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La scuola siciliana nell'era dei 'nativi digitali'

Al rettorato un workshop sulla didattica orientata all'uso di nuove tecnologie

 
 
13 settembre 2012
di G.M.
Cof - Nuove tecnologie per la didattica 002.jpg
Appena ieri il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo anno scolastico, ha esposto il nuovo piano di digitalizzazione della scuola italiana, che prevede, tra l'altro, la progressiva sostituzione del supporto cartaceo con libri elettronici, la dotazione per ogni classe degli istituti medi e superiori di un pc e, ancora, nelle quattro regioni della convergenza - Puglia, Campania, Sicilia e Calabria - l'assegnazione di un tablet ad ogni insegnante. 

La scuola italiana, in tempi di crisi economica, sta quindi concretamente puntando sull'utilizzo di nuove tecnologie, sia per motivi didattici, sia per motivi economici (il solo risparmio di carta è stato stimato in 30 milioni di euro). 
Di nuove tecnologie, didattica e di "nativi digitali" - la generazione dei nati a partire dal 1998 - si è parlato questa mattina, nell'aula magna  del Palazzo centrale dell'Università di Catania, nel corso del convegno dal titolo "La didattica orientata all'uso delle tecnologie", organizzato dal Centro orientamento e formazione (Cof) dell'Ateneo catanese. 

All'iniziativa, aperta dagli indirizzi di saluto del presidente del Cof Vincenzo Perciavalle e del dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale Raffaele Zanoli e introdotta dal funzionario del Cof Raffaela Leone, hanno preso parte la prof.ssa Rosaria Sardo, docente di Storia della Lingua italiana all'Università di Catania, che, tra i suoi ambiti di ricerca ha spesso trattato l'argomento delle differenze linguistiche tra nativi digitali e insegnanti di vecchia generazione, Gianni Bonfiglio, direttore editoriale della casa editrice Avagliano iSchool, specializzata nella pubblicazione di e-book, Giusy Calvaruso, docente del Liceo artistico statale Emilio Greco di Catania, Giovanni Biondi, capo dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur, Attilio Compagnoni, dell'Ufficio IV "Programmazione e gestione fondi strutturali europei e nazionali per lo sviluppo e la coesione sociale e Marialuisa Altomonte, direttore generale dell'Ufficio scolastico Regionale della Sicilia.

«La nostra Regione - ha sottolineato la dott.ssa Altomonte -  ha fruito in maniera massiccia del Piano scuola digitale che dal 2009 ha portato al potenziamento delle dotazioni tecnologiche avanzate: sono state acquistate quasi 2.500 lavagne interattive multimediali (Lim) e create 34 classi cosiddette '2.0'. Nel contempo, abbiamo beneficiato, nel periodo 2007-11, di finanziamenti del Fesr per più di 130 milioni di euro, quasi tutti dedicati al potenziamento tecnologico delle scuole. Lo sforzo che è stato fino ad oggi fatto per accompagnare i processi di istruzione dei nativi digitali è stato imponente. A questo punto il nostro impegno si dovrà concentrare per risolvere alcuni problemi di edilizia scolastica che caratterizzano la Sicilia». 
«La nuova generazione di studenti - ha affermato il prof. Perciavalle spiegando i motivi che hanno spinto il Cof ad organizzare il workshop - hanno una capacità di approcciarsi alle tecnologie moderne (internet, social network, ebook.) spesso di gran lunga superiore a quella dei loro stessi insegnanti. A livello di formazione, quindi, bisogna trovare il modo di colmare questo gap per cercare di sfruttare le enormi potenzialità che i nuovi media hanno a livello didattico». 


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«Da un punto di vista organizzativo la scuola catanese ha fatto passi da gigante - ha detto il dott. Zanoli -; il punto dolente resta invece la carenza nella formazione del personale. Una recente indagine ha evidenziato che i nativi digitali di prima e seconda generazione trovano molto più stimolanti e interessanti le lezioni che sfruttano in pieno le potenzialità dei nuovi media, spesso invece sottovalutate dai loro docenti. E' soprattutto su questo che dobbiamo ancora lavorare molto».

Dopo il dott. Bonfiglio, che ha spiegato brevemente come è organizzato contenutisticamente un e-book, che sfrutta in pieno le sue potenzialità multimediali rendendo le lezioni molto più "appetibili" per gli studenti e la prof.ssa Calvaruso, è intervenuto Giovanni Biondi: «L'annuncio del ministro Profumo relativo alla dotazione di un pc per ogni classe rappresenta certamente un passo fondamentale, rivoluzionario. Ma non ci possiamo limitare a questo: a breve l'agenda digitale del Paese andrà in Consiglio dei Ministri. Sono previste altre importanti iniziative, che, ad esempio, permetteranno alle scuole di garantire ai loro studenti tablet e l'utilizzo di contenuti digitali».

«I fondi strutturali stanziati dall'Unione europea per favorire la digitalizzazione della scuola - ha affermato il prof. Compagnoni - rappresentano un'opportunità che le Regioni della convergenza, quindi anche la Sicilia, non devono lasciarsi sfuggire. Si tratta, infatti, di un investimento importante che ha fatto l'Ue e che viene gestito attraverso il Programma operativo nazionale (Pon) e il Programma operativo regionale (Por). Per quanto concerne il Pon Fesr 2007-13, l'Europa ha destinato ben un miliardo e mezzo alle quattro Regioni della convergenza e di questi il 30% è  stato stanziato esclusivamente  per la Sicilia». 

La prof.ssa Sardo ha invece affrontato il tema legato ai progressi della comunicazione. «Nella storia dell'uomo si sono avvicendate quattro diverse fasi: oralità, scrittura (la cui nascita ha rappresentato la prima grande rivoluzione culturale), neoscrittura (rappresentata dalla nascita e dallo sviluppo di internet) e fase della connettività o fase partecipativa (che ha nei social network e nel "web 2.0" la massima espressione). I ragazzi che oggi frequentano le scuole stanno vivendo quest'ultima fase e i docenti ne devono tenere conto. Bisogna però stare attenti: le nuove tecnologie e i computer non possono sostituire maestri e professori, ma restano pur sempre solo degli strumenti, non delle macchine per insegnare. Il problema sta nel formare i docenti affinché riescano a veicolare il sapere attraverso essi».