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Atenei

Recca: «Senza risorse non si può contribuire al rinnovamento della qualità del sistema universitario»

Il commento del rettore dell'Università di Catania a conclusione dell'assemblea odierna della Crui

 
 
28 ottobre 2010

«Senza adeguate risorse non si può contribuire al rinnovamento della qualità del sistema universitario. La copertura finanziaria degli interventi costituisce condicio sine qua non affinché il ddl Gelmini possa essere accettato dalla comunità universitaria».

È il commento del rettore dell'Università di Catania, Antonino Recca, che ribadisce la posizione espressa dalla Conferenza dei Rettori delle Università italiane a conclusione della assemblea di oggi, giovedì 28 ottobre, secondo la quale, solo dopo aver garantito un'adeguata copertura finanziaria ai fabbisogni del sistema universitario, potrà trovare credibilità e concreta attuazione anche la ripresa del percorso parlamentare del DDL di riforma.

Senza le riassegnazioni per il 2011 - si legge infatti nella nota della Crui - non si può far fronte all'oggettivo fabbisogno per la copertura delle retribuzioni e per garantire la quota di legge del turn over; per rifinanziare le borse per il diritto allo studio; per restituire una parte significativa dei tagli operati sulle Università non statali; per coprire le prime spese necessarie per dare credibilità all'avvio della riforma, a cominciare dallo svincolo, almeno parziale, dal blocco degli scatti stipendiali, e dalle prospettive di rapido passaggio a professore associato, previo conseguimento dell'abilitazione scientifica nazionale, dei ricercatori a tempo indeterminato meritevoli, secondo la proposta avanzata da tempo dalla CRUI.

Al momento attuale - prosegue la nota -, la funzionalità degli atenei è già messa in seria difficoltà dalla mancanza, alla data odierna, della distribuzione delle risorse a valere sul FFO 2010, con un ritardo incompatibile con ogni principio di buona amministrazione e con le ovvie necessità degli atenei di conoscere le risorse con cui chiudere i bilanci dell'anno in corso. Finché non si modifica un simile modo di procedere appare vana e incongrua ogni richiesta o ipotesi di piano pluriennale.