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Atenei

Università, i 'sì' e i 'no' dei rettori alla riforma


 
 
01 dicembre 2010

POL:UNIVERSITA'
2010-12-01 12:38
UNIVERSITA': RETTORI, LEGGE MIGLIORE DI STEREOTIPI PROTESTA
DECLEVA, MA E' SOLO PUNTO DI PARTENZA, SERVONO CONDIZIONI IDONEE
ROMA
(ANSA) - ROMA, 1 DIC - Il Presidente della Conferenza dei Rettori, Enrico Decleva, esprime "soddisfazione" per l'approvazione alla Camera del Ddl di riforma dell'Università. "Una legge - ha aggiunto Decleva - che, grazie anche ai diversi emendamenti introdotti nel corso dell'iter parlamentare, appare decisamente migliore, per fortuna, degli stereotipi usati da varie parti sia per combatterla sia per difenderla". "Non tutte le integrazioni votate dalla Camera sono ugualmente apprezzabili - ha aggiunto Decleva -. Il limite del 10% dei professori a contratto, ad esempio, creerà seri problemi di funzionalità di cui i presentatori non si sono probabilmente resi conto. Il recupero di finanziamenti sul 2011 assicurato dalla legge di stabilità, in corso di approvazione, é un segnale importante ma vale solo per un anno". "Attendiamo in ogni caso con fiducia che il Senato vari definitivamente il provvedimento. Fermo restando che esso è solo un punto di partenza. Starà alla responsabilità di tutti, forze politiche e componenti universitarie, fare in modo che la sua complessa attuazione sia avviata al più presto e avvenga in condizioni idonee, nell'interesse dell'istituzione e del rilancio effettivo del suo ruolo insostituibile nella vita del Paese", conclude Decleva. (ANSA).
VN/ S0A QBXB

POL:== UNIVERSITA'
2010-12-01 09:38
== UNIVERSITA': I SI' E I NO DEI RETTORI ALLA RIFORMA
FRA I PRO INNOVAZIONI SU MERITO, NEI CONTRO TIMORI PER AUTONOMIA
ROMA
(ANSA) - ROMA, 01 DIC - Battaglia al precariato ma timori di una diminuzione dell'autonomia degli Atenei: sono queste alcune delle osservazioni sulla riforma dell'università, ieri approvata a Montecitorio e ora attesa in terza lettura al Senato, sollevate da alcuni rettori italiani in diverse interviste pubblicate sui quotidiani di oggi.

"Negativo" il giudizio complessivo sulla riforma espresso da Massimo Mario Augello, rettore dell'Università di Pisa, in primis - dice alla Stampa - "per l'impianto della riforma che non punta al prodotto ma al processo, riducendo l'autonomia degli atenei". Inoltre, prosegue, "una riforma che si pretende di fare a costo zero rischia di valere zero".
Il problema dei "baroni", aggiunge, è radicato "nel malcostume diffuso e nel dna delle persone" e "non c'é bisogno di fare una riforma per una regola del genere: basta inserirla nel regolamento dei bandi di concorso". Giuliano Volpe, rettore dell'ateneo di Foggia, spiega al Messaggero che con il ddl "si mettono troppe regole" e "l'autonomia degli atenei viene molto limitata", mentre è "positiva la modifica del reclutamento dei docenti" perché "spariscono i concorsi solo locali e si parte da una abilitazione nazionale deliberata da commissioni sorteggiate". Il rettore dell'Università di Camerino, Fulvio Esposito, guarda positivamente alla riforma perché "sconfigge idealmente il precariato", anche se "le mancano dei pezzi".

L'aspetto migliore del testo, afferma in un'intervista alla Stampa, "é l'introduzione dell'obbligo di trasparenza nel rapporto fra il datore di lavoro, l'università, e il lavoratore, l'aspirante ricercatore". L'emendamento su 'parentopoli', tuttavia, non è a suo avviso "sufficiente a risolvere il problema" dei baroni: "serve un cambio di mentalità".
"Qualche criticità, ma anche spunti interessanti" vengono individuati da Guido Fabiani, rettore di Roma Tre, che dalle colonne del Messaggero invita i colleghi alla responsabilità: "sta agli atenei decretare il successo" della riforma. "Dobbiamo coglierne gli aspetti positivi - dice -, come le innovazioni sul merito e sul reclutamento, e declinarli nella vita quotidiana delle nostre università".(ANSA).
Y14-PNZ/ S0A QBXB