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L'Università di Catania alla ricerca di nuovi talenti dell'innovazione. Battesimo ufficiale per il "Contamination Lab" dell'ateneo

Trenta studenti, provenienti da tutti i dipartimenti, attraverso il modello didattico della "contaminazione", potranno lavorare insieme per sviluppare idee innovative e trasformarle in progetti esecutivi.

 
 
30 ottobre 2014
di M.C.
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Battesimo ufficiale, questa mattina, per il nuovo Contamination Lab dell'Università di Catania, una struttura che offrirà a 30 studenti selezionati dell'ateneo, provenienti da ogni dipartimento, un percorso formativo della durata complessiva di sei mesi - articolato in due livelli (base e specializzazione) - durante il quale gli studenti si confronteranno e lavoreranno insieme per sviluppare idee innovative e trasformarle in progetti esecutivi.

Il C-Lab etneo - uno dei 4 progetti finanziati dal Ministero dell'Università a livello nazionale - nasce per "mettere insieme il talento degli studenti universitari, l'esperienza e la competenza delle imprese del territorio, il sapere del mondo accademico - come ha ricordato il prof. Vincenzo Catania, responsabile del laboratorio - e dare vita, attraverso il modello didattico della 'contaminazione', ad un percorso formativo finalizzato a stimolare negli studenti  lo sviluppo di competenze trasversali, la creatività ed il lavoro di gruppo, lo sviluppo di idee progettuali innovative a vocazione imprenditoriale".

Contaminazione tra ateneo e imprese e tra studenti di diversa formazione, ma anche l'auspicio di "contaminare", al termine della fase di sperimentazione nelle quattro edizioni previste, il tradizionale modo di fare didattica in tutti i dipartimenti universitari. Per la prima edizione del CLab Catania verranno selezionati 30 studenti tra gli iscritti ad un corso di laurea magistrale (o specialistica) o agli ultimi due anni di un corso di laurea a ciclo unico e gli iscritti ad un corso di dottorato. Le domande di partecipazione alla selezione devono essere compilate on line all'indirizzo internet www.iscrizione.clab.unict.it entro mercoledì 5 novembre.

"Come ci ha insegnato Steve Jobs - ha sottolineato il rettore Giacomo Pignataro, aprendo l'incontro di presentazione che si è tenuto questa mattina nell'aula magna del Palazzo centrale -, le nuove idee nascono sempre dalla contaminazione tra saperi diversi. L'Ateneo è particolarmente orgoglioso che questo suo progetto sia stato tra i pochi premiati dal ministero. Sfrutteremo quest'occasione anche per aiutare i giovani a trovare la voglia di scommettere su se stessi e per costruire barriere efficaci alla apparentemente inarrestabile fuga di cervelli". "Il Comune di Catania è molto interessato a questa opportunità - ha spiegato l'assessore all'Urbanistica Salvo Di Salvo, intervenendo in rappresentanza del sindaco Enzo Bianco -, riprendendo magari l'entusiasmo e i modelli di collaborazione virtuosa tra territorio e università che negli anni '90 hanno fatto le fortune dell'Etna Valley".

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Ma cosa offrirà concretamente il C-Lab agli studenti che avranno la possibilità di partecipare alle attività che si terranno nella sede di Palazzo Sangiuliano? Lo hanno spiegato i docenti Daniela Giordano e Marco Galvagno: "Un network di competenze, tecnologie e laboratori saranno al servizio delle attività formative, che mireranno a sviluppare negli studenti attitudini quali il problem solving, il pensiero critico, la gestione del tempo, il lavoro in gruppo, la creatività e la flessibilità. In questo percorso saranno affiancati da tutor e coach specializzati, e da mentor provenienti dalle aziende del partenariato del C-Lab". Inoltre, il loro percorso sarà riconosciuto con un massimo di 30 crediti formativi universitari spendibili all'interno dei corsi di studio di provenienza. Frequentare il C-Lab, insomma, non rallenterà minimamente la loro carriera, al contrario l'arricchirà di competenze trasversalli e cultura auto-imprenditoriale.
Questa ricetta trova il plauso convinto da parte delle aziende e degli altri soggetti che hanno scommesso su questo progetto. Francesco Caizzone, di StMicroelectronics Catania, per esempio, invita a perseguire con coraggio questo modello formativo, anche perché l'industria ha bisogno continuo di innovazione "come dell'aria": "Sono sicuro - ha affermato Caizzone - che gli studenti del C-Lab saranno in grado di stupirci.". "Il mondo richiede competenze diverse ma che sappiano lavorare insieme - ha aggiunto Gabriele Elia, responsabile Open Innovation Research Telecom Italia -. E' proprio la contaminazione che decide il futuro". Per Giuseppe Galizia, direttore Pfizer Catania, è senza dubbio "intrigante, un metodo didattico che non si limiti ad insegnare nozioni, ma spiga gli studenti a fare qualcosa in più e in maniera diversa". "Ci aspettiamo molto da questo esperimento - gli ha fatto eco Salvatore Raffa presidente del Distretto produttivo Etna Valley -, il territorio ha bisogno di manager specializzati che abbiano però la capacità di saper affrontare le sfide a 360°.

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"Il C-Lab è una grossa opportunità per tutta la città - garantisce Antonio Perdichizzi (presidente Giovani Imprenditori di Confindustria Catania) -. Sono sicuro che ci consentirà di passare finalmente dalla logica del curriculum vitae alla proposta di idee, come percorso virtuoso per giungere alla creazione di nuove imprese e quindi di nuovi posti di lavoro". Ha concluso Rosario Sapienza dell'Impact Hub Siracusa, una realtà che opera nell'ambito delle imprese sociali e culturali, evidenziando l'importanza del luogo fisico dove avverrà materialmente la "contaminazione" auspicata e del metodo del co-working.



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