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Notizie
Medicina

All'Università di Catania per diventare esperti della scena del crimine

Al via un master in Biotecnologie applicate alla medicina e alle scienze forensi tossicologiche

 
 
13 dicembre 2012
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Ci saranno anche esperti del calibro del generale Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, e Aldo Spinella, dirigente superiore tecnico biologo della polizia di Stato, tra i docenti del master di II livello in "Biotecnologie applicate alla medicina ed alle scienze forensi tossicologiche", organizzato dal dipartimento di Biomedicina clinica e molecolare dell'Università di Catania, in collaborazione con il Seminario giuridico e con l'Università telematica "San Raffaele".

L'obiettivo primario del nuovo corso post-laurea, è quello di formare specialisti forensi, criminologi, biomanager, tossicologi, biologi molecolari, che padroneggino le tecniche criminalistiche e che siano in grado di interpretare univocamente i risultati sofisticati e complessi di indagini, perizie, consulenze. Intermediari, insomma, che semplifichino il lavoro di magistrati e avvocati nei processi penali, ponendosi a metà strada tra loro e i tecnici della Polizia scientifica o dei Ris dei Carabinieri. 

Il master è coordinato dal prof. Renato Bernardini insieme alla professoressa Nunziata Barbera, docente di Tossicologia medica e Medicina legale, e al prof. Michele Purrello, docente di Genetica Molecolare, e presieduto dal prof. Francesco Basile, past-preside di Medicina e Chirurgia. La parte giuridica verrà coordinata dal prof. Giuseppe Speciale, presidente del Centro per l'aggiornamento delle professioni e per l'innovazione e il trasferimento tecnologico dell'Università di Catania, che fornirà sostegno e supporto logistico, e dal prof. Tommaso Rafaraci, ordinario di Procedura penale nell'Ateneo di Catania. Curerà i rapporti con le istituzioni la dottoressa Carola Parano, docente di Diritto sanitario alla "San Raffaele". Il corso è stato presentato nei giorni scorsi al Policlinico "Gaspare Rodolico" di Catania, dal prof. Bernardini e dagli altri docenti del comitato scientifico del master, affiancati dalla dottoressa Giusy Neri, vice questore aggiunto e dirigente della Polizia Scientifica di Catania.

Discipline come balistica, genetica forense, antropologia criminale, dattiloscopia, grafologia giudiziaria, analisi del Dna su traccia, biologia forense, tecniche di sopralluogo, tossicologia e diritto sanitario forensi, saranno quindi al centro del programma didattico, incentrato sul connubio fra le tre macroaree medica, giuridica e tecnico-scientifica. E, ancora, materie quali i reati ambientali, cybercrimes, indagini difensive, analisi e ricostruzione degli incidenti stradali, studio empirico sulla governance degli uffici giudiziari, accesso ed uso delle banche dati del Dna, analisi e discussione sulla casistica multidisciplinare; tutte affiancate e supportate da numerose attività di laboratorio, previste ed obbligatorie presso le strutture della polizia scientifica e dei Ris dei Carabinieri.

"Gli strumenti scientifici e tecnici di cui si avvale il processo penale - ha spiegato il coordinatore del master Renato Bernardini, ordinario di Farmacologia - sono sempre più efficaci e risolutivi ma sempre più sofisticati e complessi. Spesso, infatti, l'interpretazione univoca dei risultati riesce difficile se la discussione non avviene tra tecnici altamente specializzati. E gli attori del  processo, sia magistrati che avvocati, trovano difficoltà enormi, spesso insormontabili, nella sola comprensione delle perizie o consulenze". Occorrono allora sul campo esperti e periti che sappiano evitare inquinamenti sulla scena del crimine, migliorando complessivamente le procedure di indagine, ovviando alla carenza di formazione specifica nelle tecniche criminalistiche. In questo senso, la professoressa Barbera ha sottolineato la triste situazione italiana, caratterizzata da un bassissimo numeri di professionisti presenti in questo settore.

"Questo nuovo corso - ha osservato la dottoressa Parano - rappresenta un concreto tentativo di creare un tavolo multidisciplinare serio con il massimo delle competenze e con l'obiettivo di fondere teoria del fare e saper fare". Il contributo dell'Università "San Raffaele" consentirà anche di coinvolgere esperti italiani, come Spinella e Garofano, ma anche internazionali, nella convinzione che il confronto con modelli esteri possa essere da sprone a sempre nuovi obiettivi di crescita".