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Le prospettive del Job Placement e del Career Guidance in un convegno a Villa Citelli

Il presidente del Cof Nunzio Crimi: «Un Ateneo che non si apre al territorio è un Ateneo vecchio, che non risponde alle esigenze degli studenti».

 
 
12 novembre 2013
di G.M.
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Sono sempre più i giovani che entrano nel mondo del lavoro attraverso "tappe obbligate" quali tirocini formativi e grazie al supporto di centri ed enti che si occupano in maniera specifica di orientamento. Proprio l'attenzione generale alle attività di supporto all'inserimento lavorativo ha registrato negli ultimi anni, a livello europeo, un deciso incremento, passando da una visione assistenziale dei servizi (gestiti, ad esempio, dai centri per l'impiego) a interventi strutturali e articolati, anche in termini di contenuto formativo, gestiti, ad esempio, da specifiche strutture nate all'interno delle Università, luoghi dove i giovani non devono essere solo formati, ma anche messi nelle condizioni di penetrare nel tessuto produttivo del territorio.

Di queste importanti tematiche si è discusso giovedì 7 novembre nell'aula magna di Villa Citelli, nel corso di un convegno dal titolo "Verso l'Europa 2014-2020. Career Guidance e Job Placement: innovazioni e prospettive", organizzato dal Centro Orientamento e Formazione (Cof) dell'Università di Catania, in collaborazione con l'Istituto di Ricerca e alta Formazione del Mediterraneo (Irafom), l'Ente nazionale Scuola centrale Formazione e l'Enterprise Vocation Transition Network (Evt) e con il patrocinio del Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Atene catanese, dell'Assessorato regionale dell'Istruzione e della Formazione professionale della Regione Siciliana e del Comune di Catania.

L'incontro si è aperto con gli indirizzi di saluto del presidente del Cof Nunzio Crimi e del presidente dell'Irafom Pamela Munzone, che ha anche letto una lettera inviata per l'occasione dall'assessore regionale dell'Istruzione e della Formazione professionale Nelly Scilabra.
«La realtà che si trovano a vivere oggi i giovani - ha affermato il prof. Crimi - è molto difficile. Orientarsi nel mondo del lavoro è estremamente complesso e quello che ci chiedono i nostri studenti è di aiutarli a fare chiarezza. E' questo il compito principale degli Atenei oggi. Un'università che non si apre il territorio è un'università vecchia, che non risponde alle esigenze dei suoi studenti. L'Ateneo di Catania ha già lavorato molto in questo senso, grazie al lavoro del Cof, ma è evidente che di devono moltiplicare ulteriormente gli sforzi».
«Il significato e l'importanza della Formazione - ha scritto l'assessore Scilabra nella sua missiva - sono profondamente cambiati all'interno del contesto socio-economico territoriale e generale. Siamo in una fase storica in cui risulta sempre più urgente e necessario arricchire di contenuto esperienziale e intellettuale le attività lavorative da porre in essere. Risulta necessario rivolgere una particolare attenzione alle attività formative e d'istruzione ripensando anche la formazione in forme più flessibili e personalizzate».

La prima sessione di lavoro si è aperta con la relazione della prof.ssa Roberta Piazza del Dipartimento di Scienze della Formazione, coordinatrice del Master di II livello in "Esperto in servizi di job placement". «Secondo gli ultimi dati del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop) - ha spiegato - entro il 2020 assisteremo ad un aumento esponenziale dei lavori in cui sono richieste skills specifiche, mentre si azzereranno quasi del tutto le possibilità di occupazione per chi non avrà particolari competenze e specializzazioni. Purtroppo la crisi economica globale sta portando i Governi a sottovalutare questi dati e a diminuire i fondi destinati alla formazione professionale. Proprio questi dati rendono necessaria la formazione di figure professionali in esperte in Career Guidance».
«Orientare alle carriere - ha continuato la prof.ssa Piazza - significa aiutare non solo i giovani ad entrare nel mondo del lavoro, ma anche attivare un sistema dedicato a tutte le categorie svantaggiate come chi ha perso il proprio posto di lavoro, gli extracomunitari, i disabili. Per fare questo sono necessarie delle linee guida da seguire a livello internazionale e una legislazione adeguata, già presente in alcuni Paesi».
La prof.ssa Piazza ha infine accennato all'esperienza del master che coordina: abbiamo avuto dei risultati formativi molto soddisfacenti ma ancora qualche difficoltà a trovare enti in grado di ospitare i nostri studenti. In questo senso, il territorio deve dimostrare in futuro maggiore apertura per queste professionalità». 

Il convegno è proseguito nella mattinata con gli interventi di Czeslaw Noworol, della Jagiellonian University di Cracovia e di Patricia Garcia Perez dell'Università di Cadice. Nel pomeriggio si sono svolte altre due sessioni con gli interventi di diversi ospiti internazionali.