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Ateneo

Un piano di programmazione strategica per l'Università di Catania

Giovedì 30 gennaio ai Benedettini si è svolta la conferenza d'Ateneo nella quale si è discusso delle azioni da intraprendere per il futuro

 
 
31 gennaio 2014
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Come riuscire a migliorare la qualità dei servizi offerti in termini di didattica e ricerca per riagganciarci agli standard europei? Come allocare le risorse disponibili in modo da sfruttare al meglio i fondi ministeriali? E come fare tutto questo nel modo più condiviso e trasparente possibile? Quesiti di difficile soluzione, ma dalla cui corretta risposta può dipendere il futuro stesso dell'Ateneo, soprattutto in un periodo di crisi economia e di tagli.
Si è discusso di questi argomenti ieri, nell'auditorium Giancarlo De Carlo del Monastero dei Benedettini nel corso della Conferenza dal titolo "La programmazione strategica di Ateneo e il piano triennale 2013-2015", fortemente voluta dall'amministrazione proprio «per  aprire una discussione di ampio respiro» sul futuro del nostro Ateneo come ha spiegato il rettore Giacomo Pignataro nel suo intervento introduttivo.
«L'incontro odierno - ha infatti spiegato il rettore - non è solo incentrato sul documento di programmazione triennale 2013-2015 che deve essere consegnato a breve al Ministero. La nostra grande ambizione, infatti, è quella di coinvolgere l'intera comunità accademica in una discussione su una programmazione strategica pluriennale. Per questa amministrazione fare strategia significa applicare un metodo di governo che sia responsabile, trasparente e condiviso. Un governo che fissi priorità (eliminando le azioni estemporanee), tempistiche e meccanismi di controllo. Sono fiducioso sul fatto che la conferenza di oggi possa dare degli input importanti sulle politiche che gli organi di Governo dovranno portare avanti nei prossimi anni».

Il prof. Roberto Cellini, ordinario di Economia politica nel dipartimento di Economia e impresa, ha parlato dell'analisi di contesto portata avanti dal suo gruppo di lavoro e necessaria per la compilazione della bozza di programmazione strategica oggetto principale della conferenza, spiegando: « La programmazione triennale è un documento che ogni Università deve presentare per legge entro il 24 febbraio. Sulla base di questo documento il Miur deciderà quanti soldi concedere ai singoli Atenei per il finanziamento delle azioni in esso descritte. Ma la volontà dell'amministrazione non è stata solo quella di stilare questo piano, bensì di portare avanti una programmazione strategica, che ci deve far capire quali sono i punti di partenza e dove vogliamo arrivare». «Per far ciò - ha continuato Cellini - è necessario coinvolgere tutti i nostri stakeholders. E proprio per questo che oggi presentiamo alla discussione della comunità accademica il lavoro e i documenti che saranno poi sottoposti alla valutazione degli organi di Governo dell'Ateneo».

E' intervenuto successivamente Giuseppe Forte, ricercatore di Chimica generale e inorganica e componente del gruppo del gruppo di lavoro sull'analisi della sull'analisi della Valutazione della qualità della ricerca (Vqr): « L'analisi Vqr è il meccanismo che attualmente permette agli Atenei di accadere alla cosiddetta quota premiale, la quale attualmente rappresenta il 13,5% dei fondi concessi dal Miur. I soggetti valutati sono stati 1.446, tra professori ordinari, associati, ricercatori e ricercatori a tempo determinato, afferenti a 24 dipartimenti». «Attraverso le prime analisi - ha aggiunto - abbiamo cercato, come gruppo di lavoro, di mettere in risalto punti di forza e di debolezza dell'Ateneo con l'obiettivo di migliorare soprattutto questi ultimi.  L'analisi Vqr rappresenta solo un punto di partenza nel complesso sistema di valutazione di un Ateneo. Entro la fine del 2014, infatti, questo sistema di analisi sarà integrato con il nuovo sistema Ava».

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L'incontro è ripreso nel pomeriggio con l'intervento del delegato del rettore alla didattica Bianca Lombardo: «Prendendo spunto dai dati riportati nella relazione di documentazione strategica abbiamo visto che sono necessari interventi di miglioramento nella didattica dell'Ateneo. In particolare, ci preoccupano la percentuale di studenti fuoricorso, il 42% degli iscritti, quella di abbandono degli studi universitari tra il 1° e il 2° anni, il 25-26% e quella di laureati nei tempi regolari (una forbice che va dal 10 al 25%)».
«Proprio per far fronte a questa situazione - ha concluso la prof.ssa Lombardo - tra le ipotesi di lavoro per la programmazione strategica sono state individuate alcune misure per l'orientamento in ingresso, in itinere e in uscita, per la de-materializzazione delle attività amministrative, per la formazione a distanza, per l'attrazione di studenti stranieri e per il potenziamento dell'offerta formativa in lingua straniera».

Successivamente è intervenuta il delegato alla ricerca Stefania Stefani: «La ricerca è il fulcro dell'attività dell'Ateneo e non può che essere un lavoro di squadra. L'Ue, con il suo nuovo programma Horizon 2020 ci chiede uno sforzo di collaborazione tra mondo accademico e imprenditoriale. Partendo da Horizon 2020, a caduta, il Miur ha varato il cosiddetto Piano nazionale della Ricerca (Pnr) che mira a sostenere e incentivare il cammino europeo. Nonostante la congiuntura economica estremamente sfavorevole, l'amministrazione dell'Università di Catania ha mostrato grande sensibilità nel sostenere un programma di ricerca che ci ricollochi negli standard europei».
«Il piano di programmazione strategica in questo senso - ha poi affermato la prof.ssa Stefani - mira a potenziare la quantità, la qualità e la visibilità della ricerca scientifica di base e applicata, rafforzando i legami tra l'attività di ricerca accademica e le vocazioni del territorio regionale. Per raggiungere questi obiettivi sono state ipotizzate delle misure per l'erogazione di fondi di ricerca di ateneo con indirizzi e finalità specifiche, per la formazione di terzo livello, per la promozione dell'integrazione territoriale, anche al fine di promuovere la dimensione internazionale della ricerca, per il reclutamento di studiosi e docenti attivi all'estero e per la incentivazione della qualità nelle procedure di reclutamento del personale accademico». 

La conferenza si è conclusa con gli interventi del prof. Sebastiano Battiato e del prof. Attilio Scuderi, del gruppo di lavoro per la programmazione strategica.  Il primo è intervenuto sulle azioni da attuare per il miglioramento del terzo livello, con particolare riferimento ai dottorati di ricerca: «La legge prevede che i dottorati debbano essere sottoposti ad accreditamento Anvur. La stessa agenzia ci ha inviato una bozza degli indicatori di accreditamento sulla quale ci è stata data possibilità di intervenire e sulla base della quale vogliamo quindi avviare una discussione con tutto l'Ateneo».  

Il prof. Scuderi ha invece parlato di alcuni interventi necessari per la valorizzazione del patrimonio umano dell'Ateneo, sia in riferimento al personale docente sia a quello tecnico- amministrativo: «La logica che sta dietro alla programmazione triennale voluta dal Miur prevede il dimensionamento sostenibile attraverso la fusione tra Atenei. L'Università di Catania intende invece realizzare una strategia di coordinamento regionale attraverso azioni in sinergia con gli Atenei della Sicilia, come la realizzazione di una banca dati che metta a disposizione degli studiosi la preziosa raccolta di opere a stampa antiche edite in Sicilia e conservate nelle biblioteche universitarie isolane o altre azioni come quella per la valorizzazione della ricerca e la diffusione della cultura d'impresa». 
«Quest'ultima in particolare - ha concluso Scuderi - intende favorire una più ampia valorizzazione economica, aziendale, commerciale e sociale dei risultati dell'attività di ricerca svolta da professori, ricercatori e gruppi di ricerca incentivandoli alla presentazione di spin-off, idee brevettuali, accordi di licenza e all'acquisizione di contratti di ricerca in conto terzi».