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Orto botanico

Randagismo, convegno sulla legge regionale 15 del 2000

Promossa da Rotary e Movimento cittadini a 4 zampe

 
 
19 gennaio 2013
Orto botanico convegno randagismo.jpg
L'aula a emiciclo dell'Orto Botanico di Catania ha ospitato il convegno dal titolo "Legge Regionale 15 del 2000, una legge per cani o da cani?", a cura del Club Rotary Catania Duomo 150 Distretto 2110 Sicilia-Malta e del Movimento cittadini a quattro zampe, alla presenza di istituzioni, associazioni, movimenti e club service. 
I lavori hanno avuto inizio con il saluto istituzionale di Pietro Pavone, direttore del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali unitamente a quello del presidente del club service Angelo Alaimo.
  
Sono intervenuti a seguire Dario Daidone, presidente VIII Commissione del Comune di Catania, Carmelo Macrì, dirigente SIUV (Asp 3), Adriana Muliere, direttivo Polizia di Stato, Giovanni Sciangula del Movimento Cittadini a 4 zampe. Ha moderato gli interventi Maurizio Catania, responsabile dell'Assessorato alla Sanità del Comune di Catania e del Movimento cittadini a quattro zampe.

L'argomento in discussione riguardava la modifica della Legge Regionale 15 del 2000, legge che a tutt'oggi non ha dato riscontri né decremento del fenomeno del randagismo canino e felino. Maurizio Catania, presidente del movimento cittadini a 4 zampe, ha proposto la modifica quasi totale della Legge, nella sua ricetta in forma di appunti propone: 
- revoca delle competenze ai Comuni, inadempienti nel contrasto al randagismo, fenomeno che deve essere condiviso e riferito a troppi attori istituzionali. 
- istituzione di una Agenzia regionale di concerto con gli Assessorati regionali Sanità, Foreste e Ambiente. Agenzia da porre alle dirette dipendenze della  Presidenza della Regione e che disporrà di una task force costituita da dipendenti regionali e volontari. Task force che opererà sul territorio in regime di H 24 anche con presidi sanitari da campo, per una sterilizzazione massiva di cani e gatti che insistono sul territorio siciliano.
- istituzione di oasi canine e oasi feline che siano dei campi di ricovero transitori in attesa di adozione degli animali o di loro collocazione all'interno di parchi canili che non ospitino più di 100 animali. Oasi gestite da volontari, che fruiranno cibo, medicine, cucce e cure veterinarie, tutto a carico della Regione.
- divieto di vendita di animali all'interno dei negozi e tra privati, con riconoscimento di tale prerogativa agli allevamenti riconosciuti e controllati.
- sterilizzazione obbligatoria di tutti gli animali padronali, con un contributo reddituale, ai veterinari, a carico della regione.
- tassa sui cani con pedigree e non sterilizzati.
- sgravi fiscali a chi adotta cani randagi e/ prelevati dai canili. 
- costruzione di parchi canili regionali di capienza max di 100 cani, affidati alle associazioni con relativo contributo di mantenimento.
- costituzione di una sanità veterinaria pubblica, con pronto soccorso e degenza per i randagi e i cittadini che interverranno con un ticket reddituale.
- costituzione di un corpo unico di Guardie zoofile, con specifiche competenze  e relativa formazione professionale, coordinate dal Corpo Forestale.
- formazione professionale di figure intermedie della sanità veterinaria, che non espletino compiti di carattere medico ma solamente sanitario.

A seguire Carmelo Macrì, dirigente del Servizio di Igiene Urbana Veterinaria Asp Catania, ha riferito che usualmente il Servizio che rappresenta procede, come da normativa in vigore, a redige l'anagrafe canina (effettuata tramite microcippatura) per l'identificazione degli animali. Questo sistema permette di avere un dato certo sulle presenze e si attribuisce ulteriore responsabilità al proprietario. 
Il soggetto canino, ad esempio, può in tal modo essere monitorato in caso di smarrimento. Inoltre, per i randagi, il servizio provvede alla sterilizzazione, raggiungendo due risultati: il controllo delle nascite e la mitizzazione del carattere del cane (attenua le foghe canine e l'aggressività). 
Altre prerogative del Servizio riguardano attività di pronto soccorso, reperibilità notturna e festiva, interventi per questioni igienico sanitari, e in caso di maltrattamento conclamato, si collabora con le Forze dell'Ordine. Allo stato attuale inoltre Macrì afferma che l'interesse dei Comuni è minimo, anche se il proprietario dei cani randagi risulta essere il sindaco del territorio individuato, sfatando così la diceria che i cani randagi non appartengono a nessuno.

Altro intervento da ricordare in conclusione è quello di Adriana Muliere, dirigente del Commissariato di Nesima, la quale chiarisce che, per azionare l'intervento della Polizia, occorre in principio una denuncia, un esposto o quantomeno una segnalazione di abbandono o di maltrattamento di animali. Una volta trattate le segnalazioni, verificate che non siano strumentali, si stabilisce l'intervento. 
Poi, a seconda della competenza e della gravità del caso, si avvertono altri commissariati e il Servizio SIUV. Sulla base dell'accertamento effettuato si predispone da ultimo un sequestro, e di sovente il proprietario del cane, in ambito giudiziale, si obbliga alla custodia. 

Se esistono associazioni del settore disponibili si propone verso queste l'affidamento penale dell'animale sequestrato. Le procedure prevedono innanzitutto il processo, se a questo segue la condanna (di solito accade per cani da combattimento o maltrattati o cavalli) si da luogo alla confisca dell'animale. Attualmente i canili convenzionati con il Comune sono in deroga alla norma oggetto del convegno. Sono da prevedere -afferma Adriana Muliere- per una maggior prevenzione del fenomeno randagismo: standard rigorosi per i canili convenzionati; politiche intensive di adozione; più ragguardevole cura e senso d'amore per gli animali; riguardo degli animali alla stregua di un componente familiare, tenendo conto della responsabilità civile e penale che ne discende. Maggiore coscienza civile in merito alle segnalazioni di maltrattamenti ed abbandono, perché il cittadino deve collaborare con le forze dell'ordine come parte attiva.