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Inaugurazione anno accademico 2013-2014

Cerimonia solenne nell'aula magna del Monastero dei Benedettini alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

 
 
27 febbraio 2014
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Si è tenuta mercoledì 26 febbraio, nell'aula magna del Monastero dei Benedettini, la cerimonia solenne d'inaugurazione dell'anno accademico 2013-2014 dell'Università di Catania, il 579° dalla fondazione del Siciliae Studium Generale, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

La cerimonia si è aperta con la relazione del rettore Giacomo Pignataro, seguita dall'intervento del rappresentante degli studenti, il senatore accademico Giovanni Magni, e dalla prolusione del prof. Gaetano Tomaselli, direttore del dipartimento di Scienze chimiche.

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"Il nostro Paese, la nostra Sicilia, la nostra Città hanno di fronte sfide impegnative, che riguardano il futuro dei nostri giovani, cioè il nostro futuro. Èun futuro che va costruito su tre pilastri fondamentali: opportunità, merito e sapere". 
Lo ha affermato il rettore del'Università di Catania inaugurando l'anno accademico nell'ex monastero dei Benedettini. 
Pignataro ha aggiunto che "il ruolo e il futuro dell'Università sono intimamente legati, oggi più che mai, al futuro delle giovani generazioni, ad un progetto, per meglio dire, che restituisca opportunità ai giovani". 
"Un Paese che ha bisogno di giovani e che non lascia spazio ai giovani - ha sottolineato Pignataro - rappresenta un dato ancora più paradossale quando si pensi alla situazione di tanti Paesi poveri o in via di sviluppo dove il trend demografico è esattamente di segno opposto a quello del nostro Paese, che rischiano, a loro volta, di non offrire opportunità adeguate ai loro tanti giovani, i quali potrebbero trovare nei Paesi sviluppati un'occasione di futuro diverso e di crescita. I giovani non possono essere un problema, sono invece una risorsa per il nostro futuro".
(in allegato, il testo integrale del discorso del rettore)

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"Noi ragazzi siciliani faremo la valigia una sola volta e torneremo in questa bella terra solo per le vacanze. Se non si riesce a invertire questo trend, sarete responsabili della perdita del capitale umano più pregiato, giovane, colto e preparato senza il quale non ci può essere futuro per la Sicilia e per l'Italia". 
Queste le parole rivolte al Presidente della Repubblica durante la cerimonia di inaugurazione dell'Anno Accademico dell'Università dal rappresentante degli studenti Giovanni Magni. 
"La necessità di partire per trovare lavoro - ha continuato Magni - non è ascrivibile a pura esterofilia, ma costituisce una perdita cospicua, economica, ma soprattutto culturale. Ebbene io credo che la collaborazione stretta tra l'Università e le Istituzioni, Regione in primis, sia la chiave di volta per sbloccare questa delicata situazione". "Il mio sogno - ha continuato - è quello di vivere, formarmi e realizzarmi professionalmente nel Paese che amo, che mi ha dato i natali e soprattutto di contribuire attivamente al suo progresso. L'Italia, un tempo Paese di sogni e sognatori, non lascia più spazio alle ambizioni dei giovani, non accoglie più con fierezza i suoi 'cervelli, non li coccola e ne fa un fattore critico di successo, bensì li lascia andare all'estero, dove fanno la fortuna di altri Paesi e imprese che, a differenza del nostro, sono disposti a scommettere su chi dimostra di valere o di volere". 
"L'Italia - ha concluso - investe poco e male in formazione scolastica e universitaria. I continui tagli al settore pubblico ne sono la prova più lampante. Lo Stato deve investire di più e meglio. Non è pensabile che studenti meritevoli ma privi di mezzi economici non possano continuare i propri studi a causa dei tagli alle borse di studio che con sacrifici si sono conquistati, e che adesso vedono sfumare assieme a tutti i loro sogni".
(in allegato, il testo integrale dell'intervento dello studente)

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La cerimonia si è conclusa con la prolusione del prof. Gaetano Tomaselli, ordinario di Chimica organica, dal titolo "Il chimico: un architetto che progetta e costruisce edifici molecolari".
(in allegato, la prolusione del prof. Tomaselli)