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Dipartimento di Scienze politiche e sociali

La lotta alla criminalità organizzata tra politiche nazionali ed europee. Inaugurato il nuovo modulo Jean Monnet

Il Procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti: "Per sconfiggere le mafie serve la collaborazione di tutte le istituzioni, italiane ed estere"

 
 
12 novembre 2014
di Alfio Russo
Modulo Jean Monnet 2014.jpg
Una migliore conoscenza ed uno specifico studio delle  problematiche legate alla criminalità organizzata, della legislazione antimafia, dell'evoluzione dei fenomeni mafiosi, dei meccanismi attraverso cui si genera e si esercita la corruzione politica, delle prassi di legalità democratica e dell'educazione alla cittadinanza oltre che lo studio scientifico di alcuni casi esemplari, sotto la sorveglianza e l'assistenza di esperti del settore.

Sono i temi che saranno affrontati dai 170 studenti del Modulo europeo Jean Monnet "Nuove competenze per nuove sfide: politiche nazionali ed europee per la lotta alla criminalità organizzata", cofinanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Erasmus Plus (Azione Jean Monnet), organizzato dall'Ateneo in partnership con l'associazione Libera, nomi e numeri contro le Mafie e con il Centro Internazionale di Studi Luigi Sturzo (Ciss) inaugurato oggi nell'aula magna del Palazzo centrale dell'Università di Catania alla presenza del Procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti.
"Il Modulo Jean Monnet - ha spiegato il rettore Giacomo Pignataro alla presenza del prorettore, Alessandra Gentile, del direttore del dipartimento di Scienze politiche e sociali Giuseppe Barone e della coordinatrice del modulo Francesca Longo - rappresenta la prima attività frutto dell'accordo di cooperazione culturale sui temi della legalità e della lotta al crimine e alla corruzione firmato il 21 marzo 2013 tra l'Ateneo di Catania e l'Associazione Libera, nomi e numeri contro le Mafie in occasione della Giornata della memoria per le vittime di mafia. Un accordo triennale con cui l'Ateneo intende sottolineare e ribadire il sostegno e la valorizzazione della cultura della legalità, come propri obiettivi istituzionali. L'Università, infatti, non deve solo formare, ma deve contribuire a costruire una società civile migliore".

Ed in questo contesto si inserisce il Modulo Jean Monnet che, come ha spiegato il Procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, "contribuisce a diffondere la consapevolezza della pericolosità della mafia nella nostra società".
"Le organizzazioni criminali, infatti, negli anni '90, si sono rafforzate e soprattutto internazionalizzate diffondendosi prima nel Nord-Italia e poi in Europa - ha spiegato Roberti alla presenza del procuratore capo vicario di Catania, Michelangelo Patanè, del capo della DIA della Sicilia orientale, Renato Panvino, e del comandante provinciale dei carabinieri, Alessandro Casarsa - sfruttando la globalizzazione e la vulnerabilità sia dei mercati finanziari, sia della politica e delle istituzioni".

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Nel corso della relazione il Procuratore nazionale Antimafia si è soffermato "sull'importanza della cooperazione internazionale nella lotta alla criminalità" con particolare riferimento "sui capitali realizzati illecitamente trasferiti nei Paesi in cui vi è meno contrasto alla criminalità" ed anche "sulla gestione dei 12 mila beni confiscati alla mafia, oggi oggetto di un disegno di legge sulla riorganizzazione dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati, che devono essere restituiti alla collettività". "Lo Stato deve dimostrare di saper gestire questi beni". Una riflessione anche "sulla crisi dell'occupazione giovanile e sulle diseguaglianze che vengono sfruttate appieno dalla mafia per reclutare manovalanza"  ha aggiunto Franco Roberti. "Credo che lo Stato possa vincere questa battaglia contro le mafie solo se in tutti noi la coscienza della legalità sia sempre presente e soprattutto con la collaborazione di tutte le istituzioni italiani ed estere" ha concluso il Procuratore nazionale Antimafia.

A seguire il coordinatore di Libera Sicilia, Umberto Di Maggio, ed il presidente del Ciss, Gaspare Sturzo, all'unisono hanno evidenziato l'importanza del Modulo Jean Monnet che "rappresenta un percorso che consentirà ai nostri giovani di capire meglio le nuove strade e le frontiere delle mafie e le relative capacità di internazionalizzazione e globalizzazione di quest'ultime". "Ma per combattere le mafie - hanno aggiunto - motivi occorrono anche nuovi strumenti di educazione civica e di legalità oltre ad una nuova classe dirigente ed a nuovi strumenti giuridici".
In chiusura la coordinatrice del Modulo, Francesca Longo - alla presenza dei docenti responsabili delle unità tematiche del modulo Salvatore Cosentino, Anna Maria Maugeri, Benedetto Torrisi - ha annunciato l'inaugurazione nei prossimi giorni dell'aula "21 marzo" nei locali del Dipartimento di Scienze politiche e sociali per evidenziare l'importanza della Giornata della memoria per le vittime di mafia.

Il Modulo è destinato a studenti universitari di primo e secondo livello, a giovani professionisti interessati al tema, a operatori della società civile e ai cittadini che intendono accrescere la loro conoscenza e consapevolezza sui temi della legalità.
Le attività del modulo hanno una durata complessiva annua pari a 60 ore ripartite tra un corso introduttivo obbligatorio per tutti gli iscritti (6 ore); uno conclusivo obbligatori per tutti gli iscritti (6 ore) e 4 Unità Tematiche o "packages", ciascuna della durata di 12 ore. Ogni unità tematica, la cui frequenza è obbligatoria, sarà articolata in lezioni frontali seguite da dibattito e attività di feedback.