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GRaBS, nuove strategie contro il rischio climatico

"Città sempre più soggette ad aumento delle temperature ed inondazioni": gli esperti suggeriscono, anche a Catania, "più infrastrutture verdi e blu" per resistere al cambiamento climatico. E alla Cittadella presto un itinerario sostenibile

 
 
06 aprile 2011
di Giuseppe Melchiorri
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Più infrastrutture "verdi" e "blu" nelle nostre città per ridurre la vulnerabilità delle aree urbane al cambiamento climatico. E' quanto hanno suggerito gli esperti giunti da tutta Europa per partecipare, questa mattina, al convegno dal titolo  "Adattare le aree urbane ai cambiamenti climatici attraverso la pianificazione", che si è svolto nell'aula magna del Palazzo centrale dell'Università di Catania, nel corso del quale sono stati presentati alcuni dei risultati del progetto europeo Grabs, acronimo di Green and Blue Space Adaptation for Urban Areas and Eco Towns.

Le recenti alluvioni nel messinese, in Australia e in Pakistan, il numero record di incendi che l'estate scorsa hanno devastato la Russia. E ancora, l'ondata di calore che nel 2003 ha provocato più di 50 mila morti in tutta Europa. Tutte drammatiche conseguenze del cambiamento climatico, una vera e propria piaga di cui soffre il nostro pianeta e che ha spesso una sola causa: lo scellerato comportamento dell'uomo, la sua "guerra alla natura".
Il progetto Grabs, nato tre anni fa e finanziato dall'Unione europea grazie ai fondi del programma Interreg IVC e al quale aderiscono enti locali e istituzioni di otto Paesi (Austria, Grecia, Inghilterra, Italia, Lituania, Olanda, Slovacchia e Svezia) si poneva proprio questo obiettivo primario: fronteggiare questo tipo di rischi dovuti al cambiamento climatico. Insieme a "Etnambiente srl", società a partecipazione esclusivamente pubblica che opera all'interno della provincia di Catania, e alla Provincia di Genova, infatti, l'Ateneo di Catania è una delle tre istituzioni italiane che hanno aderito al progetto, la cui sezione etnea è stata coordinata dal prof. Matteo Ignaccolo, docente di Tecnica ed Economia dei Trasporti, e si è avvalsa del contributo dei colleghi Paolo La Greca, Alberto Fichera, Francesco Martinico e Giuseppe Inturri.

Il convegno è stato aperto dagli indirizzi di saluto del preside della facoltà di Ingegneria, Luigi Fortuna, dell'assessore alla Mobilità e Viabilità di Catania, Alberto Pasqua, del presidente di Etnambiente, Antonio Pogliese, del prof. Ignaccolo e del prof. La Greca. Diverse le autorità e gli esperti del settore intervenuti, provenienti da tutte le città coinvolte in Grabs. Tra questi anche l'architetto e paesaggista tedesco Andreas Kipar, che ha presentato alcune delle sue recenti brillanti esperienze di "landscape sostenibile" che sta conducendo in Europa.

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«All'interno di Grabs, l'Università di Catania - ha spiegato il prof. Ignaccolo - ha portato avanti un lavoro su più fronti: abbiamo, infatti, svolto un'attività di divulgazione delle problematiche del cambiamento climatico non solo rivolta ai nostri studenti, ma anche ai rappresentati degli enti locali dell'hinterland etneo e abbiamo proposto un piano per l'adattamento al cambiamento climatico. In particolare, l'Università di Catania, già presente con le politiche di promozione della mobilità sostenibile e di produzione dell'energia da pannelli fotovoltaici, ha deciso di migliorare le caratteristiche di fruizione degli spazi esterni della Città universitaria di via S. Sofia, uno degli spazi verdi più rilevanti della città, attraverso la realizzazione, entro i prossimi quattro mesi, di un percorso ciclo-pedonale a servizio degli utenti delle attrezzature sportive, della mensa e della casa dello studente. Un itinerario "sostenibile" che potrà essere esteso verso il parco Gioeni e la collina di S. Sofia».

«Le città - ha poi sottolineato il prof. La Greca - di fronte all'emergenza climatica sono obbligate ad adeguare le loro strutture in una prospettiva di un radicale ripensamento del loro funzionamento. Per raggiungere questo difficile obiettivo giornate come quella di oggi, di confronto e di scambio di idee tra esperti e rappresentati delle diverse regioni europee sono fondamentali».

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«Le concentrazioni di biossido di carbonio nell'atmosfera - ha evidenziato il prof. Inturri - hanno ormai raggiunto il loro livello più alto in tre milioni di anni e, di conseguenza, le aree urbane sono sempre più soggette all'aumento delle temperature e delle inondazioni. Se le emissioni di gas serra (CO2) continueranno agli attuali ritmi, entro questo secolo la temperatura media subirà un aumento di 4°C per effetto del riscaldamento globale. Purtroppo le aree urbane attualmente non sono preparate ad affrontare le conseguenze di questa situazione come dimostrano le conseguenze delle catastrofi naturali di cui sentiamo sempre più spesso parlare in tutti i media e che a volte ci riguardano da molto vicino, come le recenti alluvioni nella provincia di Messina. Non possiamo evitare gli eventi climatici estremi, ma possiamo limitarne i danni, riducendo la vulnerabilità delle nostre città attraverso gli strumenti della pianificazione territoriale e dei trasporti. A livello locale, la pianificazione territoriale può, ad esempio, prevedere un aumento delle cosiddette "infrastrutture verdi" (giardini, parchi, paesaggi strategici, corridoi verdi, e delle"infrastrutture blu" (sistemi di drenaggio sostenibile dei corsi d'acqua). Queste strutture servirebbero a raggiungere un duplice scopo: migliorare la qualità della vita e diminuire la vulnerabilità delle aree urbane rispetto ai rischi del cambiamento climatico».

«Come società a partecipazione esclusivamente pubblica - ha affermato il dott. Pogliese - Etnambiente non deve pensare al guadagno economico dei singoli soci, ma può occuparsi di un grande tema sociale come quello della difesa dell'ambiente e delle politiche energetiche. E' proprio in questa prospettiva che Etnambiente è partner di Grabs».
Un giudizio complessivamente positivo sia del progetto sia dell'iniziativa odierna è stata infine data da Andreas Kipar: «Il fatto che siamo qui a Catania a parlare tutti insieme dei rischi del cambiamento climatico significa che il problema è ormai ampiamente riconosciuto da tutti. La strada da seguire è stata segnata dal grande economista americano Jeremy Rifkin, che ha più volte invitato tutti i cittadini del mondo a fermare quella che lui definisce una vera e propria "guerra alla natura". Dobbiamo radicalmente modificare le nostre abitudini, il nostro modo di approcciarci al mondo. Proprio in questa prospettiva l'azione degli amministratori locali è di primaria importanza: loro per primi devono capire che le cose non possono andare avanti in questo modo».