ATTENZIONE!!!SI STA NAVIGANDO UNA VECCHIA VERSIONE DEL SITO
CLICCARE QUI PER LA VERSIONE ATTUALE DEL BOLLETTINO D'ATENEO
Notizie
Ateneo

Stefania Giannini ospite dell'Università di Catania

Il ministro del Miur ha incontrato il rettore e gli Organi accademici

 
 
07 aprile 2014
Incontro ministro Giannini 014.jpg
Visita domenicale del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini, all'Ateneo di Catania. Il nuovo titolare del dicastero di viale Trastevere ha incontrato nell'aula magna del Palazzo centrale il rettore Giacomo Pignataro, i senatori accademici e i consiglieri di amministrazione e alcuni rappresentanti dei dipartimenti dell'Università, per ascoltare alcune delle richieste che provengono dal mondo accademico e da quello catanese in particolare.
"Vogliamo dare il benvenuto al ministro Giannini, che ha voluto dedicare grande attenzione al nostro Ateneo, presentando l'Università di Catania  - ha detto il rettore Pignataro -, la più antica della Sicilia e una delle grandi università del Paese, con i suoi numeri, le sue luci e le sue ombre. 55 mila studenti, 1500 docenti, 1100 unità di personale tecnico-amministrativo, 100 corsi di laurea, e una qualità della ricerca in gran parte nella media nazionale, con picchi di eccellenza in alcune sue aree e problemi in altre. In più, un forte rapporto con il territorio di tutte le discipline, che ha consentito in passato e consente tutt'ora di sostenere importanti e significative esperienze produttive".
Tra le "doleances", il rettore ha citato la riduzione delle immatricolazioni - circa il 25% in tutta la Sicilia negli ultimi 5 anni - di giovani che scelgono di non proseguire gli studi negli atenei dell'Isola, come il dato politicamente più preoccupante: "Questo fa sì che sforniamo meno laureati di quanti ne dovremmo e potremmo".
Pignataro ha poi rilanciato l'idea di un Patto per l'Università fra governo e atenei, già avanzata all'ex ministro Carrozza, non già per chiedere statuti speciali per gli atenei del Sud nell'ambito del sistema universitario nazionale, ma un accordo di collaborazione reciproca che garantisca agli atenei le condizioni per esercitare la propria autonomia con piena responsabilità nelle scelte. Sul tavolo ci sono certamente la "certezza delle risorse", attraverso un sistema di finanziamento agli atenei che abbia un orizzonte almeno triennale e, in alcune parti, strutturale e consolidato; la revisione del meccanismo dei punti organico che ha imposto vincoli alle assunzioni senza però garantire la stabilità dei bilanci, e dei correttivi allo stesso meccanismo di reclutamento legato all'abilitazione scientifica nazionale; la proposta di un reclutamento straordinario di giovani ricercatori, per contrastare i danni provocati dall'ultimo periodo di tagli di risorse e personale; e, infine, una revisione della valutazione, che sia sempre più ex post e meno ex-ante, dato che "l'attuale procedura imbriglia non poco la vita degli atenei".
Concetti questi ribaditi, con dovizia di dettagli, dagli interventi che si sono susseguiti dal pubblico: quelli dei docenti Giuseppe Mulone, Francesco Basile, Antonio Pioletti, Stefania Stefani, Francesco Patania, e dai rappresentanti degli studenti Giuseppe Musumeci e Marco De Lutiis, ciascuno per i propri ambiti di competenza.

Incontro ministro Giannini 008.jpg
Il Ministro Giannini ha detto subito di condividere molte delle richieste del rettore Pignataro: "Si tratta di evidenze chiare per chi, come me, ha guidato a lungo un ateneo", pur evidenziando il contesto nel quale la crisi di risorse non è stata ancora smaltita e nella società si è sempre più diffusa una sfiducia reale nel valore del titolo di studio.
"Sono pronta a fare con voi una battaglia comune su elementi fattuali e culturali - ha aggiunto - ma da Ministro mi attendo che gli atenei facciano la loro parte". Disco verde, perciò, all'ipotesi di assegnare agli atenei un budget triennale - da gestire con responsabilità e secondo le logiche della buona amministrazione - che favorisca la programmazione e anche le chiamate di docenti, svincolandosi dal vincolo dei punti organico, "nati per una nobile motivazione, ma applicati in modo fallimentare". E via libera anche all'idea di spostare la valutazione al termine dei processi, ma con rigorosi meccanismi sanzionatori per chi non raggiunge gli obiettivi, così come alla suggestione di passare dall'attuale procedura concorsuale ad una valutazione continua nazionale, come avviene in altri Paesi, che lasci poi agli atenei e ai dipartimenti, la libertà di reclutare i migliori secondo i criteri dettati dagli standard internazionali. "Le patologie dei localismi, in senso negativo - ha precisato il Ministro - dovrebbero comunque essere scongiurate".

Incontro ministro Giannini 022.jpg
Giannini ha poi esposto la sua idea su come intervenire per arrestare la mobilità monodirezionale che vede molti giovani del Sud trasferirsi in altre parti d'Italia per completare gli studi: "I flussi possono essere diversificati puntando sulle specializzazioni, innalzando la qualità media delle aree scientifiche ma investendo in maniera strategica su quelle eccellenze che possono richiamare studenti da altre regioni".
"Andare via dal sud al nord non è solo lasciare l'università - ha precisato il ministro -. A volte è anche un progetto di vita che vede in altre regioni del Paese opportunità migliori perché i ragazzi, giustamente, pensano solo al futuro. Credo molto, e non solo per il sud, alle specializzazioni territoriali. Un sistema dell'istruzione superiore, ormai per definizione europeo ed internazionale, non può più lavorare su una generalizzazione delle competenze diffuse uguale allo stesso livello dappertutto. Non si può, insomma - ha concluso il ministro - fare tutto, tutti, dappertutto, nella stessa misura. Ci vuole il coraggio che già mettono in campo gli altri Paesi avanzati".

Rappr stud.jpg
Durante l'incontro, sono intervenuti anche i rappresentanti degli studenti in Senato accademico che si sono susseguiti in tre step rivolgendo domande al Ministro. Il primo a prendere la parola è stato Giuseppe Musumeci con un intervento incentrato sul diritto allo studio "E' necessario concedere più risorse valorizzando i capaci e i meritevoli. Da giovane studente mi chiedo: quale sarà l'impegno delle istituzioni in merito? Sarà possibile rilanciare le università del Sud Italia?".
Ed ancora: "E' un vero peccato non valorizzare le nostre risorse e soprattutto non riusciamo a dare alcun margine di successo ai giovani talentuosi, che spesso sono costretti ad emigrare da qui per trovare fortuna altrove."

E' toccato poi al rappresentante Marco De Lutiis, che, quale delegato del processo di Bologna, ha esplicitamente chiesto di "mandare avanti il processo di Bologna quindi di superare l'attuale visione del triennio propedeutico alla magistrale che si è dimostrato inefficiente dal punto di vista funzionale" ed inoltre " di completare la regolamentazione della legge del 2012 sul diritto allo studio, affinchè le regioni possano applicare le fasciazioni delle tasse per il diritto allo studio più congrue alle esigenze reddituali".
Infine, al termine dell'incontro, la senatrice accademica Marilia Di Mauro, ha consegnato brevi manu al Ministro una lettera con tutte le istanze e i problemi che gli universitari riscontrano quotidianamente e che molte volte non hanno voce. "Abbiamo colto l'occasione per trascrivere esaustivamente alcuni dei temi che abbiamo più a cuore. Dalla laurea abilitante per i corsi di studio magistrali, alla regolamentazione meritocratica del numero chiuso, passando per una società a misura di studente che preveda vantaggi di tipo culturale ed esenzioni e sconti sui mezzi di trasporto pubblici. La speranza è che, da una persona cordiale, disponibile e competente, quale si è rivelata il Ministro durante l'incontro e nel breve dialogo che ho avuto con la sua persona, le nostre domande possano trovare una risposta."