fondi regionali perché è impossibile programmare attività con una gestione che viene prorogata di anno in anno".

Nel corso dei lavori sono intervenuti  esponenti del mondo politico regionale ed i responsabili degli enti gestori di Parchi e riserve naturali, i quali hanno rimarcato la necessità di modifica della legge regionale 98/81, anche alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale, e la garanzia di risorse economiche indispensabili per la gestione delle aree protette. In Sicilia, ad oggi, grazie ai 5 parchi regionali e 72 riserve, è tutelato quasi il 12% del territorio. Una percentuale destinata a crescere visto che in Sicilia sono stati individuati, sulla base della Rete di Siti Natura 2000, ben 238 Siti di importanza comunitaria.