Con ventuno voti favorevoli, cinque contrari e due astensioni, il Senato accademico dell'Università di Catania ha deliberato l'adozione del nuovo Statuto d'Ateneo. Il testo, varato all'unanimità dall'apposita Commissione prevista per legge, aveva ricevuto mercoledì 20 luglio anche il "via libera" del Consiglio di amministrazione (18 voti favorevoli e 4 contrari).
Nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta giovedì 21 luglio, il rettore Antonino Recca ha manifestato"viva soddisfazione per la conclusione di un lungo iter, preceduto da un ampio dibattito che era cominciato ancor prima dell'approvazione della legge Gelmini", che ha imposto l'adozione di una nuova "carta" statutaria in ciascuno degli Atenei italiani.
"Se è vero che in nessuna università italiana - ha commentato il rettore - un atto così significativo come l'approvazione dello statuto è finora passato all'unanimità, è falso, come è stato sostenuto specialmente nelle ultime settimane, che nella comunità accademica catanese non vi sia stato alcun confronto. Sono stati coinvolti tutti gli organi di governo, che rappresentano la totalità della comunità universitaria, vi sono state numerose riunioni nelle strutture di facoltà e dipartimenti, vi è stata una continua comunicazione degli atti che man mano venivano vagliati, il dibattito è stato molto ampio e ricco. Noi abbiamo pertanto condotto a termine un percorso pienamente rispettoso della legge, dando esecutività alle disposizioni normative". Il nuovo Statuto, ha concluso il rettore, che assegna maggiori libertà ma anche maggiori responsabilità agli organi di governo dell'ateneo, è perciò espressione della volontà della comunità accademica.
Il prof. Recca ha anche evidenziato il netto miglioramento raggiunto nell'ultimo biennio dall'ateneo catanese nell'autorevole graduatoria del quotidiano Sole 24 Ore, e i giudizi sostanzialmente positivi ottenuti nei rating di Repubblica-Censis e del mensile Campus: "Con il nuovo Statuto, seppur in un contesto di risorse che saranno decrescenti anche nei prossimi anni - ha affermato il rettore, che ha anche smentito con fermezza l'esistenza di un deficit nel bilancio dell'Ateneo dovuto all'inesigibilità di crediti accumulati nei rapporti con le sedi decentrate -, contiamo di migliorare ancora la nostra posizione, anche tenuto conto del fatto che, sempre più, l'autorevolezza delle varie università sarà stabilita in base ai risultati delle attività di valutazione".