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Ibam-Cnr

Restauro della Necropoli di Porta Nocera a Pompei, l'Ibam di Catania in prima linea 

La campagna partirà il prossimo 22 settembre e vedrà l'Istituto catanese protagonista con il compito di curare gli aspetti propriamente archeologici della ricerca

 
 
16 settembre 2014
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Partirà il 22 settembre prossimo la prima campagna di scavi e restauro nell'area della Necropoli di Porta Nocera a Pompei, affidata dalla Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia ad archeologi e restauratori del Fraunhofer Institut, für Bauphysik della Fraunhofer Gesellschaft, all'Istituto di Restauro dell'Università di Ingegneria di Monaco di Baviera, all'ICCROM, Center for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property di Roma e, infine, all'Istituto per i Beni archeologici e monumentali del Cnr di Catania (Ibam).

All'Ibam di Catania, diretto da Daniele Malfitana, è stato affidato in particolare il compito di curare gli aspetti propriamente archeologici della ricerca, grazie alla struttura multidisciplinare dell'Istituto che può contare su laboratori d'avanguardia e su personale altamente specializzato che nel corso dell'ultimo triennnio ha acquisito competenze e specializzazioni finora uniche per l'Italia meridionale e per la Sicilia.
Un team diversificato di specialisti guidato dal direttore Malfitana vedrà l'Ibam di Catania operare per due mesi a Pompei coinvolgendo anche numerosi studenti, giovani ricercatori, stagisti e tirocinanti dell'istituto catanese oltre a ricercatori che da altri Paesi hanno chiesto di aderire al progetto di ricerca.
Studio della cultura materiale, analisi di vecchi e nuovi scavi nell'area della necropoli, indagini geofisiche condotte grazie a strumentazioni d'avanguardia integrate (georadar, magnetometro, tomografia elettrica) permetteranno la realizzazione di una documentazione di base del tutto nuova sulla quale operare per i prossimi anni.

Intriganti e del tutto innovative le ricerche condotte dal Laboratorio di Fotografia applicata all'Archeologia dell'Ibam di Catania di cui è responsabile Giovanni Fragalà la cui struttura è tra le poche, in Italia meridionale, abilitate dall'Enac all'utilizzo di droni per riprese aeree. La recente acquisizione di cospicue risorse finanziarie provenienti da un progetto di ricerca europeo vinto dall'Ibam, ha consentito all'istituto catanese di dotarsi di strumentazione d'eccellenza e tra questa di un drone di ultima generazione. Il drone in dotazione al gruppo del Cnr di Catania nasce come un sistema altamente tecnologico e certificato ed è dotato di tutto quello che necessita per le attività di ripresa e monitoraggio aereo in campo archeologico e dei beni culturali nonché di camere e software per fotogrammetria aerea e per indagini nel campo dell'infrarosso.

Summer School specifiche, corsi di alta formazione sul Gis e Web-Gis, sul telerilevamento aereo e da satellite impegneranno nei prossimi mesi il team catanese dell'Ibam (in sinergia con il Nucleo Tutela Patrimonio culturale dell'Arma dei Carabinieri) cercando di offrire nel contesto dell'Italia meridionale e della Sicilia un contributo significativo per la crescita e la specializzazione intelligente delle giovani generazioni che si affacciano al mondo dell'archeologia.