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Scienze politiche, 'Per una cultura dell'altro'

Presentato il XX rapporto sull'immigrazione Caritas/Migrantes

 
 
26 ottobre 2010
di Federica Firrincieli
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Anche quest'anno la facoltà di Scienze politiche ha ospitato, nella sua aula magna, la presentazione in anteprima nazionale e in contemporanea con numerose città in tutta Italia, del XX rapporto sull'immigrazione della Caritas/Migrantes, il dossier "Per una cultura dell'altro", a vent'anni dalla pubblicazione del primo rapporto nazionale.

All'incontro, organizzato dalla Caritas diocesana di Catania, dall'ufficio regionale per la Carità della Conferenza episcopale siciliana, dalla facoltà di Scienze politiche dell'Università di Catania, dal Laposs (Laboratorio di progettazione sperimentazione ed analisi di politiche pubbliche e servizi alle persone) e dal Comune di Catania, hanno partecipato il preside Giuseppe Barone, il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, l'assessore alle Politiche sociali Carlo Pennisi, il direttore della Caritas etnea padre Valerio Di Trapani, il diacono Giuseppe Cannizzo (Migrantes), il vicedirettore della Caritas italiana Francesco Marsico, il redattore regionale del Dossier Caritas Vincenzo La Monica e il direttore del Laposs Maria Teresa Consoli.

Dopo gli indirizzi di saluto del preside della facoltà di Scienze politiche, Giuseppe Barone e del sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, con le coinvolgenti immagini del video sui migranti, realizzato da RaiNews24, è iniziata l'approfondita riflessione - introdotta e coordinata da padre Di Trapani - sull'interpretazione, non solo dei dati statistici, socio-economici e culturali del Dossier 2010, ma anche sul cambiamento della percezione, da parte dell'opinione pubblica italiana, delle complesse dinamiche del fenomeno migratorio che negli ultimi anni viene considerato con diffidenza, paura e pregiudizi.


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Ed è proprio per l'assenza di una 'cultura dell'altro', dovuta anche a politiche che non si sono dimostrate efficaci nell'elaborazione di strategie adatte ad accogliere, nel rispetto della legalità, i migranti, che la Caritas da vent'anni prepara e diffonde i suoi dossier sull'immigrazione, spesso unico strumento obiettivo per guardare con fiducia, e non con ingenuità o rassegnazione all'immigrazione.

A fornire il primo spunto sul tema della giornata, è stato don Cannizzo, dell'ufficio diocesano Migrantes, che anche in rappresentanza dell'arcivescovo Salvatore Gristina, ha ricordato che l'obiettivo primario che si pone il Dossier 2010 è quello di far conoscere una realtà, generalmente trascurata dai media "come ad esempio quella che si vive a Catania nella quale, grazie al costante e faticoso lavoro di concreta promozione della dignità della persona e della cura delle anime, è stato possibile fare incontrare e socializzare immigrati di origine Tamil e cingalesi che nello Sri Lanka, loro paese di provenienza, non convivono pacificamente".

A questo proposito il sindaco Stancanelli ha ringraziato gli operatori della Caritas "per il lavoro, condotto adesso anche in sinergia con il Comune, che potrebbe far diventare Catania un esempio per il resto d'Europa in termini di accoglienza". "Un approccio non buonista, ma concreto - ha aggiunto il sindaco -, è essenziale per avviare un'azione efficace di accoglienza, evitando azioni di respingimento o di xenofobia. Attenzione però a non creare le condizioni per cui i disagi si accumulino, creando quelle situazioni di intolleranza che vediamo già in atto altrove".

Il ventesimo compleanno del dossier e la relazione tra crisi economica e immigrazione sono stati i cardini sui quali si è incentrato l'intervento del vicedirettore Caritas Italiana, Francesco Marsico: "In questi ultimi decenni i dossier della Caritas hanno fortemente contribuito, attraverso la raccolta e l'analisi dei dati statistici, all'acquisizione della consapevolezza che l'immigrazione è un fenomeno permanente sul quale si giocano non solo  le  questioni legate alla democrazia e al rispetto o alla violazione dei diritti umani del singolo individuo, ma anche i temi connessi alla crisi economica che stiamo vivendo, cioè quelli legati al lavoro, alla sicurezza e ai minori".
 
"Il disagio economico globale - ha continuato Marsico - ha provocato nei confronti della questione immigrazione una sorta di sfiducia preventiva che non permette di affrontare i problemi in modo obiettivo e senza pregiudizi". L'aspetto demografico, l'istruzione, il lavoro, le rimesse e il problema della criminalità sono stati i temi affrontati dal redattore La Monica: "Gli stranieri regolari presenti in Sicilia sono 127.310 e rappresentano il 2,5% della popolazione siciliana totale, ma se a questi aggiungiamo coloro che sono in attesa di rinnovare le pratiche burocratiche il numero cresce ad oltre 163 mila. La grande novità che emerge dal rapporto di quest'anno sta nel fatto che la Sicilia è diventata una regione in cui il maggior numero di immigrati provenie dalla Romania".


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"Interessante - ha proseguito La Monica - è anche il dato che emerge dalle denunce nei confronti degli immigrati che sono diminuite proporzionalmente alla regolarizzazione e quello che riguarda le rimesse che gli stranieri residenti in Sicilia inviano in patria: Catania è la città da cui parte il flusso più ingente di denaro cioè quasi 78 milioni di euro, con un incremento di oltre 20 milioni in appena un anno".
Inoltre la scelta di iscrivere i propri figli alle scuole italiane è la sicura spia di un investimento molto importante da parte dei genitori stranieri, quello sul futuro formativo dei propri figli. Annualmente il numero di bambini e ragazzi con cittadinanza non italiana iscritti alle classi siciliane aumenta in modo sostanzioso, a testimoniare una presenza sempre più stabile di quelle seconde generazioni che meriterebbero una maggiore attenzione.

Per l'anno scolastico 2009/2010 troviamo 17.985 alunni iscritti che portano al 2,1% la presenza degli stranieri sul totale della popolazione scolastica. Il maggior numero di alunni stranieri in valore assoluto si registra a Palermo con 4.059 iscritti, seguita da Catania con 3.226 e Messina con 2.750. L'incidenza maggiore, invece, la fa registrare la provincia di Ragusa con il 4,8%. La nazionalità più presente è quella rumena.

Al sostanziale fallimento delle politiche di accoglimento e alla mancanza, in Italia, di una riflessione seria e scevra da pregiudizi sulle risposte concrete da dare al fenomeno immigrazione si è dedicata la prof.ssa Maria Teresa Consoli, direttore del Laposs che, ringraziando la Caritas per il lavoro svolto, ha auspicato un cambiamento di rotta nei confronti dei migranti. Ha concluso la serie degli interventi, il prof. Carlo Pennisi, nella sua qualità di esperto della materia e di assessore comunale alle Politiche sociali.